t w e n t y - s e v e n

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-Mh, quindi dovrei prima fare così, poi...-

Taehyung, ritrovandosi di nuovo vicino a quei dannati e odiosissimi fornelli, che tanto ultimamente lo stavano mettendo in difficoltà, provò a ricordare quel che gli avesse detto di fare Jungkook prima, mentre si guardava intorno spaesato e, per giunta, circondato solamente da utensili mai visti prima, non sapendo neppure come usarli.

-Sì, ecco, allora, ci sono...-

Continuò a balbettare questo, posizionando meglio la padella sul fuoco e iniziando a mettervi dentro un po' d'olio, incerto, con le mani che quasi gli tremavano per l'agitazione improvvisa che era nata in lui.

Come faceva a finire sempre in situazioni del genere non lo avrebbe mai capito.

Tutta colpa del suo stupido, immenso orgoglio.

Se solo non fosse stato così cocciuto e avesse risposto sinceramente alla domanda del moro, a quest'ora avrebbe avuto un problema in meno e soprattutto non avrebbe sprecato del tempo prezioso in quella maniera, così sciocca.

Ma no, doveva sempre complicare tutto, qualunque atteggiamento assumesse; era più forte di lui, non poteva farne a meno.

Era stato sempre così, dopotutto, e di certo le cose non sarebbero cambiate ora a causa di un umano insignificante, comparso da un secondo all'altro nella sua esistenza.

O almeno così lui credeva, inizialmente.

-Forse non è abbastanza? Un altro un po' non dovrebbe guastare, credo...-

Indeciso su come agire, il ragazzo aggiunse ancora del liquido nell'oggetto che reggeva per il manico, sorridendo poi soddisfatto; si convinse che almeno, pian piano, stesse riuscendo a fare qualcosa, anche se non chissà che.

Ma non era esattamente così.

Infatti, aveva passato i dieci minuti precedenti a fissare Jungkook, cercando di vedere che facesse, per magari prendere spunto da lui e riuscire a fare quel che gli aveva chiesto.

Però non era servito a molto, poiché era praticamente impossibile per il rosso riuscire a comprendere che diamine stesse combinando, data la velocità con cui si muoveva.

A malapena era stato capace di seguirlo con lo sguardo, mentre andava avanti e indietro per la stanza, spostandosi da un angolo all'altro del luogo, riuscendo contemporaneamente a tenere sotto controllo tutto ciò che stesse preparando.

Come poteva riuscirci?

Ora però arrivava il peggio, la parte forse più complicata.

Successivamente Tae diede un'occhiata al cibo accanto a lui e osservò di sfuggita il minore, che era ancora totalmente concentrato sulla sua pietanza, sembrando estraneo al mondo circostante, come se esistessero in quel momento solo lui e quella dannata cucina.

Per cui, infastidito e alquanto irritato da quanto i suoi gesti fossero naturali, quasi spontanei, sbuffò e, sentendo di essere stato appena ferito nel profondo del suo orgoglio decise che, in un modo o nell'altro, anche lui avrebbe cucinato esattamente come il più piccolo, se non addirittura meglio, a qualunque costo.

Non era possibile che non fosse capace di compiere un gesto apparentemente tanto semplice, banale, alla portata persino della maggior parte degli esseri umani, e non alla sua.

Quel pensiero lo stava letteralmente facendo impazzire; più ci rimuginava su, più sentiva il sangue ribollirgli nelle vene.

Doveva solo mettere quella roba nella padella e controllarla ogni tanto per far sì che non facesse la stessa fine di prima; questione di un misero attimo, no?

Monster; v k o o kDove le storie prendono vita. Scoprilo ora