Capitolo quattro

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Layla POV

Mi svegliai con il volto premuto contro qualcosa di sodo e caldo. Il respiro rovente che batteva contro il retro del mio collo mi fece rabbrividire. Aprii lentamente gli occhi ed alzai lievemente la testa. Abbassando lo sguardo vidi un petto nudo. Mi voltai e vidi Ashton addormentato, mentre mi trovavo sopra di lui. Come cavolo eravamo finiti in questa posizione? Mi domandai.

Mentre lo guardavo, non riuscivo a smettere di pensare a quanto dolce apparisse mentre dormiva. Nonostante i suoi capelli fossero sparati verso l' alto e la sua bocca fosse aperta, era lo stesso molto sexy - fino a quel momento, non lo pensavo possibile. Le sue braccia forti mi circondavano la vita, tenendomi stretta contro di lui. Volevo far scorrere le mie dita tra i suoi capelli, ma resistetti a questo impulso non volendo correre il rischio di svegliarlo. Avevo la sensazione che quando si fosse svegliato e mi avesse trovata stretta a lui, in quella posizione, non sarebbe stato felice.

Provai a sorridere leggermente, ma il dolore si fece subito vivo sulla mia guancia. Pregai che non si svegliasse, mentre lentamente mi liberavo dalla sua presa. Dio doveva avermi ascoltato, riuscii a sfilarmi dalle sue possenti braccia ed a sgattaiolare fuori dal letto. Guardai l'ora e notai che erano le 8. Merda, dovevo essere al lavoro in 2 ore, pensai amaramente. Non che odiassi il mio lavoro... Okay, lo detestavo, ma era l'unico modo che avevo per guadagnare i soldi, che utilizzavo poi per pagarmi le bollette. Guardai Ashton e sorrisi un ultima volta prima di abbandonare la stanza.

Più silenziosamente che potessi, scesi le scale e raggiunsi il salotto. Presi il vestito ed i tacchi e cercai il bagno che avevo usato il giorno prima. Una volta trovato, mi cambiai velocemente, senza però rimettermi i tacchi. Li tenni in mano, portando con me anche i vestiti che mi aveva dato Ashton e mi diressi verso la porta d'ingresso. Ammirai un ultima volta l'appartamento, aprii la porta e, con discrezione, la richiusi dietro di me. Mi diressi verso l'ascensore e lo chiamai. Per tutto quel tempo non feci altro che pensare a cosa fosse accaduto nelle ultime ventiquattro ore.

Quando l'ascensore arrivò al mio piano, entrai. Feci un respiro profondo e guardai un ultima volta la porta di Ashton, prima che le porte di richiudessero. Quando successe, fu come se la notte passata fosse sparita, come sabbia al vento. Avrei ricordato ogni singolo particolare del volto di Ashton e speravo che lui facesse lo stesso. Quando si riaprirono rimasi a fissarle come un'idiota. Era strano, mi sentivo come se mi mancasse qualcosa, ma uscii dall'ascensore scacciando quella sensazione. Avevo passato così poco tempo con Ashton e già mi sentivo legata a lui, io stessa faticavo a crederci.

Mi voltai e mi diressi verso l'uscita dell'edificio. Sorpassai le persone che mi guardarono, alcuni addirittura si fermarono per farlo. Non riuscivo ad immaginare come fossi ridotta. Scommettevo che i miei capelli fossero disordinati e che la mia guancia avesse un colorito tra il nero ed il violaceo ed, inoltre, indossavo ancora il vestito da sera quando erano le 8 del mattino. Ignorando gli sguardi, uscii dalla porta, ringraziando l'usciere che me la aprì.

"Signorina, le serve un taxi?" Mi chiese il portinaio.

"Sarebbe fantastico, grazie." Sorrisi, ringraziandolo. Annuì e mi seguì. Si fermò sul marciapiede e mi chiamò un taxi.

"Ecco a lei, signorina." Mi aprì la portiera.

"Grazie mille." Gli sorrisi di nuovo, entrai nell'auto e dissi al tassista l'indirizzo.

Per tutto il tragitto mi assicurai che mi portasse nel luogo indicato, non com'era successo la notte prima. Mentre ero seduta, persa tra i miei pensieri, scoprii di aver dimenticato il cellulare a casa di Ashton. Una volta che il taxi arrivò a destinazione, uscii e lo pagai con i soldi che avevo nascosto nella parte superiore del vestito. Ehi, sapete di cosa sto parlando, in quale altro posto una ragazza avrebbe potuto mettere soldi e cellulare? Aprii il portone d'ingresso e salii le scale. Spalancai le porte dell'appartamento e subito, Kacey mi urlò addosso e mi colpì con qualcosa di duro, facendomi cadere contro la porta, ormai chiusa.

Something Inside -Traduzione-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora