Fuck you.

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Harry tornò in cucina, con i capelli tutti bagnati e a petto nudo. Si avvicinò al ragazzo e appoggiò la testa sulla sua spalla, bagnandogli un po' la maglietta.
"Ripensandoci, potresti darmi la felpa di Jason? Ho freddo e la tua è troppo piccola, nano."
Disse ridacchiando, lasciandogli un bacio sul collo, facendo così sussultare il più grande intendo a girare la frittata che in pentola.

"H-Harry... certo."
Sussurrò con un filo di voce e si girò di scatto, annuendo alle sue parole. Lo squadrò dalla testa ai piedi e con un sorriso dipinto sul volto, disse ad alta voce.
"Mmmh, non hai muscoli"

A quelle parole, il piccoletto arrossì, sentendosi osservato dagli occhi curiosi del ragazzo e si coprì con le mani il petto nudo.
"Non è vero! E non guardarmi!"
S'imbronciò e, dopo avergli lasciato un bacio sulle labbra, si voltò per uscire dalla cucina.
"Dammi una felpa, Tomlinson. Sto congelando."

"Vuoi davvero quella di Jason? Sai, è la felpa del mio ragazzo. Ma non credo gli dispiaccia. Mmh, si sente ancora il suo buon profumo al gelsomino.
Disse, nascondendo una piccola risata e poi facendosi serio in volto, si allontanò dalla cucina.

"Oh...okay."
Disse un Harry visibilmente imbarazzato, grattandosi il retro della nuca.

Louis lo invitò a seguirlo e dopo che furono giunti in camera da letto, prese la felpa dall'armadio e la portò al naso, aspirando il profumo.
"Mmh, che buon profumo."
Disse, mentendo un'altra volta e subito la porse al ragazzo.
Durante tutta questa scena tenne i pugni stretti, contraendo la mascella.
"Anzi, sai che ti dico? Non la voglio. Resto così."
Disse, sbuffando, camminando fuori dalla camera, facendo così scoppiare finalmente a ridere Louis che lo seguì subito al piano di sotto.
Ridacchiò osservando il ragazzo davanti a sé e gli lanciò la felpa, quasi in pieno viso.
"Mettila e poi vieni qui."
Sussurrò, indicando le proprie gambe e distribuì al ragazzo il piatto di cibo che gli spettava, collocando delle posate ai lati del piatto.

Ovviamente, Harry eseguì ogni comando del liscio e andò subito a sedersi sulle sue gambe con in mano il suo piatto e le sue posate.
"Sei stronzo. E poi non è vero affatto che questa felpa profuma di gelsomino."
Mormorò come un bimbo piccolo, appoggiando la testa sulla sua spalla, mettendosi poi in bocca un pezzo di frittata.

"Lo so. Ha un profumo singolare."
Ridacchiò, schioccando un piccolo bacino sulla sua cute e lo strinse maggiormente a sé, lentamente. "Geloso, piccoletto?"
Sussurrò, lasciando che le labbra si muovessero in un sorriso beffardo e accarezzò piano la sua schiena.
"Tanto voglio te."

"Non sono geloso, anche io ho una maglia di Alex."
Disse, scrollando le spalle. Si alzò dalle sue gambe e andò in salotto, rovistò nella sua borsa e prese da questa una felpa enorme di Alex. Si tolse quella di Jason e infilò quella dell'altro ragazzo con un sorriso. Tornò poi in cucina e si sedette dov'era prima.
"Così va molto meglio."

Louis non lo guardò neppure per un'istante.
Sparecchiò la tavola, pulendo attentamente ogni singola posata e dopo averla asciugata, le posò insieme alle altre, dirigendosi verso il salotto. Si accomodò sul divano e sbuffando, prese il cellulare nascosto all'interno delle tasche per rispondere a vari messaggi da parte di Jason.

"Non ci provare, Tomlinson."
Disse subito Harry, togliendogli il cellulare dalle mani, lesse velocemente i messaggi e sbuffò, appoggiando il cellulare sul divano.
"Perché gli stavi scrivendo?"
Disse, appoggiando le mani sul suo petto.

"Mi ha mandato molti messaggi e comunque, non sono affari tuoi."
Disse prima di scostare le sue mani dal proprio petto e avvolgere le proprie braccia contro esso e guardare il soffitto, invece che il ragazzo davanti a sé.
"Spari soltanto cazzate. Devi smetterla di dire che ti piaccio. Ah oops, non l'hai detto neanche."

"Non sono affari miei? Fanculo Louis."
Sussurrò, alzandosi dal suo corpo per sedersi dall'altro lato del divano.
"La verità, Louis, è che sei dannatamente geloso. È questa la verità."
Si alzò dal divano e andò in cucina, non riuscendo più a stare vicino al più grande.

"La verità è che non me ne frega un cazzo."
Disse, sperando che lo avesse sentito. Si alzò pure lui, dirigendosi in giardino e dopo essersi accomodato lungo i gradini, portò una sigaretta fra i denti e dopo averla accesa, aspirò profondamente.

"Fanculo."

I need you {l.s}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora