7. Caos

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Regola numero uno per diventare immediatamente il fenomeno da baraccone dell'Accademia: avere una cicatrice a forma di saetta sulla fronte.

Regola numero due: attraversare mezza Accademia camminando accanto al Preside.

Attraverso una serie apparentemente infinita di corridoi seguendo il Preside Gandalf verso il suo ufficio. Il nostro passaggio è costellato da sguardi curiosi e dubbiosi che si posano prima sullo Stregone, poi sulla malcapitata dai capelli rossi. Scommetto che nel giro di quindici minuti la notizia si sarà sparsa e tutti sapranno il mio nome: la ragazza rossa con la cicatrice direi che è abbastanza individuabile e ci penseranno la Parkinson o Malfoy a fare in modo che il mondo sappia che sono stata scortata nell'ufficio del Preside durante il primissimo giorno di lezioni.

Il Preside Gandalf sembra non curarsene. Oppure non ci fa proprio caso. Tra le due penso la seconda opzione sia quella corretta: l'uomo cammina a passo sicuro canticchiando fra sè un motivetto che non conosco. Sembra assorto nei propri pensieri, come se si fosse dimenticato della mia presenza. Un tipo decisamente singolare.

Finalmente arriviamo davanti ad una serie di scale che paiono condurre ad una porta dorata. Mi chiedo come farò a tornare indietro dopo il colloquio, non ho nemmeno la mappa con me. Spero che i miei amici mi vengano a cercare, si staranno chiedendo dove sono finita. 

Il Preside Gandalf appoggia la mano su una grossa maniglia - sempre canticchiando - e spalanca la porta. Con un sorrisetto affabile mi fa segno di entrare.

Rimango attonita.

Mi sarei aspettata un ufficio ordinato e rilucente come quello del Professor Silente, ma mi ritrovo nella stanza più caotica che abbia mai visto. Scaffali disordinati, libri e pergamene ammucchiate ovunque, strani oggetti accatastati negli angoli. La scrivania emerge per caso dalla moltitudine di oggetti e fogli che dominano l'intera stanza. 

-Ci vorrebbe una ripulita.- commenta il Preside Gandalf, sorridendo tra sè.

Rimango in silenzio mentre lo Stregone mi indica una sedia. Per prendere posto devo spostare un rotolo di pergamena dall'aria consumata. Il Preside si siede di fronte a me, estrae un aggeggio da un cassetto della scrivania e ci mette dentro qualcosa. Dopo qualche secondo mi rendo conto che si tratta di una pipa.

Ancora più stupita guardo il Preside cominciare a fumare.

-Erba pipa, viene dalla mia Terra di provenienza, la Terra di Mezzo.- mi spiega il Preside Gandalf, osservando il mio sguardo perplesso -Ma non siamo qui a parlare delle varietà di tabacco. Signorina Potter, ho sentito un grido ieri sera e sono piuttosto certo di aver riconosciuto la sua voce.-

Sgrano gli occhi. Com'è possibile che il Preside conosca la mia voce e sappia distinguerla in un urlo?

-So molte cose.- risponde ai miei pensieri, un rivolo di fumo esce dalla sua bocca -Da quanto tempo le capita?-

-Non avevo mai urlato così.- mormoro, mi sento a disagio.

Lo Stregone annuisce come se si fosse proprio aspettato una risposta del genere -Fa incubi?-

Stavolta è il mio turno di annuire -Sono intensificati negli ultimi giorni. Sento delle grida lancinanti, grida di dolore...sa per caso perchè mi succede?-

-Ipotesi.- afferma il Preside, dopo aver aspirato dalla pipa -Ancora nulla di certo. Ma immagino le dia fastidio l'idea che il resto dell'Accademia possa scoprire ciò che la mia arguzia ha scoperto in una notte. Perciò - si ferma un attimo e infila di nuovo la mano nel cassetto della scrivania - le ho costruito questo.- mi porge uno strano bracciale che pare d'argento.

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