Il senso di vuoto lo percepisci fin da subito e a tratti. Lo senti mentre la paura ti incolla i piedi al pavimento, mentre la testa continua a girare e mentre perdi il tuo equilibrio interiore. Il senso di vuoto ti rapisce uccidendoti di fronte ad ogni emozione presente nel tuo corpo, ti logora facendoti sgretolare a terra diventando sabbia insignificante. I tuoi pezzi rotti sul parquet senza che nessuno provi a riaggiustarli sono la prova che il senso di vuoto ha preso il sopravvento e tu sei alla deriva, inerme, con la mente addormentata e con la speranza che tutto questo possa finire, prima o poi. È così che ti prende, senza che tu te ne accorga mai.Io, il senso di vuoto, ho iniziato a percepirlo dopo aver scritto un messaggio banale di scuse ad Harry per dirgli che avevo avuto un'emergenza e non lo avrei raggiunto a casa sua. Ho guardato a lungo la parete celeste del corridoio ascoltando il respiro di Wes che si infrangeva piano piano diventando spezzato e intervallato da singhiozzi. Wes non piange mai e odia guardare le persone piangere, ma ci sono quelle volte che crolli e non puoi farci nulla. Ha pianto in silenzio ed io non ho detto una parola, non ho provato nemmeno a consolarlo perché non so farlo e ne ho bisogno anche io, in fondo. Quando l'ultima lacrima ha percorso la sua guancia mi ha detto che il taxi sarebbe arrivato a momenti e ci avrebbe portato all'ospedale. Ho sentito il senso di vuoto espandersi quando ho sentito la puzza invadente degli ospedali, quando non vedevo altro che persone sedute ad aspettare e infermieri correre da una parte all'altra. Davanti alla porta dove è ricoverata mia nonna ci sono tutti: i miei genitori, i miei zii, mio nonno e i miei cugini. Non parliamo per tutto il tempo se non per le poche parole di mia madre per avvisarci che la stanno operando e che è un'operazione molto (troppo) lunga.
La madre di mia madre, nonna Julie, si è sempre presentata ai miei occhi come una donna indipendente, che non ha bisogno di niente e nessuno. E un po' è la verità. Con quel suo accento londinese marcato al massimo e il naso a punta, mi ha sempre un po' intimorito ma con i nipoti si è sempre dimostrata disponibile e gentile. La vedevamo raramente abitando lei a Londra noi a Manchester, ma tutto cambia. Prima di trovare la casa dove abito ora, sono stata da lei per un anno e mezzo. In questo anno e mezzo, pieno di canzoni anni '60 e profumo alla vaniglia (il suo preferito), ho legato con mia nonna quasi come se fosse la mia migliore amica. Mi ha trattato come una figlia e, quando ho trovato casa, ha versato alcune lacrime perché, anche se non lo ammetteva, le sarei mancata molto. Nonostante questo, ogni domenica, fino a qualche mese fa, andavo sempre a pranzo da lei. Sono passati tanti anni e lei non è più quella di prima però, però il carattere forte e menefreghista è rimasto. Ed io le voglio un bene dell'anima per far sì che mi lasci così, all'improvviso.
Rimaniamo seduti su quelle poltroncine scomode per un'infinità di tempo e mi accorgo solo ora di aver lasciato il mio telefono a casa, forse sotto il cuscino. Wes non riesce a stare sveglio anche se sento la paura mangiarselo da qui. Mia madre e mia zia non parlano, stanno vicine tenendosi per mano e guardando un punto fisso davanti a loro. Mio padre è tornato a casa perché deve concludere una causa importante così come mio zio che deve lavorare e i miei cugini che sono troppo piccoli per rimanere così tanto. Così siamo rimasti io, Wes, mia madre, mia zia e mio nonno. Mio nonno è forse quello che mi fa più paura perché non ha detto una parola e sembra non sentire nulla. È fermo come una pietra e non ha intenzione di muoversi. Lui e mia nonna hanno divorziato quando mia mamma aveva quindici anni e mia zia dieci, non si sono più rivolti la parola anche se lavoravano nello stesso posto. Il fatto che sia qui non mi sorprende perché ho capito che se inizi ad amare una persona, seriamente, non smetti più. Così mi ritrovo a pensare ad Harry, al fatto che può essere preoccupato, che non gli ho dato una spiegazione esaustiva e al fatto che, magari, io già lo amo e potrei amarlo per tutta la vita.
Ho appena appoggiato la testa sulla spalla di Wes quando un dottore esce da quella stanza che tiene mia nonna stretta. Guarda mia mamma e mia zia con un sorriso impercettibile e annuisce piano. Il senso di vuoto smette di espandersi in me e per una volta posso davvero dire di essere felice, nonostante tutto.