leggete la nota a fine capitolo.
Jungkook in poco tempo finì col perdere del tutto la cognizione del tempo.
Non riusciva più a capire da quanto si trovasse immerso nell'acqua; non aveva idea se avesse davvero intravisto di sfuggita il sole sorgere o tramontare, notando i suoi raggi farsi man mano flebili all'infrangersi sulla sua pelle, oppure se fosse soltanto stata una sua impressione e la vista gli avesse giocato un brutto scherzo.
A tratti aveva così freddo da voler soltanto uscire fuori da lì e correre sotto un bel paio di coperte calde, abbracciato al suo Taehyung, mentre in altri momenti si ritrovava a immergere ancor di più, dato il caldo asfissiante che avvertiva in volto.
A malapena ce la faceva a stringere la mano del demone con la poca forza che sentiva e infatti, se non fosse stato per questo che non la lasciò andare nemmeno per un singolo istante, lui ci avrebbe rinunciato da un bel po'.
Nonostante il torpore evidente il viso del giovane gli era sempre rimasto ben chiaro, così come il piacevole conforto che il suo corpo, disteso proprio vicino a lui, gli portava.
Ormai non si sforzava neppure più di dare una spiegazione coerente a quella situazione; evidentemente era quello il destino che gli spettava, in fondo non era neanche chissà quanto sorpreso, o forse ora non aveva le energie necessarie da sprecare in quel modo, all'apparenza futile.
Tae gli rimase accanto, a volte iniziando a cantare una dolce melodia con la sua voce pulita e limpida per calmarlo, altre accarezzandogli piano i capelli e ripetendogli che non doveva temere nulla, che lui era lì e che non sarebbe mai andato via, mai più.
Aveva ragione, aveva realizzato il sogno che al minore pareva esser stato dal principio tanto caro, seguito da lontano con un barlume di speranza misto a quell'aria da sognatore che aveva illuminato i suoi occhi: di restare insieme fino alla fine, e così era.
Nessuno aveva vinto, nessuno aveva perso.
Era ciò che avevano veramente entrambi voluto?
Chi può dirlo, di fronte alla costante cupidigia del cuore, che sembra esser così comune quando si tratta di riuscire a illudersi di possedere qualcuno e comandarlo secondo i propri gusti!
A quel punto, pentimenti o meno, ciò che era fatto era irrimediabile.
-Jungkook, riesci a sentirmi?-
Chiese a un tratto il rosso con la voce incrinata, data la consapevolezza di non poter più rimediare di fronte all'evidenza degli effetti del passato.
Di rimando, il minore annuì flebilmente, cosa che portò ancor di più Taehyung a esitare dal continuare ma, se non parlava ora che era giunto il fatidico momento, quando lo avrebbe fatto?
Per cui si decise e, prendendo un bel respiro, con la mano libera cominciò a tracciare il profilo perfetto che ammirava, nel frattempo cominciando a pronunciare frasi costantemente trattenutosi dall'ammettere, troppo orgoglioso, troppo codardo.
-Immagino quanto strano possa sembrarti, ma credimi, mi dispiace...Per tutto.-
Non aveva neppure aperto bocca e già si sentì obbligato a fermare, col rischio che avrebbe potuto perdere il controllo e peggiorare soltanto le conseguenze dell'avvenire.
-Ci sono tante, decisamente troppe cose che ti ho nascosto, che ho ripetuto prima o poi ti avrei spiegato, solo che davvero, non ci riesco, non ho la minima idea da dove dovrei partire, perdonami.-
Il ragazzo sentendolo sorrise debolmente; stavolta era un sorriso amaro, come se fosse tardi per rendersi conto della verità celatasi dietro quel discorso intrapreso, che non era neppure convinto il demone sarebbe riuscito ad affrontare.
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Monster; v k o o k
Fanfiction- with your sweet blood I'll pay for all of my sins. Dove Taehyung è solo un ostinato demone che non desidera altro che l'anima di Jungkook. [ c o m p l e t e d ✓ ]