8. - Give me love

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Quando avevo bisogno di un cambiamento mia madre mi ripeteva che il primo passo è quello di cambiare se stessi, in meglio. Questa volta, però, mi trovo seduta sulla sedia scomoda di uno dei tanti parrucchieri che si trovano in centro mentre osservo una giovane donna tagliare i miei capelli con maestria e sicurezza. Avevo bisogno di un taglio netto, metaforicamente e letteralmente. Io e Alexa ci stiamo ignorando da ben due settimane ed io mi sono rifugiata tra le braccia e le parole dolci di Harry. Caitlyn non ne ha voluto sapere niente di tutta questa storia, è amica di entrambe e ha deciso categoricamente di non schierarsi da nessuna delle due parti. Kim, invece, ha sempre nutrito maggior simpatia nei confronti di Alexa perciò, in queste due settimane, si è rivelata sfuggente e distaccata, con un tono della voce freddo e lo sguardo lontano, sconosciuto. Ho provato a mettere a posto le cose, a rimetterle nel senso giusto ma purtroppo Alexa sembra tenere più ad Harry che a me. Non la biasimo, l'amore fa perdere la testa e il controllo. Le ho lasciato una decina di messaggi in segreteria ripetendo ad alta voce i miei pensieri ma questo non è bastato. Pensare che un'amicizia così duratura sia finita nel giro di pochi minuti mi fa sentire fuori posto, delusa e arrabbiata. Poi penso ad Harry e capisco che non è affatto colpa sua, anzi. La colpa è solo mia e di Alexa.
La ragazza finisce di asciugarmi i capelli e mi invita verso la cassa, pago e con un sorriso la saluto. Decido di avviarmi a piedi verso casa di Harry, con una sigaretta tra le labbra e la giacca aperta perché la primavera si fa sentire piano piano.
Casa di Harry non è altro che un monolocale di un palazzo bianco con i balconi blu. Si trova a Primrose Hill e all'inizio della via c'è la miglior yogurteria di tutta Londra, a parer mio. Io e lui non abbiamo definito il nostro tipo di relazione, ma adesso siamo più intimi, più sicuri e meno acerbi. Ho iniziato a conoscerlo: so qual è il suo colore preferito, quanto zucchero mette nel tè, cosa gli piace fare nel tempo libero. Ho iniziato a conoscerlo come si fa con le cose nuove, stando attenta al mio comportamento e a non rovinarle. Lui si è dimostrato proprio ciò che pensavo. È sincero, narcisista, riflessivo, gentile, premuroso e chi ne ha più ne metta. Quando suono il campanello lui è già lì che mi aspetta con un sorriso e la voglia di darmi un bacio. Azzeriamo le distanze, io con le mani tra i suoi capelli e lui con le sue sulle mie guance.
"Ciao" mi guarda negli occhi mentre mi lascia passare per entrare in casa.
"Mi piacciono i tuoi capelli, ma non c'era bisogno che tu lo facessi" continua mentre mi siedo sul suo divano dalla fodera blu.
"Lo so" dico "ma avevo bisogno di un cambiamento e questo è un inizio" si siede accanto a me e mi cinge le spalle con il suo braccio.
"Hai chiarito con Alexa?" mi chiede mentre si accende una sigaretta con la mano sinistra. Lo guardo mentre il suo viso viene illuminato dalla fiamma dell'accendino e mi ritrovo a non saper rispondere.
"No" dico alla fine decidendo di essere sincera.
"Non deve dare la colpa a te se io ho scelto di stare con te e non con lei" risponde lui con il tono di voce accusatorio.
"Quindi stiamo insieme?" decido di cambiare discorso con una domanda che mi vaga nella mente da un sacco di giorni.
"Può darsi" intravedo il sorriso che si forma sulle sue labbra prima che io scoppi a ridere, trascinando anche lui.
"Magari per ufficializzare la cosa potrei portarti a cena in uno di quei ristoranti importanti" dice dopo aver smesso di ridere e puntando di nuovo gli occhi su di me.
"Sai che non c'è bisogno di niente di tutto questo, a me basta che ci sei tu" ammetto ciò che tenevo nel cuore.
"Cosa mi stai facendo, Rosie Anderson?" chiede prima di sorridermi luminoso e baciarmi senza ripensamenti.
Ci ritroviamo abbracciati sul divano, con il salotto che profuma di noi, la televisione accesa su un film in bianco e nero ed io che mi dimentico di Alexa e del suo sguardo deluso e arrabbiato.

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