Il sangue iniziò a scorrere limpido, scarlatto, fuoriuscendo da quei corpi considerati impuri, ignobili da colui che poneva fine alle loro esistenze con una freddezza quasi invidiabile, tetra, spaventosa.
I poveri malcapitati non ebbero neppure il tempo necessario per capire cosa stesse succedendo, e soprattutto perché tutto ciò stesse toccando proprio a loro, che in fondo in quel contesto non avevano fatto nulla di male se non ritrovarsi succubi degli scherzi del tempo, che già il rosso, dopo averli squadrati con attenzione uno ad uno, girando lentamente intorno al tavolo di fronte a cui stavano seduti e prendendo tra le mani il viso di ogni singolo giovane, analizzando nell'arco di qualche secondo con chi avesse a che fare, aveva ormai deciso il da farsi riguardo al loro destino.
Almeno c'è da dire che la cosa fu notevolmente rapida: nessuno provò eccessivo dolore, e per questo il demone pensò di essersi mostrato anche un po' troppo clemente.
Non si piegò minimamente davanti alle lacrime che copiose sfiorarono per l'ultima volta quella pelle calda, come segno di un malinconico addio;
non esitò davanti alle urla di disperazione, che continuarono disperate a risuonare fra quelle mura sorde fino all'ultimo respiro sommesso che le labbra furono in grado di contenere;
non si fermò neppure istante, mosso dalla compassione che probabilmente nel suo cuore ancora si celava, quando fu supplicato di essere Pio, di evitare quella carneficina stomachevole, di tener ferma la mano che minacciava morte e afferrare i sentimenti di misericordia che doveva pur possedere, anche se in maniera accennata, e permettere che quel desiderio di speranza fosse esaudito;
non accennò a smetter di vedere le sue mani colorarsi di quel colore vermiglio neanche quando si rese conto che ormai le vene in quegli esseri non pulsavano più, che i tremori avevano dato definitivamente a cessare, come i lamenti dovuti alle ferite evidenti che man mano venivano a formarsi.Perse il controllo totale di sé, e non ci fu più modo per evitare che quello spettacolo avvenisse.
Quelle strazianti grida di dolore vennero sentite, oh eccome se vennero sentite, era impossibile evitarlo; ciascun presente, rinchiuso in quell'edificio che mai si era rivelato così poco sicuro, non appena udì arrivare alle sue orecchie quei suoni macabri capì all'istante lo scempio che si stesse verificando, ma non ebbe il coraggio, la prontezza di agire per fare altro se non rimanere immobile a sbarrare gli occhi, proprio perché era a conoscenza di chi ci fosse realmente dietro quell'opera.
Taehyung in quel luogo era considerato quasi come una leggenda, un mito, per chi aveva avuto negli anni l'opportunità di conoscerlo -al contrario di quelle povere vittime che di lui avevano solo ascoltato le dicerie che si raccontavano in giro- ma di certo non aveva una buona fama, poco ma sicuro.
Quando il silenzio tornò a regnare e la prima parte fu compiuta, il demone lasciò cadere il suo corpo a terra e si inginocchiò stremato, facendo cadere il capo all'indietro e riprendendo un attimo il fiato, fattosi corto in seguito alla fatica che cominciava a mostrarsi.
Chiuse gli occhi per qualche istante, mentre il suo respiro echeggiava nella stanza che ora ospitava solo lui e sorrise, sorrise come da tempo non gli capitava più di fare.
L'odore del sangue fresco si espandeva per le sue narici, avide di bearsi di ciò che per così tanto non aveva potuto assaporare, e in seguito guardò le sue mani, completamente sporche.
Avvicinò le dita affusolate alle labbra e con il pollice ne sfiorò la carne morbida, facendo così diventare anche la bocca della stessa tinta dei suoi capelli, che ora era diffusa ovunque.
Non poté negare in quel momento di sentirsi completo in ogni parte di sé, come se fosse rinato, come se la terra si fosse squarciata in due solo per graziare lui e donargli nuova vita, insieme a un gioioso dono, un inizio per la sua seconda esistenza, luminosa come non mai.
Era tutto tornato perfetto, lui era tornato se stesso, quel che davvero lo caratterizzava per la sua natura.
Fatto ciò si concentrò su quei corpi stesi ancora accanto a lui, dalle espressioni così serene e calme che pareva quasi stessero solamente dormendo.
Fissandole Tae si disse che magari aveva fatto persino un favore a quei ragazzi, che aveva privato delle sofferenze che tormentavano il loro essere.
Dopotutto, avrebbero dovuto essergli grato, vedendo le cose da quel punto di vista.
Il giovane stette un altro po' seduto lì, guardando con aria soddisfatta quel che era stato in grado di compiere, prima di passare al passo successivo, l'ultimo e nonché più importante, il maggior atteso, ciò che poi era la ragione principale di tutto quello spargere di sangue, di quel distruggere con fermezza, di quel far finta che nulla importasse.
E in quell'attimo, al solo pensare di riavvertire in sé il calore di un'anima dopo tanto tempo, al ricordarsi di quelle antiche sensazioni che tanto lo avevano scosso in passato, egli non fu capace di preoccuparsi del suo prediletto, dell'obiettivo che si era cercato di porre, di restar fedele solo a lui fino a quanto non fosse stato necessario.
Non ce la fece, dovette prendere quelle anime e farle sue.
Quando adempì al suo volere, bramoso com'era di metter fine a quella sete il prima possibile, fu addirittura in grado di ignorare l'esistenza di Jungkook, concentrato solo su quelle azioni che adesso si accingeva a compiere pur di sentirsi un'ultima volta bene, pur di rendersi conto che non stava sognando, che ce l'aveva realmente fatta.
Se ne sarebbe pentito in seguito?
L'avrebbe scoperto più tardi, quando sarebbe tornato dal suo piccolo, ingenuo umano e avrebbe affrontato lo svolgersi delle cose.
In fondo, stava agendo in quell'istante anche per lui.
E successivamente, quando si sarebbe alzato e diretto verso quelli che pregavano ora per la propria salvezza, avrebbe continuato a spargere ancora altro sangue, sempre per lui.
Per il loro bene.
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lo ammetto, mi piace scrivere capitoli così.
ecco i lati positivi di quando stai male e non vai a scuola:
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Monster; v k o o k
Fanfiction- with your sweet blood I'll pay for all of my sins. Dove Taehyung è solo un ostinato demone che non desidera altro che l'anima di Jungkook. [ c o m p l e t e d ✓ ]