Wesley Anderson ha ventitré anni, una laurea in giurisprudenza, i capelli biondi da tagliare ed io lo conosco da praticamente tutta la vita. Io e mio fratello non siamo mai andati così d'accordo, c'era sempre qualcosa che ci bloccasse facendoci sputare sentenze insensate e non guardarci più in faccia. Quando mi sono trasferita a Londra lui era a New York e stava finendo l'università, poi è tornato a casa dei nostri genitori, a Manchester, ed erano anni che non lo sentivo. Era un giovedì quando un numero sconosciuto mi chiamò, era lui e la voce era sempre la stessa. Mi disse che voleva venire a Londra, voleva sapere come stavo e ritornare quelli di prima. Sapevo che tutte queste erano bugie perché nessuno dei due aveva a cuore l'altro, per questo abbiamo fatto finta di non conoscerci per anni evitandoci accuratamente facendo finta che andava bene così. Il suo ritorno mi turbava e di questo se ne erano accorte anche le mie amiche che non prendevano mai in mano il discorso e stavano sempre attente a non farmi domande, per questo ne sono davvero grata. Avevo accettato il suo ritorno perché anche se la mia risposta fosse stata negativa avrebbe fatto di tutto per farmi cambiare idea e lui ha sempre vinto, in questo senso.
Lo aspetto seduta nella sala d'aspetto dell'aeroporto mentre mi mangiucchio un'unghia e ripenso a Harry e a ciò che è successo ieri. Troppo presa dai miei pensieri da non accorgermi della testa bionda che cammina veloce verso di me con un borsone nella mano destra e gli occhiali da sole scuri sul naso. Sono passati così tanti anni ma lui è sempre lo stesso, camminata veloce sicura e il busto dritto, come se il mondo si fermasse a guardarlo. Arriva davanti a me prima che io possa alzarmi e formulare una frase sensata.
"Fatti guardare" dice mentre si toglie gli occhiali da sole e lascia cadere il borsone per terra, mi lascio travolgere dalle sue braccia in un abbraccio che, mi costa ammetterlo, sa di casa.
Prendiamo la metro perché io la patente non ce l'ho né tantomeno i soldi per permettermi una macchina. Lo sento parlare di New York, dell'università, dei vari coinquilini che ha avuto, del sole di Manchester che è sempre lo stesso, di mamma e papà, della sua ex fidanzata e di quanto sia bello rivedermi. Lo guardo mentre gesticola e cerca di trasmettermi ciò che ha provato lui in determinate situazioni, i suoi occhi sono sempre di quell'azzurro spento, tendente al grigio ma hanno sfumature diverse, che non avevo mai notato.
"E tu come stai?" mi chiede mentre un vecchietto si affretta a scendere prima che le porte si richiudano.
"Sono presa dall'università in questo periodo e sto ancora cercando un lavoro" mi controllo le pellicine con fare annoiato, come se dovessi ripetere quella frase milioni di volte al giorno. Prima che mi risponda mi risveglio in tempo per accorgermi che siamo arrivati, gli prendo il braccio e con uno strattone lo trascino verso le porte della metro.
Il cielo di Londra oggi è minaccioso e sta volta mi sono ricordata l'ombrello, Wesley mi guarda senza dire una parola mentre ci avviamo verso casa mia e questa situazione mi sta mettendo a disagio.
"Alle cinque devo uscire, non so quando torno ma mi fido di te. Non distruggermi casa" dico mentre cerco le chiavi di casa in borsa e inizia a piovere.
"Dove vai?" entrando in casa c'è odore di fumo dato che ho dimenticato di aprire le finestre e questo gli fa storcere il naso.
"Esco con un mio amico" ma Harry, davvero, posso definirlo come amico?
"Wow, amico amico o amico quasi fidanzato?" mi giro verso di lui e finalmente capisco il perché della mia preoccupazione ad averlo in casa 24h/7. Lo guardo male e lui scoppia a ridere per poi chiedermi dove sia il bagno. Indico l'ultima porta a destra e lui, con la sua solita camminata, sparisce dalla mia visuale. Mi sento spossata, stanca e confusa. Mi siedo sul tavolo della cucina quando il mio telefono vibra per l'arrivo di un messaggio."Ti piace il mare?
Spero sia questo il tuo numero, altrimenti dovrò uccidere Liam.
H."Inizio a sorridere digitando una risposta semplice e con qualche faccina sorridente e non mi accorgo nemmeno che mio fratello mi sta chiamando a gran voce. Adesso ho solo la figura sorridente di Harry nella mente.