Capitolo sette

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Layla POV

Vedere Ashton uscire dall'auto mi fece rilasciare un sospiro di sollievo. Grazie a Dio, è solo lui, pensai.

"Ashton, mi hai fatta spaventare a morte!" Gli urlai. Lo sentii ridacchiare mentre si avvicinava a me.

"È così che tratti colui che ti ha salvato ieri notte?" Mi chiese, fermandosi davanti a me. Dovetti alzare la testa per guardarlo in faccia, era molto più alto di me. Lo osservai e vidi che si era tolto la giacca e la cravatta, stava indossando solo la camicia bianca con le maniche arrotolate sino al gomito. Era veramente bellissimo, molto più sexy di quando indossava il completo con tanto di giacca e cravatta. Quando menzionò la notte precedente, non riuscii a reprimere il brivido che mi scorse lungo la schiena. Doveva averlo notato, visto che fece un altro passo verso di me.

"È mio dovere essere sicuro che tu arriva a casa sana e salva." Mi disse Ashton. Sbuffai.

"Non è compito tuo. So badare a me stessa." Affermai, difendendomi.

"Sì, giusto ed è per questo eri circondata da un gruppo di uomini furiosi ed eccitati. Quindi no, non penso che tu sappia badare a te stessa." Constatò.

"Non mi conosci nemmeno. Come ti permetti di parlarmi così?" Gli chiesi, mettendomi le mani sui fianchi. Mi guardò.

"Allora, lo vuoi un passaggio o no?" Sbottò.

Wow, cosa gli è preso? Lo guardai, decidendo se andare o meno in macchina con lui. Primo, non lo conoscevo, nonostante avessi dormito con lui la notte prima, secondo, avevo scoperto che era un milionario e terzo... Beh, non avevo una terza motivazione. Una piccolissima parte di me moriva dalla voglia di accettare. Kacey mi aveva sempre incitata a fare qualcosa di divertente e di essere spensierata, per una volta. Forse potrei dire di sì, pensai. Mi morsi il labbro e mi guardai intorno. Prima che potessi pensare ad altro aprii la bocca.

"Okay." Rimasi scioccata quando sentii le mie stesse parole. Apparentemente anche lui, visto che sul suo volto comparve un'espressione sorpresa.

"Okay, andiamo." Disse, schiarendosi la gola.

Lo seguii mentre camminava verso l'auto. Quando ci avvicinammo vidi il profilo di un ragazzo seduto nel posto di guida. Ashton aveva un autista? Veramente? Ci aprì la portiera dietro di lui. Sorridendogli come ringraziamento entrai nell'auto cercando di essere graziosa e cercando di non mostrare troppa pelle facendo sollevare la gonna, sarebbe stato imbarazzante. Dopo di me, entrò anche Ashton, che si sedette al mio fianco. Guardai la limousine e cercai di non sembrare strana. Non ero mai stata in una di queste, ma non volevo che Ashton pensasse fossi matta ed, inoltre, non volevo dargli altre ragioni per sottolineare che non appartenevo alla sua classe sociale.

"Hai un autista." Constatai.

"Sì, Clark. È il mio autista personale ed il mio bodyguard." Confermò Ashton, annuendo. Clark aveva i capelli castani e non dimostrava più di trent'anni. A primo impatto poteva essere intimidatorio, ma dopo che mi fece quel piccolo sorriso mentre stavo salendo in macchina capii che non era affatto cattivo. Era probabilmente, uno di quei ragazzi che sembravano spaventosi, ma che, in realtà, erano dei teneroni.

"Ciao, Clark." Dissi, salutandolo.

"Quindi, vuoi andare a casa?" Mi domandò Ashton.

"Sì, dove altro posso andare sennò?" Gli risposi in tono ovvio.

"Con me, a casa mia." Mi rispose subito, con un piccolo sorrisetto sul volto.

"Speraci." Brava Layla, non dargliela vinta, dissi a me stessa. Invece di replicare, rimase a guardarmi. Intorno a noi calò il silenzio; l'unico suono che si sentiva era dato dal motore dell'auto. "Cosa c'è?" Sbottai, odiando che non proferisse parola e che continuasse a guardarmi. I suoi occhi blu sembravano essere in grado di leggermi l'anima e tutto quello che nascondevo, come se potesse vedere i miei demoni.

Something Inside -Traduzione-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora