t w e n t y - f o u r

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Taehyung, dopo essersi rifugiato in cucina, lasciò che un enorme sospiro uscisse dalle sue labbra e successivamente mise la busta che aveva con sé sul tavolo di fronte a lui, appoggiandosi con le mani su di esso e rimanendo a fissarla.

Era vero che sì, aveva preso qualcosa da mangiare per Jungkook, ma non era quella la ragione reale per cui aveva fatto pochi minuti fa quella scenata, che avrebbe potuto benissimo evitare.

In seguito, afferrò con timore la boccetta che l'amico gli aveva precedentemente dato e la rigirò piano fra le dita, osservando come, di conseguenza, il liquido bluastro al suo interno si muovesse, agitandosi e creando un bizzarro rumore.

Aveva ascoltato per filo e per segno quello che Nam gli aveva detto riguardo a cosa fare, il modo in cui somministrare il tutto, gli eventuali rischi a cui andava incontro una volta che la sostanza avesse fatto effetto e, soprattutto, i problemi che si sarebbero creati se, per disgrazia, qualcosa non fosse andato per il verso giusto.

Quest'ultima cosa era quella che più aveva turbato Taehyung, che ancora adesso gli dava da pensare, rendendolo alquanto turbato e indeciso sul da farsi.

Era pronto?

Il diretto interessato continuava a rispondere affermativamente a quella risposta, ostinato come non mai, non facendo nient'altro che mentire a se stesso, ma no, in realtà non era così.

Infatti, aveva realizzato che c'erano troppe cose che aveva dato per scontato, troppi aspetti fino ad allora sottovalutati che, se ignorati, avrebbero potuto mandare in fumi ogni suo progetto.

Magari c'era bisogno di aspettare ancora un po', prima di poter agire; doveva osservare meglio la sua preda, studiarla attentamente nei minimi dettagli, in modo tale da preservare la parte più preziosa, più raffinata del suo essere, senza esporla ad alcun possibile rischio.

Ma il rosso proprio non voleva accettare questo aspetto.

Era impaziente come non mai, non riusciva a stare lì, davanti a Jungkook, a far finta di nulla, a trattarlo come un semplice umano, ignorando il fatto che, davanti ai suoi occhi, si trovasse uno dei suoi pasti migliori, reprimendo per giunta, per la prima volta, i suoi istinti.

Non aveva mai avuto bisogno, nella sua lunga e travagliata esistenza, di comportarsi in maniera simile, proprio perché non aveva mai avuto un rapporto, se possiamo chiamarlo così, con una sua vittima.

Di solito, si limitava semplicemente a cercare una persona che soddisfacesse i suoi gusti, catturandola e prendendo quel che gli servisse da lei, per poi sbarazzarsene subito dopo, appena si fosse saziato, fine.

Era così che aveva vissuto per tutto quel tempo.

Per quale assurda ragione avrebbe dovuto nascondere la sua identità a qualcuno che, non appena incontrato il suo sguardo, aveva già intuito la sua fine imminente?

Non ne aveva mai sentito la necessità.

Mai prima di quel momento.

E ora, il povero demone si ritrovava in una situazione tanto complicata, in cui non sapeva neppure cosa fare, che lo stava portando addirittura a dubitare delle certezze in cui aveva sempre confidato.

Perché stava aspettando, dopotutto?

L'anima di Jungkook era lì, per lui, ignara del suo triste destino, a sua completa disposizione.

Sarebbe bastato un attimo e avrebbe potuto placare la sua sete, che man mano si faceva sempre più grande e fastidiosa, ingestibile.

Era vero, non era ancora pronta del tutto, aveva appena iniziato a formarsi, ma nonostante ciò, rimaneva comunque una delle più saporite che il ragazzo avesse mai potuto avere fra le sue mani, pur considerando la sua notevole giovinezza.

Quindi, volendo, sarebbe potuta andare più che bene, aveva divorato anche di peggio nel corso della sua vita.

Però, Tae era estremamente cocciuto, come si poteva facilmente capire, e non sopportava il fatto di dover sprecare in quel modo una prelibatezza di tali misure.

-Se adesso è così... Figuriamoci più in là.-

Forse, era proprio un altro dei suoi numerosi difetti, l'ingordigia, a fermarlo, a farlo stare così sulle spine, bloccato, sospeso fra varie indecisioni.

Stava realmente impazzendo.

Si diceva che, sforzandosi, avrebbe potuto reggere ancora un po', sopportare quel suo senso famelico che lo tormentava.

Ma non per molto.

Nel frattempo, sarebbe stato in grado di gestire quell'umano tanto problematico, causa di ogni sua incertezza, con cui mai prima aveva avuto a che fare?

Le cose stavano andando molto diversamente da quel che si era immaginato.

Insomma, nella sua testa, quando aveva visto per la prima volto il moro, in quelle pietose condizioni nelle quali lo aveva trovato, tutto si era svolto molto più semplicemente.

Chi avrebbe mai immaginato che ci sarebbero state tutte queste, per lui assurde, complicanze?

Nella sua testa ancora risuonavano le parole fredde di Namjoon.

-Non sappiamo se il suo corpo sia in grado di reggere una sostanza tanto forte. Potrebbe ucciderlo, o al contrario funzionare, ma che certezze abbiamo? È una delle pozioni più potenti che abbia quella che ti sto dando. È quello che mi hai chiesto, ora la scelta è tua, TaeTae. Sei tu a dover saper che fare.-

Ripensando a ciò, il giovane si passò una mano tra i capelli, arruffandoli completamente, come se volesse, in quel modo, scacciare ogni tormento via, lontano da lui.

Tutto stava in quella boccetta.

Avrebbe potuto porre fine a ogni sua speranza, oppure fargli raggiungere con un semplice gesto il suo scopo iniziale.

Ma valeva la pena rischiare?

Taehyung non lo sapeva più.

E la conversazione avuta con il maestro non aveva fatto altro che aumentare la sua insicurezza e ansia.

Non sarebbe successo nulla di ciò con un qualsiasi umano.

-Ma nemmeno il risultato finale sarebbe stato lo stesso, con una persona diversa da Jungkook.-

Si disse fra sé e sé il ragazzo, ancora con le dita fra la folta chioma.

Nam aveva ragione, la scelta era solo sua.

Spettava solamente a lui decidere se tentare o no.

Non avrebbe più trovato, nemmeno a distanza di anni, anzi secoli, un'anima come quella, su questo non c'erano dubbi.

Ma cosa avrebbe fatto, se l'avesse distrutta con le sue stesse mani?

Avrebbe avuto questo rimpianto per tutta la sua esistenza, dato che non poteva porvi fine?

Già, quel particolare era uno di quelli che più odiava della sua natura; non poteva, come quegli stupidi umani, morire, cosa che a quegli esseri invidiava tantissimo.

Non poteva, come loro, sbarazzarsi di ogni suo problema uccidendosi.

Non gli era permesso, se non in casi estremamente eccezionali, ma a cui, ovviamente, lui non poteva ricorrere.

Era costretto a sopportare noiosamente lo scorrere del tempo, tenendosi occupato con solamente il cibarsi di appunto, anime.

Taehyung ritornò a guardare l'oggetto datogli prima, che avrebbe potuto segnare non solo il destino di Jungkook, ma anche il suo.

Un urlo di frustrazione uscì dalle sue labbra, facendogli poggiare la fronte sul tavolo che gli stava vicino, fino a quando una voce alle sue spalle non lo fece improvvisamente sussultare.

-Tae, ho fame!-

Monster; v k o o kDove le storie prendono vita. Scoprilo ora