f i f t y

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Nel frattempo Jungkook, in assenza dell'altro e totalmente solo in quella casa che ancora non conosceva bene, nonostante si trovasse da parecchio lì, poiché non aveva nessuno a fargli compagnia aveva avuto tutto il tempo del mondo a disposizione per sistemarsi con calma e far quel che più gli pareva: aveva preparato, come gli era stato raccomandato prima dal rosso, l'occorrente necessario per andare via -verso dove ancora non era chiaro né per uno né l'altro, a essere sinceri- riflettendo accuratamente su quel che fosse meglio tralasciare o no, data appunto la mancata conoscenza del posto in questione, impiegandoci forse più di quel che sarebbe stato necessario, ma non avendo d'altra parte alcuna ragione per andare di fretta e correre, o almeno secondo quel che sapeva lui.

Probabilmente infatti, se solo il demone fosse stato allora presente, avrebbe avuto molto da ridire al riguardo e, con il suo solito atteggiamento, pur non volendo sarebbe comunque riuscito in men che non si dica a mettere sotto pressione e in notevole agitazione il giovane, senza un motivo al momento apparente o abbastanza valido.

Ma era proprio qui che si celava il problema principale: Tae non c'era, e il moro dentro di sé si sentiva invaso da un profondo stato di solitudine, che un po' gli pareva familiare, come se già fosse stato suo senza che se ne rendesse conto, al quale associava però una sensazione tutt'altro che piacevole, anzi; troppi ricordi orrendi si scatenavano in lui al solo soffermarsi qualche istante di più sulla questione.

Eppure, a causa di ciò il ragazzo si ritrovò, non accorgendosene neanche totalmente, a constatare una verità che in fondo era da un po' che aveva afferrato, alla quale però evidentemente non aveva prestato abbastanza attenzione e aveva finito con il sottovalutare: senza il rosso al suo fianco era come perso, vuoto, inutile, come se la sua presenza costituisse un tassello fondamentale nella proprio vita, senza cui nulla riusciva ad andare nel modo in cui avrebbe dovuto.

Era un senso di mancanza strano, fastidioso, che più i minuti passavano più cresceva a dismisura, facendosi insidioso e pungente.

Non riusciva a capirne a pieno il senso, ma comunque lo avvertiva lacerargli dentro, divorarlo pian piano, strappandogli con voracità ogni singola membrana.

E Jungkook era sicuro di una cosa cosa al riguardo, ovvero che non andasse affatto bene.

Legarsi a qualcuno in quel modo pur conoscendo a malapena il minimo e indispensabile su di lui non andava affatto bene, vero?

Allora perché continuava? Perché non riusciva a decidersi a prendere una posizione salda e irremovibile, tralasciando i sentimenti che interferivano con la razionalità, l'unica a cui davvero avrebbe dovuto dare ascolto?

Probabilmente perché, ai suoi teneri occhi innocenti, nulla era allettante e soddisfacente come quella scarica di adrenalina che si era diffusa nella questione di secondi dentro di sé, che era consapevole di poter risentire solo con una persona, di cui c'era bisogno di specificare l'identità evidente.

Perché, per quanto male potesse fargli, Tae lo faceva sentire dannatamente bene, in un una maniera nuova, tutta sua, che convinceva sempre maggiormente il più piccolo a ripetersi che ne valesse la pena, che non ci sarebbero mai stati altri a renderlo così vulnerabile, anche attraverso un singolo bacio, una singola carezza, un singolo sorriso.

Perché, se essere felice significava rischiare, il moro si sarebbe giocato tutto quel che aveva, fino all'ultimo, se si trattava di lui.

Perché in cuor suo sapeva di non esser capace di mentire, che non ci sarebbe voluto molto prima di scoppiare definitivamente.

Era tanto terribile ammettere di aver cominciato a provare qualcosa nei suoi confronti?

Ancora non sapeva esprimere con chiarezza di cosa si trattasse: se quello fosse davvero amore, nel suo senso più puro e sincero, qualcosa di temporaneo, passeggero come una lussuriosa attrazione, oppure tutt'altro ancora.

In ogni caso, Taehyung avrebbe sempre affermato di non meritare nulla di tutto ciò, in qualunque forma esso si mostrasse.

Come dargli torto, essendo consapevole del fatto che non ci sarebbe stato modo per non far soffrire quella creatura, che non poteva far a meno di voler sua?

Eppure, anche lui voleva osare per una volta; voleva provare quella sensazione che ti fa tremare le gambe, creare le farfalle nello stomaco, tremare al solo pensiero di ciò che lui aveva paura di chiamare affetto.

Già, persino uno come il rosso era capace di temere, di essere terrorizzato; quel che non poteva controllare era da classificare tra i suoi peggiori nemici.

Jungkook, preso da troppi pensieri, successivamente lasciò per un attimo da parte quel che stava facendo e si sedette a terra, gettando la testa all'indietro per appoggiarla vicino alla testiera di quello che era diventato il suo letto, sospirando.

Come avrebbe fatto ad uscire da quel vortice di situazioni?

Forse non poteva e basta; avrebbe dovuto scottarsi con le fiamme ardenti, vivide dell'inferno per riuscire nel suo intento.

Sarebbe riuscito a trovarne l'audacia?

Se solo avesse saputo...

Guardò di fronte a sé e notò come quella stanza, già misera, ora fosse -anche per merito dell'altro- ridotta ai minimi termini, quasi del tutto spoglia, addirittura più di prima, se possibile.

-A cosa mi sono ridotto?-

Si chiese davanti a quella scena, porgendo a se stesso una domanda che purtroppo sarebbe potuta rimanere soltanto come tale, dato che la risposta forse non sarebbe mai arrivata, incapace di essere pronunciata con la giusta precisione che occorreva.

Forse c'era troppo da dire, forse niente se non una singola cosa, troppo ovvia ma allo stesso tempo notevolmente difficile da constatare così, su due piedi.

Da solo ci sarebbe arrivato, senza l'aiuto di nessun altro?

Magari c'era qualcuno che non voleva, ed era più vicino al giovane di quel che lui realmente potesse capire; si trattava solo di questione di momenti, nient'altro.

Magari era persino accanto alla sua figura, in quel preciso istante, mentre lui se ne stava spensierato a riflettere su quel che significasse avere a che fare con uno come il maggiore, incurante dei pericoli che non aspettavano che coglierlo nell'istante migliore e approfittare di tutte le sue debolezze, di tutti i suoi incubi peggiori, nascosti proprio affinché nessuno ne conoscesse la natura raccapricciante.

Il tempo di organizzare e studiare meglio il tutto e Jungkook si sarebbe trovato faccia a faccia con una sorpresa inaspettata.

Monster; v k o o kDove le storie prendono vita. Scoprilo ora