2. - What you know

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Erano passate all'incirca due ore dal nostro arrivo e al tavolo eravamo rimasti io, Kim, Louis e Zayn. Alexa e Harry erano scomparsi, Caitlyn e Liam si erano appartati per avere un po' di privacy e Niall aveva incontrato altri amici al tavolo adiacente al nostro. Sentivo la tensione in quel tavolo tra Louis e Kim chiedendomi ripetutamente cosa fosse successo di tanto grave da non rivolgersi la parola e guardarsi in cagnesco ogni qual volta che uno dei due faceva cadere lo sguardo sull'altro. Zayn teneva viva la conversazione parlando di ciò che studiava, Belle Arti, e quasi mi meravigliai quando disse che l'università era la stessa che frequentavo io dato che non l'avevo mai incrociato nemmeno per sbaglio.
"I fuggitivi sono tornati!" urlò Louis facendomi girare solo per intravedere le figure di Alexa e Harry avvicinarsi per poi prendere posto, Alexa alla mia destra e dopo di lei Harry. Alexa con il rossetto magenta sbavato e le gote rosse e Harry con i capelli spettinati e lo sguardo limpido, vivace.
"Chiudi quella boccaccia, Tomlinson" ringhiò Alexa, diventando (se è possibile) ancora più rossa in viso, facendo ridere Kim.
"Rosie! Raccontaci qualcosa di te" mi riportarono sulla terra le parole di Louis e non mi accorsi nemmeno che stessi fissando Harry fin quando non catturai anche la sua attenzione. Feci finta di nulla, in ogni caso.
"Cosa volete sapere?" se c'era una cosa che odiavo era proprio parlare di me a persone che non conoscevo.
"Non so, cosa fai nella vita?" Kim sbuffò un "patetico" tra i denti che non passò inosservato a Louis ed io sorrisi.
"Studio, medicina"
"Wow! Allora Kim e Alexa hanno delle amiche intelligenti, al loro contrario" che fece alzare gli occhi di Alexa al cielo e Kim che sbuffò per la centesima volta in quell'ora.
"E dimmi ce l'hai un ragazzo?" Louis continuava imperterrito e iniziai a sentirmi a disagio facendo attenzione a non sbuffare anche io, forse la troppa vicinanza con Kim.
"Smettila Louis la stai spaventando" questo era Harry ed era solo la seconda volta che sentivo la sua voce che alle mie orecchie si presentava come profonda, liscia.
"Nono, tranquillo. Comunque no, non ce l'ho" sorrisi abbassando la testa perché io un ragazzo non ce l'avevo e forse l'unico che volevo era seduto due sedie dopo di me.
"Avete una sigaretta?" dissi di nuovo con le mani sotto il tavolo e le gambe che tremavano per essere state ferme troppo tempo.
"Sì, ne vuoi una?" ancora Harry e i suoi occhi che non facevano che tormentarmi da mesi e mesi.
"Magari" dissi in un sorriso con lui che "Ti accompagno, ne ho bisogno anche io" ed io che cominciavo a non sentire più la terra sotto i piedi. Non passò nemmeno inosservato lo sguardo arrabbiato che mi dedicò Alexa, ma in quel momento non mi importava affatto.
Uscimmo dalla porta che dava sul retro del locale, guardando delle ragazzine girarsi una sigaretta ridendo sguaiatamente. Fuori faceva così freddo che il mio giubbotto comprato da poco di H&M non teneva per niente caldo ma feci finta di nulla. Harry era proprio davanti a me, non nella mia mente, non in caffetteria e non seduto sulle scale dell'università. Era davanti a me mentre mi accendeva la sigaretta guardandomi divertito. Sorrisi anche io, cercando di immagazzinare tutti quei momenti per paura di dimenticarli e resettarli dalla mia mente.
"E così facciamo la stessa università, io Lettere e tu Medicina" espirò dal naso per poi guardarmi dalla sua altezza.
"Così sembra" feci un tiro.
"Ti ho riconosciuta, comunque. Anche se non hai le tue solite Converse ai piedi" e fu proprio lì che la terra smisi di sentirla sotto i piedi, si ricordava di me e fu come se una tempesta mi travolse.
"Le sto rimpiangendo, se è quello che ti stai domandando" rise facendo uscire il fumo dalla sua bocca e fui costretta a ridere anche io per quanto era contagiosa la sua risata.
"Sei più bella quando ridi" quasi non mi strozzai con la mia stessa saliva e rimuginai quelle parole a lungo, quasi a cercare una risposta fondata.
"Non credo che Alexa sarebbe contenta se il suo ragazzo dicesse cose di questo genere ad un'altra ragazza" il mio tono risultò accusatorio e la mia voce vacillava mentre la sigaretta si consumava da sola.
"Io e Alexa non stiamo insieme, anche se le piaccio" per poi sbuffare e aggiungere "Non passi inosservata Rosie, credimi" lasciandomi sola nel retro del locale con la sigaretta finita tra le dita e gli occhi spalancati.

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