Mia madre indossa un tailleur nero e ha il telefono incastrato tra la spalla e l'orecchio mentre sorregge dei fogli. Il telefono cade a terra quando i suoi occhi si poggiano sulla mia figura. Me ne sto impalata sul penultimo gradino delle imponenti scale di casa mia. Non sento rumori, né le parole di mio fratello che mi incitano a scendere e nemmeno lo sguardo preoccupato che mi rivolge Harry. Sono ferma mentre guardo quegli occhi tanto simili ai miei riempirsi di lacrime. Si avvicina lentamente per poi travolgermi in un abbraccio di cui avevo perso il sapore. Riesco a sentire la voce di mio padre pronunciare il mio nome e quello di Wes e in un batter d'occhio ci ritroviamo tutti e quattro abbracciati, stretti e felici.
"I tuoi capelli sono sempre più chiari" afferma mia madre ridendo quando ci stacchiamo, il suo sguardo vaga per la stanza per fermarsi su Harry che ci guarda curioso e un piccolo sorriso alleggia sulle sue labbra piene.
"Jennifer" si presenta mia madre stringendogli la mano.
"È un piacere conoscerla signora Anderson. Io sono Harry, Harry Styles" mia madre si gira verso mio padre sorridendo maliziosa per poi rivolgere a me un'occhiata.
"Sei il suo fidanzato?" chiede mio padre indicandomi con un dito. Sento le guance pizzicare e spalanco gli occhi di fronte alla sfacciataggine di mio padre. Harry si gratta la nuca e inizio a sentire caldo.
"Si, stanno insieme" dice mio fratello precedendomi "Però adesso basta, andiamo a mangiare"
Detto questo ci dirigiamo verso la cucina, sento il braccio di mia madre circondarmi le spalle.
"Certo che te lo sei scelta proprio bello" sussurra al mio orecchio suscitandomi una risata liberatoria. Sono a casa."Quindi studi lettere?"
La cena è passata velocemente, con le domande per me e Harry e il fiume di parole di mio fratello.
"Sì, mi piacerebbe lavorare nel mondo dell'editoria un giorno" risponde Harry con la forchetta tenuta a mezz'aria.
"È bravissimo nella scrittura" dico io con il boccone di torta al cioccolato in bocca "Glielo dico sempre che dovrebbe fare lo scrittore" affermo sinceramente.
Harry arrossisce ed è forse la prima volta che lo vedo imbarazzato e indifeso.
"Oh! Hai visto Steve?" trasalisce mia madre sorpresa rivolgendosi a mio padre "Hai trovato qualcuno con la tua stessa passione"
Mio padre sorride e annuisce "Lui sarà sicuramente più bravo" dice infine guardando Harry negli occhi.
"Bene ragazzi, noi andiamo a dormire" dice mio padre alzandosi "domani abbiamo molto lavoro da fare" mi dà un bacio sulla fronte e si avvia insieme a mia madre verso le scale dopo averci augurato la buona notte.
"Vado anche io" sbadiglia mio fratello "fate piano sta notte" afferma malizioso prima di andarsene, Harry trattiene una risata e a me sale la voglia di sotterrarmi.
Ci ritroviamo in camera mia con il pc sulle mie gambe e Sherlock Holmes sullo schermo.
"Un giorno mi farai leggere qualcosa di tuo, non è vero?" gli chiedo girandomi verso il suo profilo illuminato dalla luce che emana il pc.
"Uh?" mi guarda confuso.
"Hai capito benissimo" incrocio le braccia al petto alzando gli occhi al cielo "Hai sempre quel quadernino in mano, lo porti ovunque e la lettera che hai scritto per tua sorella era bellissima"
"Quello che scrivo sono pensieri, cose a caso" rivolge lo sguardo verso il pc "non è un granché, io non lo sono" nel suo tono c'è delusione oppure qualcosa che non riesco a capire.
"Non devi sminuirti così tanto" dico lentamente "E poi sono io quella che deve decidere se sei degno o no" cerco di sdrammatizzare e posso scorgere un piccolo sorriso sulle sue labbra. Mi circonda le spalle con un braccio mentre mi dà un piccolo bacio.
"Ho voglia di gelato" mi giro verso di lui sorridendo.
"Rosie, non puoi avere voglia di gelato alle due del mattino" afferma tra una risata.
"Io posso fare quello che voglio" dico e i suoi occhi non sono mai stati così verdi "anche questo" e lo bacio come non ho mai fatto prima d'ora, come se non lo avessi mai fatto.
"Domani ti porto a prendere tutti i gelati che vuoi" sussurra ancora sulla mia bocca mentre io rido e Sherlock ci guarda dallo schermo del mio pc.
È sempre casa quando c'è lui.
