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Jungkook lasciò che le lacrime scivolassero copiose sulle sue candide guance, mentre stava seduto in quel buio e sporco angolo, con il capo chino e le gambe minute strette forti al petto, impaurito, con la sua ombra diventata l'unica fedele compagna che avesse, la sola di cui potesse fidarsi.

Aveva le palpebre inaridite dal gran piangere, tanto che fu costretto a serrarle con forza per qualche secondo.

Non sapeva da quanto tempo si trovasse in quelle condizioni, aveva perso la percezione dello scorrere del tempo; doveva essere certamente troppo.

Sentiva un dolore incessante e persistente al petto che non riusciva a far svanire in nessun modo, inoltre la gola gli bruciava tantissimo a causa delle grida continue che emetteva per la sofferenza.

Stava pian piano impazzendo, nella peggior delle maniere.

Cosa stava succedendo?

Era solo, di nuovo.

Lo era sempre stato, dopotutto.

Ma che stavolta fosse per sempre?

Al solo pensiero, il castano avvertì una scarica di brividi percorrergli spietatamente la schiena; il panico si stava impadronendo di lui, controllandolo a suo completo piacimento.

Il ragazzo allora, esasperato, si guardò nuovamente intorno, con la speranza che qualcuno avesse finalmente sentito le sue urla strazianti e che avesse percepito la sua disperata, supplichevole richiesta d'aiuto, però l'unica cosa che notò, come prima, fu nient'altro che l'atroce, orrenda oscurità, la quale sembrava aspettasse solamente il momento più propizio per risucchiarlo con le sue possenti e squallide braccia, di cui non avrebbe mai nella sua vita voluto percepire il calore.

Aveva paura, tanta paura.

Non ce la faceva più, si sentiva come se stesse morendo.

Perché doveva subire tutta quella ingiusta, insensata tortura? Cosa aveva fatto di talmente terribile e meschino per meritare ciò?

Non riusciva proprio a capirlo, ma sapeva solo che non poteva farci nulla; doveva restare lì, a sopportare in silenzio ogni cosa, immobile, senza poter replicare o cercare di fare altro.

Non c'era modo di reagire, doveva accettarlo, nonostante non ne fosse affatto in grado.

Era intrappolato in quell'incubo e non sembravano esserci vie di fuga possibili.

La libertà, la pace, la tranquillità che aveva perduto, che gli erano state sottratte in un battito di ciglia parevano così dannatamente distanti, se non irraggiungibili, ai suoi grandi e innocenti occhi, privi di qualsiasi, crimine o peccato, così come il suo tenero corpo e soprattutto la sua dolce, allettante, pura anima, come nessuna lo era mai stata prima d'ora.

Per quanto tutto questo sarebbe ancora continuato?

Mentre tutto ciò accadeva, da lontano qualcuno osservava minuziosamente il giovane con sguardo interessato, curioso, desideroso, preparandosi ad andare da lui al fine di terminare quella insopportabile agonia che tanto sembrava straziarlo da un tempo indefinito, di cui voleva liberarsi quanto prima.

Tale improvviso, avventato intervento lo avrebbe salvato o, al contrario distrutto, fatto a pezzi una volta definitiva?

Lo avrebbe scoperto presto, prima di quel che lui credesse.

Bisognava solo essere pazienti e non aver fretta.

Monster; v k o o kDove le storie prendono vita. Scoprilo ora