t h i r t y - n i n e

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Taehyung moriva dalla voglia di poggiare le proprie labbra su quelle carnose, piene, dell'altro; forse era stato così fin dal primo momento, in fondo.

Aveva bramato così dannatamente tanto quel contatto -a suo parere sicuramente paradisiaco- fin dal primo breve istante in cui aveva posato i propri occhi assetati di sangue sulla sua figura minuta, debole come mai aveva pensato potesse ammirarne una, in quel meraviglioso stato in cui si trovava più vicino alle braccia fredde della morte che della vita, da cui sapeva per certo che non sarebbe stato deluso, se solo ciò gli avesse permesso di fare quell'angelo suo.

Magari, pur non accorgendosene inizialmente, dentro di sé capiva alla perfezione che non sarebbe riuscito a resistergli, era praticamente impossibile, nonostante ci avesse provato tanto in ogni modo a lui permesso.

Ma con Jungkook nulla sembrava bastare, nulla pareva poter essere capace di fermarlo, di separarlo dal rosso, che l'ultima cosa che realmente desiderava era proprio quella, soprattutto dopo tutto ciò che aveva fatto per evitare esattamente quello.

E la stessa cosa fu per il moro, il quale non fu in grado di allontanare il maggiore quando varcò sfacciato tutti i limiti infrangibili.

Al contrario di quel che si potrebbe pensare, il loro bacio non fu nulla di selvaggio o altro, anzi; Taehyung eliminò con -forse anche fin troppa- fastidiosa lentezza la distanza davvero insignificante ormai rimasta fra i due, dando vita a quello che fu uno scambio di sentimenti trattenuti e nascosti inutilmente, fatto con calma, adagio, colmo di una miriade di sensazioni troppo contrastanti fra loro per poter essere identificate in quel preciso momento, dove sembrava a entrambi di star toccando con un dito la fine del cielo.

O forse del loro destino, già incriminato?

Da un lato la paura di lasciarsi andare fra quelle braccia quasi del tutto sconosciute regnava sovrana, dall'altro il desiderio irrefrenabile di farlo quanto prima, di dire basta a pensieri pieni di una coscienza, di un senso di responsabilità da cui, giunti a questo punto, non avrebbero ottenuto più nulla se non un accumulo di confusione su altra confusione pareva predominare.

Un attimo, solo un piccolo attimo, poi ogni cosa sarebbe svanita nel vuoto a cui, dopotutto, tutti apparteniamo; non appena si sarebbero separati nulla di ciò sarebbe più esistito, come se non fosse mai neppure accaduto.

Ma era vero davvero così?

Potevano dimenticare quel sapore tanto dolce, soave, atteso con evidente, ardente necessità, diffusosi ora rapidamente per i loro corpi in subbuglio, quasi quanto i loro cuori impazziti?

Era troppo dolce, troppo dannoso.

Le loro lingue intrecciate a formare una cosa sola, i loro respiri sospesi, le menti totalmente annebbiate.

Ma allora andava bene così.

I minuti passavano crudeli, famelici, però nessuno fra i due pareva minimamente accorgersene, non vi davano affatto peso, troppo impegnati a imprimere in maniera perpetua quel gusto proibito, provato per la prima volta, che forse non avrebbero dovuto mai sentire proprio.

Però, in fondo era sempre stato troppo allettante infrangere le regole, soprattutto in quella circostanza dove quella sarebbe dovuta essere l'unica cosa che avrebbero dovuto evitare sia uno che l'altro, no?

Era andata così da secoli, il pericoloso, il proibito aveva avuto maggior fascino dell'ordinario in ogni circostanza, da quelle maggiormente banali alle serie, e di certo i fatti non sarebbero mutati ora proprio a causa loro e delle loro azioni guidate dai desideri magari dannati, magari necessari per placare la loro curiosità, che pian piano nasceva e si faceva sempre più asfissiante ogni istante che semplicemente si scambiavano uno sguardo di sfuggita, facendo successivamente finta di niente.

Loro però sapevano, forse fin troppo.

Se ne sarebbero pentiti, chissà quando?

Sicuramente non adesso.

Jungkook quando vide il viso del maggiore avvicinarsi definitivamente al proprio si chiese a cosa stesse veramente andando incontro, incosciente come poche volte si era sentito prima di allora.

C'erano troppi piccoli, apparentemente insignificanti dettagli che non riusciva a capire, ai quali non sapeva dar una spiegazione, troppo che non quadrava, troppi dubbi che lo tormentavano, che lo facevano esitare ogni qualvolta voleva solamente dimenticarsi di ogni cosa.

Ma in quell'istante non esisteva più nulla, solo quel piacevole contatto di cui si stava inebriando, quelle scariche di brividi che le loro bocche scatevano mentre si divertivano a giocare a qualcosa che avrebbe inevitabilmente finito col ferirli.

Ma se non fosse stato così? Se le cose fossero andate diversamente da ciò che era previsto?

Non potevano cambiare l'ordine delle circostanze, l'avvenire, la mano del destino, se solamente lo volessero?

Ma proprio qui stava il problema, forse addirittura il principale, il più complicato da risolvere, da decifrare.

Loro cosa volevano realmente?

Non erano ancora in grado di rendersene conto con precisione.

Le idee sia dell'uno che dell'altro erano ben poco chiare, ormai sembravano limitarsi a seguire il flusso del tempo e lasciare che agisse su di loro, incapaci di fermarlo, di fermarsi.

Una cosa però era sicura, tutti e due non volevano veder sparire la figura a cui ora si stavano concedendo dal loro prossimo sbaglio.

Ma nel frattempo, parevano non rendersi conto che nemmeno i momenti migliori erano purtroppo destinati a durare per sempre.

🌱

È da tantissimo che non aggiornavo lo so, scusatemi, ma con la scuola non riesco ad avere un attimo di pace, mi dispiace.
Inoltre perdonatemi se il capitolo non è troppo lungo o se ci sono errori, cercherò di rimediare.

Monster; v k o o kDove le storie prendono vita. Scoprilo ora