f i f t y - o n e

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Non ci volle moltissimo affinché Jungkook capisse che qualcosa non stesse andando per il verso giusto.

Dopotutto, come avrebbe potuto esser capace di ignorare quella fin troppo strana presenza che dava evidenti segni di vita? Essa stessa non glielo avrebbe mai permesso, in alcuna maniera.

Doveva accorgersi di lui, a qualunque costo; non importava come, era assolutamente indispensabile, non si poteva evitare.

Quella familiare aria gelida, frizzante, che sentiva penetrargli fin dentro il profondo del più piccolo spazio nelle sue deboli ossa, dandogli l'impressione che il suo corpo stanco, pur nonostante il freddo che lo disturbasse, fosse sul punto di bruciare e prendere fuoco nella questione di pochi, insulsi secondi; quell'atmosfera cupa, lugubre, carica d'ansia e un insieme di variopinte sensazioni più che negative, nata tutta d'un tratto dal vuoto assoluto, con l'unico e diabolico intento di incutere nient'altro che terrore nel solo individuo che se ne stava lì, non avendo nessuno a cui chiedere aiuto, come se fosse stato tutto creato appositamente da qualcuno ad uno scopo ben preciso, prima inesistente, ora impossibile da far finta di non avvertire infrangersi sulla propria pelle scossa in men che non si dica da un alternarsi irrefrenabile, sconnesso, di brividi; quel presentimento che porta l'istinto umano, nei casi davvero critici e a suo giudizio maggiormente pericolosi, a desiderare di scappare e correre via quanto più velocemente le gambe e il fiato permettano dalla minaccia imminente, che continuava a crescere a dismisura, senza conoscer il minimo segno di tregua: ogni cosa si ripeteva come una seconda volta, se non in modo addirittura peggiore della prima.

Inutile dire il ragazzo fin dall'inizio fu terrorizzato di rivivere quell'incubo già assaporato prima, al cui solo ricordo tremava nello stesso modo di una foglia, succube del vento spietato che incurante imperversa, fino a fargli perdere l'ultimo accennato sostegno che ancora possiede.

Perché doveva sopportare quell'agonia terrificante?

-Ragazzino, ti sono mancato, non è vero?-

Il timbro di voce già conosciuto, che tutto era tranne che rassicurante e affettuoso -ciò che invece l'umano avrebbe di gran lunga preferito sentir risuonare nelle sue orecchie in quell'attimo- non fece che mettere maggiormente a disagio il povero malcapitato, che niente chiedeva di così tanto particolare e bizzarro se non di essere lasciato stare, abbandonato alle sue riflessioni in attesa del ritorno di quello che chissà ora dov'era, quando più era necessaria la sua presenza.

Jungkook restò rigorosamente immobile, senza tentare di accennare al minimo, singolo movimento, persino quando si rese conto che la sua pelle nuda stesse pian piano venendo accarezzata con un'attenzione snervante, per niente richiesta, mentre i suoi respiri si alternavano dall'essere trattenuti inconsapevolmente al susseguirsi in modo irregolare, facendo trasparire da essi quanto la sua agitazione potesse essere elevata.

I suoi pensieri continuavano a restare gli stessi e identici, non mostrando il minimo segno di alcun mutamento, rimanendo solo due, indipendentemente da ciò che stesse avvenendo o da quelle mani gelate che si spostavano con curiosità in ogni parte del suo corpo.

-Dov'è Taehyung? Perché non è ancora tornato?-

Era sbagliato sperare nel suo arrivo affinché potesse esser capace di far quel che a lui stesso non riusciva, ovvero salvarsi tenendo conto delle proprie, uniche forze, seppur non così potenti come magari sarebbe stato necessario?

Il moro era posseduto dal panico a tal punto da non trovare il coraggio di aprire bocca nemmeno per protestare, per urlare, per sfuggire da quella situazione di cui non capiva nulla, provando almeno attraverso quel che poteva di liberarsi da un qualcosa di cui non sapeva neanche la natura.

Monster; v k o o kDove le storie prendono vita. Scoprilo ora