Jennifer's pov
Le valige sono già state caricate in macchina e alle 7:00 partiamo.
Abbiamo il volo alle 9:00 e in un'ora arriviamo all'aeroporto.
Facciamo tutti i controlli e ci dirigiamo verso l'aereo.
Io sono seduta dalla parte del finestrino, mia madre è di fianco a me con mio fratello mentre all'esterno c'è Freddy.
Metto le cuffiette alle orecchie e accendo la musica.
Non parlo con i miei genitori da quando mi hanno dato la notizia.
"Mi dispiace tesoro" sento dire da mia madre.
Non mi volto nemmeno e l'aereo parte.
Il viaggio è durato 4 ore e di queste ho pensato a Harry 4 ore su 4.
Lo so non dovrei pensarci ma è troppo difficile. Siamo da due parti opposte dell'America e perlopiù abbiamo avuto solo 2 giorni per salutarci. Gli altri 8 lui era impegnato e anche io.
La mia new york. I miei amici. I miei amori. La mia casa. La casa di Harry. La camera di Harry....dove ci abbiamo fatto tante cose.
Tutti I ricordi si fanno spazio nella mia mente e inizio a piangere. Siamo scesi dall'aereo da un'ora e in questo momento varco la soglia della mia futura abitazione.
Mia mamma se ne accorge e mi toglie le cuffie e mi prova a consolare, ma io mi tolgo dal suo abbraccio.
"Ricordati che se sto così è per colpa vostra non per una scelta mia " dico andando verso la mia stanza per mettere giù le valige.
Dopo poco mi volto e noto che mia mamma è sulla soglia della mia stanza e sta piangendo.
"Non sei tu che devi piangere. Ero a metà anno scolastico. I miei voti era molto buoni. Avevo degli amici. Anzi dei veri amici. Fino a un po di tempo fa a New York c'era la mia migliore amica. E avevo un ragazzo. Un ragazzo che mi amava e che non mi avrebbe mai nascosto nulla. Un ragazzo che mi meritava. Un ragazzo che ci teneva ai miei successi, che mi ha consolata in ogni momento della mia vita e che non mi avrebbe mai lasciata. MAI. Tu invece puoi continuare a vedere le persone che ami. Ogni giorno Mamma. Ogni cavolo di giorno le puoi vedere io no." Non ce la facevo più mi dovevo sfogare.
"Jennifer mi dispiace ma io cosa ci dovevo fare. Abbiamo trovato un ottimo lavoro e ogni cosa che avevamo progettato per il futuro è potuta diventare realtà. Dimmi io cosa ci devo fare? Vuoi ritornare a New York dai tuoi amici e dal tuo fidanzato? Ti preparo un biglietto e ci ritorni."dice quasi arrabbiata.
Come se quella incazzata deve essere lei.
"Cosa ci torno a fare a New York? Il mio ragazzo se ne è andato mamma. Se ne andato dall'altra parte dell'America dai suoi genitori. A lui piace New York e per colpa mia si è dovuto trasferire a Seattle. Per colpa mia. Ma tanto cosa te lo dico a fare a te non te ne frega niente lui è la e io sono qua. Anzi secondo me lo sapevi già che lui si doveva trasferire e non me lo hai voluto dire" dico.
"Jennifer io non ne sapevo nulla te lo giuro " dice piangendo di nuovo.
Io invece sono impassibile.
Non voglio più piangere per nessuno. Perché devo essere sempre io quella che soffre?
"Certo " dico sarcastica.
"Quando te lo ha detto?"Chiede lei.
"Sai quando me lo ha detto? Stanotte. Stanotte alle 4:00. Mentre tu facevi dei bei sogni per il tuo futuro o come l'hai chiamato. Io mamma è da dieci giorni che sto male. DIECI cavolo di giorni. Sono una tortura e non immagino come sarà fra un paio d'anni " dico.
"Scusa..."dice lei.
"Cosa possiamo fare?"Chiede.
"Per me? Non potete fare più niente...."dico iniziando a smontare la valigia.
Va di là da suo marito e mi lascia da sola nella mia nuova stanza.
Ma perché io?
Mi ritrovo seduta sul letto con il telefono in mano indecisa se chiamare o no Harry.
Si lo chiamo.
"Pronto?"Chiedo.
"Ciao"dice.
"Hei..tutto bene?"
"Ahm...si per ora si grazie. Tu?"
"Tutto bene grazie " dico trattenendo le lacrime. È tutto così diverso.
"Stai per piangere? Se si io sono qui " dice.
Scoppio in un pianto e gli racconto tutto quello che ho detto a mia madre.
"Heii tu non devi preoccuparti per me okay? Ognuno si fa la propria vita. Tu hai scelto di andare con i tuoi e io ho scelto di andare con i miei. Non possiamo fare niente per rimediare " dice.
"Harry io non ce la faccio a dimenticarti e a dimenticare le cose che abbiamo fatto e passato. Tu?"Chiedo.
"Anche io. E non sai quanto " dice con voce strozzata.
"Sono passate solo 10 ore che non stiamo insieme e siamo già distrutti così? "Chiedo accennando una risata.
"Già. Non immagino fra un paio d'anni.
Beh cosa mi racconti di Miami ti piace?"Chiede.
"Preferirei stare con te mille volte " dico. Non dice nulla.
"Harry?"Chiedo.
"Ci sentiamo più tardi okay? Sono appena uscito dall'aeroporto e sto salendo in macchina. Quando ho più tempo ti chiamo io. Ciao Jennifer " dice. "Ciao Harry..."dico e lui riattacca.
Che vita di merda la mia vita.
Non ho pranzato ne mangiato da ieri sera.
"Jennifer dobbiamo iscriverti nella nuova scuola vuoi venire con me, tua madre e tuo fratello?"Chiede Freddy da fuori.
"No! Io non esco fuori non lo avete ancora capito?"Chiedo avviandomi alla porta della mia camera.
La apro con forza.
"E se voglio uscire esco da sola non con voi!" Gli urlo in faccia.
Senza rendermene conto la mano di Freddy si scontra con la mia guancia provocando un schiaffo.
"Ringrazia dio se siamo qui! Sei molto fortunata ad essere qui!" Urla lui.
Non faccio più di tanto caso al dolore.
"Tu non sai cosa mi rende felice. Tu non sai niente di me Freddy! E giuro che se proverete a toccarmi, parlarmi bene d questa città o qualunque altra cosa che mi faccia stare male, prendo i miei risparmi e ritorno a New York, oppure a Seattle dove la persona che mi ama più di ogni altra cosa al mondo mi sta aspettando " gli urlo contro.
"Che ti ama...adirittura? Ma fammi il piacere. Non sai neanche che cosa significa la parola amore, bambina"
"Io quello che ho detto prima lo mantengo. Ora fammi il piacere di levarti di qui. Tu sei l'ultima persona di questo mondo che dovrebbe parlare d'amore. Tu sei bravo solo a farti i cavoli tuoi e a giudicare le altre persone. Ma a quello che sei tu ci hai mai pensato? Non ti credere tanto figo e ricco che tu non sei proprio niente " concludo uscendo di casa.
Non so dove sto andando. Non conosco la città. E mi chiedo come ho potuto accettare il fatto di dover lasciare la mia amata città.
Sono le 20:58. Infilo le cuffiette e inizio a camminare lungo la riva del mare fino a quando intravedo un fast food. Entro e ordino delle patatine fritte da portare via.
Appena sono pronte esco pagando e mi metto fuori nei tavolini del locale. Apro la confezione di ketchup e quando la provo a premere per far uscire la salsa mi sporco la maglietta.
Ben arrivata a Miami.
Un ragazzo moro, con i capelli a spazzola si avvicina a me.
"Posso esserti d'aiuto?"Chiede.
"No no tranquillo è tutto okay " dico continuando a strofinare il tovagliolo sulla mia maglietta.
"Mi posso sedere qui? O è occupato?"
"Ahm...no fai con comodo".
Ho notato ora che ha gli occhi grigi. Sono davvero belli.
"Come ti chiami?"
Ma cosa vuole?
"Jennifer.. tu?"
"Austin. E quanti anni hai?".
"15. Tu?"
"19. Sei davvero carina sai?"dice.
"Oh...grazie anche tu"dico arrossendo.
Provo ad immaginarmi che lui sia Harry, ma non posso paragonare Austin al mio ex.
"Senti non ti ho mai vista da queste parti..."
"Sì, infatti sono arrivata oggi a Miami. Io sono di New York " dico.
"Ah. Bella New York. L'avrei sempre voluta visitare. Com'è?"Chiede.
"Secondo me è la città più bella del mondo. Non perché è la mia città natale, ma perché è così. È tutto grande, confusionato e bellissimo"dico.
Stiamo a chiacchierare un altro po quando guardo il telefono e vedo che sono già le 21:58.
"Beh ecco io ora devo andare. È stato un piacere conoscerti Austin".
"Piacere mio Jennifer " dice.
Ci salutiamo e mi dirigo verso casa.
Sono stanca e appena entro noto che sono già tutti a letto.
Entro in camera mia e chiudo la porta alle mie spalle.
Sul comodino noto un biglietto.
'Jennifer mi dispiace di averti costretta all'ultimo minuto a venire con noi. Non eravamo consapevoli che ti potessi sentire così male. Ormai ti abbiamo iscritta nella nuova scuola. Domani se ne hai voglia portò portarti a vedere dov'è. Freddy domani inizia a lavorare e io devo cercare lavoro.
Davvero mi dispiace un sacco. La tua mamma.'
Metto il biglietto nel cassetto e mi metto il pigiama per poi andare a letto.