freak.

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Appoggiò delicatamente la tazzina colorata di bianco sul piattino in ceramica del medesimo colore e prese il suo cellulare da sopra la scrivania del suo ufficio, sorridendo automaticamente leggendo il messaggio di Louis.

To Louis:
Non ancora...anche se sono molto tentato, quel ragazzino è un ingrato!
Mi manchi tanto, Lou! Xx

Questa sua fretta nel rispondergli fece ridacchiare così il mittente del messaggio che, quando dopo qualche secondo, lesse la notifica roteò gli occhi al cielo, soffermandosi alla parolina con cui aveva definito Harry.

To Jason:
Non parlare così di lui.
Jas, ti prego. Non dire nulla a Des.
To Jason:
Ci vediamo stasera? Mi manchi anche tu.

Diversa fu la reazione da parte di Jason.

Sbuffò rumorosamente, facendo scorrere lo sguardo lungo le righe del messaggio del liscio, accavallando le gambe sotto alla scrivania per stare più comodo mentre muoveva velocemente i pollici sul cellulare, digitando una possibile risposta.

To Louis:
È solo uno stronzo, non difenderlo, non ne ha nessun diritto.
To Louis:
Certo, piccolo. Ora vado, è arrivato il capo.

"Salve Jason, ti lascio qui i fogli da compilare e da esaminare in ogni singolo caso."
Disse infatti Des, con un piccolo sorriso disegnato sul volto, appoggiando i fogli sulla scrivania, affianco al computer.

"Buongiorno capo. Grazie mille, ora faccio tutto. Solo...prima vorrei parlarle di una cosa, avvenuta ieri sera tardi. Nulla di tanto grave, ovviamente, ma mi sembrerebbe giusto che lei lo sapesse."
Disse, con un finto sorriso cordiale, mentre spostava i fogli dal centro della scrivania per far accomodare il proprio capo davanti a lui, già visibilmente preoccupato data la sua espressione.

"Sicuro? La tua espressione sembra dire il contrario ma prego, dimmi pure. Sono tutto orecchie."
Abbassò il tono di voce prima di accomodarsi in una sedia, accavallò leggermente le gambe e aspettò che il ragazzo parlasse, dato che aveva un'ansia terribile.

"Ieri sera ho visto suo figlio Harry in un pub, era molto ubriaco e chiamava il nome di uno dei suoi dipendenti. Mi sono avvicinato a lui e l'ho portato fuori dal locale per caricarlo sulla mia auto. L'ho portato a casa del ragazzo e, seguendo i suoi ordini, l'ho lasciato lì. Penso che abbiano dormito insieme perché Harry voleva le coccole quindi beh..."
Scrollò le spalle, guardando il suo capo negli occhi, decidendo di non nominare il nome del liscio per evitare di farlo finire nei guai.

La faccia di Des era davvero divertente, sembrava poter esplodere da un momento all'altro!

"È un fottuto frocio e adesso mi chiedo, come può mai essere mio figlio? Gli ho sempre insegnato la religione e adesso, gli piace il cazzo altrui! Puoi dirmi il nome del dipendente che lavora qui?"
Disse con un tono di voce pacato e portò le braccia al petto,  muovendo ininterrottamente il piede contro la scrivania, guardando con attenzione gli occhi freddi del dipendente.

"Mi dispiace, Des, non mi sembrerebbe giusto nei loro confronti. Se fossi in lei, assetterei che uno dei due gli riferisca tutto."
Sussurrò anch'egli con tono calmo, prendendo una penna e un mazzetto di fogli, iniziando poi a leggerli, cercando di prestargli la massima attenzione.
"Ora penso che suo figlio sia nel suo ufficio, anche se non ne sono sicuro. Se vuole, provi a chiedere a lui."

"Va bene, grazie. Te ne sono grato, Jason."
Disse congiungendo le mani, aspettando che il ragazzo ricambiasse per poi dirigersi al di fuori della stanza, arrivando subito dopo al proprio ufficio. Vide al suo interno Harry, accomodato contro la poltrona e si avvicinò a lui mentre la rabbia gli ribolliva nelle vene.

"Sei fottutamente frocio. Non ti voglio a casa mia!"

*IL MIO SPAZIO*
Avete il permesso di odiarmi per questo capitolo. :)

Cosa ne pensate di Jason?
Ha fatto la cosa giusta?

E.Xx

I need you {l.s}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora