Parte 13

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"Quindi non ti da fastidio se stanno con noi vero?" questa è la milionesima volta che Andreas mi ripete sempre le stesse cose. Gli ho già spiegato che non c'è nessun problema se Riccardo e Giulia passano il pomeriggio in nostra compagnia. Ovviamente mentivo. Lo ammetto la cosa mi ha dato parecchio fastidio, pensavo che volesse passare un po' di tempo con me, ma evidentemente mi sbagliavo.

"Andreas no assolutamente" lo tranquillizzo di nuovo.

"Sicura?"

"Si, ma basta adesso" rido per calmarmi. Mi sta facendo innervosire. Non la smette più adesso di tormentarmi.

"Cosa c'è da ridere?" mi chiede la Pelegatti. Come si è permessa di rivolgermi la parola? Ora la odio ancora di più. Non ho ancora dimenticato quello che mi ha fatto e di certo non lo farò mai. Devo solo aspettare il momento giusto per vendicarmi.

"Cavoli miei" le sorrido falsamente. Noto Riccardo guardarmi confuso  chiedendosi il perché del mio comportamento ma, secondo me, avrà capito che non mi sta molto simpatica.

"Che antipatica che sei" mi informa Giulia guardandomi male. Molto male.

"Grazie" sorrido soddisfatta.

"Non capisco, non andate d'accordo voi due?" chiede Riccardo molto confuso.

"Ma amore veramente è lei che mi tratta così" si giustifica la stronza. No ma io la strozzo a questa.

"Guarda mi sto trattenendo dal tirarti tutti i capelli quindi, per il tuo bene, evita di starmi vicino gallina" le rispondo male.

"Riccardo potresti farti raccontare dalla tua ragazza quello che fa a scuola" continuo rivolgendomi, questa volta al ragazzo.

"Ok, forse è meglio che ognuno vada per la propria strada Riki, se non vogliamo che qualcuno passi la notte all'ospedale con le ossa rotte" propone Andreas guardando sia me che Giulia che mi lanciava sguardi di fuoco. Beccati questa stronzetta.

"Si forse è meglio" risponde Riccardo.

"Bene ci si vede in giro" saluta Andreas.

"Si certo ciao" salutano.

"Hey ma che ti è preso, sei impazzita?" mi rimprovera Andreas. Ma come si permette?

"Ma cosa vuoi, mi comporto come voglio ok?" gli rispondo abbastanza arrabbiata. Ma guarda questo.

"Ora se non ti dispiace me ne torno a casa" continuo cominciando ad incamminarmi verso casa mia e lasciandolo solo. Per fortuna non siamo andati tanto lontano quindi arrivo quasi subito.

Quando entro in casa mi butto a peso morto sul divano. Forse go esagerato un po'ma quella stronzetta si meritava di essere umiliata come ha fatto con me.

Ad un tratto sento il telefono di casa squillare e allora mi affretto a prenderlo.

"Pronto?"

"Tesoro sono papà"

"Papi che bello sentirti, allora come stai?" gli chiedo sorridendo. Mi manca così tanto.

"Bene piccola mia, mi mancate tutti, tu invece come stai?"

"Bene anche tu ci manchi tanto, quando torni?" chiedo.

"Spero presto tesoro, in questo periodo sto lavorando parecchio, ma ti prometto che quando avrò un po' di pace vi verrò a trovare" mi dice.

"Non vedo l'ora" esclamo felice.

"Bene piccola, ci sentiamo ok?" mi chiede dolcemente. Abbiamo sempre avuto un rapporto fantastico io e mio papà. E' sempre stato dolce e quando mia mamma mi rimproverava da piccola, lui era sempre li pronto a difendermi. Quanta nostalgia di quei tempi.

"Ok papà ti voglio tanto bene" rispondo mentre sento scivolare nel mio viso una lacrima.

"Anche io tesoro, ciao"

"Ciao"

Metto il telefono al suo posto, prendo un pacchetto di patatine dalla dispensa, accendo la tv e comincio a mangiare a guardare serie tv.

Successivamente salgo in camera, sto un poco col cellulare e mi addormento subito dopo.


SO CHE QUESTO CAPITOLO NON E' UN GRAN CHE, MA SPERO VI PIACCIA LO STESSO.

HO FINALMENTE FINITO LE PROVE SCRITTE QUINDI AGGIORNERO' DI PIU' O ALMENO SPERO.

CI VEDIAMO AL PROSSIMO CAPITOLO.

CIAOO.

VI VOGLIO BENE :)



Il ragazzo della mia peggior nemica./Riccardo MarcuzzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora