Aspettavo l'autobus quando ti vidi per la milionesima volta in quel mese, avevi una sciarpa blu intorno al collo e cercavi di riscaldarti agitando le gambe e sfregando le mani tra di loro. Fumavo una sigaretta di poco conto quando ti sei voltato verso di me sorridendo con gli occhi, ho capito di aver qualcosa sul cuore. Ti sei avvicinato sedendoti accanto a me tirando fuori il telefono iniziando a scrivere qualcosa, poi è arrivato l'autobus e il mio telefono ha iniziato a squillare. Mi sono girata verso di te guardandoti e stavi ancora sorridendo nonostante io non potessi vedere le tue labbra, i tuoi occhi hanno sempre parlato per te. Ho buttato la sigaretta ormai finita e ho aspettato che le porte dell'autobus si aprissero lasciandoti un'occhiata un po' confusa e con il mio telefono che continuava a squillare ma in quel momento mi interessava di più decifrare il significato del tuo sguardo che era fermo sulla mia figura. Mi piacevi e avevo paura te ne fossi accorto, che ti fossi accorto di tutti gli sguardi che ti dedicavo mentre parlavi con la barista della caffetteria dell'università oppure quando scrivevi sul tuo taccuino sulle scalinate del secondo piano. Sono salita su quell'autobus con qualcosa di troppo pesante sul cuore e i tuoi occhi che mi tormentavano perché sei difficile da dimenticare, quasi impossibile.