4. - Heart eyes

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Fuori fa freddo e il cielo è pieno di nuvole, così diverso da quello della stessa mattina, pioverà ed io non ho l'ombrello. Camminiamo velocemente per arrivare alla macchina perché il freddo entra nelle ossa e ti priva di ogni movimento. La macchina di Harry è diversa da quella di Kim. La sua ha un odore misto tra menta, tabacco e profumo da uomo e lui guida decisamente meglio. Accende la radio per riempire il silenzio che ci sta inghiottendo e io mi attribuisco il diritto di guardare il suo profilo illuminato dalla luce dei lampioni posti ai lati della strada e dalla luce che emana la luna. Gli occhi di Harry mi ricordano i pomeriggi passati nel parco vicino alla mia vecchia casa a Manchester e forse è per questo che mi piacciono così tanto. Ha il naso dritto e la bocca screpolata, il collo è liscio e scoperto e si intravede una collana che sembra portare sempre, la maglietta che indossa lascia spazio ad alcuni tatuaggi che sono ancora sconosciuti per me.
"Mi stai fissando" dice mentre io distolgo lo sguardo e arrossisco "Ma questo non vuol dire che mi dia fastidio" continua facendo spuntare un sorriso sghembo.
"Che intendevi l'altra sera? Con 'non passi inosservata'?" chiedo per poi sentirmi subito stupida perché so che non è il momento e che quando finisco di chiedere imbocchiamo la via di casa mia.
"Che sei bella, Rosie. Cavolo, se sei bella" dal cielo scendono piccole gocce e mi accorgo solo quando mi volto verso sinistra che la macchina si è fermata e davanti a me c'è casa mia. Mi sento la faccia, il corpo, le ossa in fiamme e non oso girarmi verso di lui.
"Guardami Rosie" dice e non faccio altro che girarmi piano per poi ritrovarmi le sue labbra sulle mie. Harry mi sta baciando e sento il sapore di menta forte misto a quello della birra. Non è come il bacio di Parker Smith che mi diede a capodanno. Questo bacio racchiude me e Harry in una bolla, trattengo il respiro e realizzo che è tutto vero. Passano un'infinità di secondi quando si stacca per guardarmi negli occhi e iniziare ad accarezzarmi la guancia.
"È tardi, meglio se vai a riposarti" non stacco gli occhi dai suoi mentre apro lo sportello e scendo. Quando sto per salutarlo, mi blocca il polso e con quel sorriso e le fossette che spuntano mi dice "Ti passo a prendere domani alle cinque, ti porto in un posto" si lecca le labbra e non sposta lo sguardo "Buona notte, Rosie"
"Buona notte, Harry" ma lo dico quando lui è già lontano ed io sono sulla porta di casa mentre mi lascio scivolare per terra toccandomi le labbra. È tutto vero.

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