10. - Green eyes

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Sento le gocce di pioggia bagnare completamente i miei vestiti e i miei capelli. Cammino veloce per sfuggire alle domande silenziose di Harry e ai suoi occhi profondi. Le parole di Caitlyn mi hanno ferita in un certo senso, ma non profondamente perché in mezzo a quelle parole dette così, un po' all'improvviso e un po' senza pensarci, c'è un pizzico di verità. Non parlo con i miei genitori da mesi e se mi chiamassero farei fatica a riconoscere le loro voci. Provengo da una famiglia ricca, sì è vero ma non ne faccio parte. Non mi sento parte di quel mondo finto, fatto di gente snob, di feste di beneficenza con abiti firmati. Ho sempre voluto essere indipendente e non ho mai chiesto soldi ai miei genitori, tranne per l'università. Sto facendo di tutto per trovare un lavoro e gestirmi completamente da sola, senza l'aiuto di nessuno. E poi succede che qualcuno ti ricorda da dove vieni ed è come una secchiata di acqua gelida addosso. Non è colpa di Caitlyn, lei ha solo espresso il suo pensiero riguardo cosa le ho detto tempo fa quando mi chiedeva della mia famiglia e non posso di certo metterla in cattiva luce quando io non mi sfogo con lei su questo argomento. È difficile dimenticare chi eri veramente e evitare le occhiatacce quando affermi che tuo padre è Steve Anderson. Manchester era diventata un luogo pieno di pettegolezzi e di gente che si avvicinava a me solo per uno scopo ed io a questo gioco non volevo farci più parte.
Quando arrivo alla fermata dell'autobus sono fradicia dalla testa ai piedi, Harry dietro di me starnutisce e scrolla le goccioline che cadono dai suoi capelli. Mi guarda senza dire una parole ed io sento i brividi coprire tutto il mio corpo.
"Non sei obbligata a parlarmi o spiegarmi il perché della tua rabbia per le parole di Caitlyn, ma non scappare più. Non da me, Rosie" si avvicina prendendomi la mano ed io, ancora una volta, smetto di respirare senza accorgermene.
"Sbaglio sempre, Harry. Ancora non capisco perché tu sia sempre qui, a ricorrermi" ammetto io.
"Perché ci tengo a te, nonostante sia poco più di un mese che ti conosco. Perché sei la mia fidanzata, perché non voglio che tu stia male" afferma velocemente "ti basta?" mi chiede dopo aver preso fiato.
"Cosa ho fatto per meritarti?" e sentire dalle sue labbra che io sono la sua fidanzata è ancora troppo piacevole e allo stesso tempo strano per me. Ci baciamo così alla fermata dell'autobus mentre la pioggia smette di cadere su una Londra grigia e triste.

Caitlyn mi ha chiamata e mi ha chiesto scusa una ventina di volte per poi invitarmi a bere qualcosa nel suo monolocale, ho declinato l'invito con la scusa della stanchezza. Ma la verità è un'altra: non sono ancora pronta alle sue domande, perché so che ci saranno. Così sono rimasta a casa, con una mega pizza sul tavolino nero al centro del salotto e Wes che guarda un film sdraiato affianco a me sul divano.
"Come stanno mamma e papà?" decido di aprire bocca con una domanda che mi tormenta da quando sono tornata a casa questo pomeriggio.
"Mh?" Wes sembra non ascoltarmi così spengo la tv ignorando i suoi insulti per poi ripetere la stessa domanda.
"E cosa c'entra adesso? Non ne possiamo parlare dopo che finisce il film?" me lo chiede mentre mastica un pezzo di pizza a bocca aperta ed io mi chiedo ancora se abbiamo lo stesso sangue.
"Tu rispondi e basta"
"Manchi a tutti, Rosie. E mamma continua a chiamarti anche se non rispondi"
"Vorrei tornare a Manchester" fatico a dirlo ma lui è l'unico che può capirmi.
"Tra due settimane è il compleanno di nonno, possiamo fare una sorpresa a tutti" propone mentre si alza ad accendere la luce.
"Si arrabbieranno?" ho lo sguardo fisso sulla televisione spenta ma posso immaginare la smorfia che ha preso il suo volto.
"Non credo, cioè magari all'inizio ma poi saranno felici di vederti" dice mentre mi giro verso di lui.
"Stai tranquilla, Rosie. Magari fai venire anche il tuo fidanzato così glielo fai conoscere" le sue labbra assumono la forma di un sorriso malizioso e vedo che prende una sigaretta dal mio pacchetto.
"Non sono affari tuoi!" squittisco io con la voce più alta e le guance rosse "e smettila di rubarmi le sigarette!"
"Troppo tardi!" e sento solo la sua risata mentre corre per andare fuori in balcone.
Chissà se Harry abbia mai visitato Manchester.

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