I'm out of your life.

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Al termine delle lezioni, Harry uscì velocemente da scuola e, nel guardarsi attorno, si stupì leggermente quando vide la macchina di Louis.

Salutò quindi Alex con un caloroso bacio sulla guancia e si diresse a passo lento verso l'auto del ragazzo.
"Ciao Tommo!"
Esclamò una volta entrato, lasciando cadere la cartella ai suoi piedi per legarsi la cintura di sicurezza.

"Ciao."
Rispose l'altro in maniera cupa, non voltandosi neanche per guardarlo, prese soltanto un cd all'interno del cassetto e lo inserì nell'apposito spazio.
"Dove devo portarti? A casa? Oppure devo portarti a casa del tuo amichetto?"
Continuò con voce bassa, facendo così voltare il riccio verso di lui.
"Che hai?"
Disse infatti, corrugando le sopracciglia al suono della voce cupa del più grande.
Sbuffò poi, udendo le sue ultime parole, capendo quindi il perché del suo malumore.
"No, tranquillo, ci vado questa sera da Alex. Perché, liscio, sei geloso?"
Disse con tono divertito, procurandosi così uno sguardo truce dall'altro.

"Che cazzo dici, ah? Sto insieme a Jason, figurati se mi interessa con chi scopi."

Disse, roteando gli occhi al cielo e non aspettò un secondo in più per sfrecciare tra le vie quasi sedette della città.
Purtroppo il traffico era ormai intenso e premette maggiormente le mani attorno al manubrio, facendo così diventare le nocche bianche.
"Fanculo."

A differenza di Louis, Harry era totalmente tranquillo. Lasciò che la testa si appoggiasse contro al finestrino e iniziò ad osservare l'altro con un ghigno divertito stampato sul volto.
"Ah, state insieme? Ieri sera mi hai detto che non lo amavi per niente."
Si leccò lentamente il labbro inferiore e, dopo aver ascoltato distrattamente la solita frase "Ieri sera ho detto solo cazzate", appoggiò una mano sulla sua coscia. Salì verso il suo interno coscia con movimenti lenti e sensuali fino a quando non arrivò al cavallo dei suoi aderenti pantaloni, lasciandogli poi un piccolo colpo sulla patta.
"Fanculo tu."

In tutta risposta, il liscio, prese la mano del più piccolo e schiaffeggiò le dita lunghe e affusolate, allontanandole poi.
"Non mi toccare, capito? È chiaro il concetto o devo dirtelo in arabo?"

A quella strana reazione, Il ragazzo dagli occhi verdi sgranò leggermente gli occhi e scosse la testa, prendendo la sua cartella.
"No, non ce n'è bisogno. Grazie mille per il passaggio, sei sempre molto gentile."
Disse questo e nel giro di qualche secondo, si ritrovò a camminare velocemente per le strade poco affollate di Londra.

Il ragazzo dagli occhi blu si limitò a girare il volto di lato quando l'altro uscì dalla macchina...solo pochi minuti dopo si accorse dell'enorme errore che aveva commesso e, proprio per questo motivo, non poté non rimediare.
Fece velocemente il giro con l'auto e recuperò il suo cellulare dalla tasca degli skinny per comporre velocemente il numero del riccio.
"Ti prego, ti prego."

Harry aspettò qualche secondo prima di estrarre il telefono dallo zaino. Una volta preso, lo avvicinò all'orecchio e, con tutta la forza che aveva in corpo, urlò:
"Inve-"
"Stronzo, non mi chiamare, non voglio sentirti."

Attaccò subito dopo, ritirando il cellulare.

Il liscio, invece, giunse velocemente verso la casa del più piccolo e, dopo essere uscito dall'auto, andò a sedersi sui gradini davanti, estraendo una Marlboro dal suo pacchetto di sigarette per passare il tempo.

Harry, una volta arrivato quasi a destinazione, tirò fuori dalle tasche il mazzetto di chiavi e, dopo averle guardate tutte, prese quella per aprire il cancello di casa.
Camminò lentamente lungo il sentiero di sassi del suo giardino e si bloccò per un istante quando vide il liscio seduto sugli scalini del suo porticato.
Lo ignorò bellamente, quando gli camminò vicino ma, prima di entrare in casa, si girò e gli disse:

"Vattene via, Louis."

"No."
Rispose l'altro, tirandosi su in piedi.
"Possiamo parlare? Giuro che ti lascio in pace poi."
Sussurrò, socchiudendo lentamente gli occhi e bloccò la porta con un piede, così da evitare che il riccio entrasse.

"Parliamo...Harry. Poi sparisco dalla tua vita."

Sussurrò, accarezzando lentamente con il pollice la sua guancia e poi la sua fronte, con i polpastrelli.

I need you {l.s}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora