f o u r t y - s i x

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C'era una cosa abbastanza importante che però Taehyung non aveva considerato, dimenticandosene completamente e ricordarsene solo all'improvviso, quando era necessario.

Per questo, spalancando gli occhi non appena nella sua mente la realizzò, travolto come da un improvviso fulmine che gli illuminò le idee, mentre ancora cercava varie scartoffie sparse per la casa lasciò perdere tutto e, uscendo fuori dalla pila non indifferente di carte e altri oggetti sotto i quali era pian piano finito senza neppure accorgersene, abbandonò la stanza, incurante del casino enorme che avesse combinato -e ora abbandonato a terra- e corse verso le scale, appoggiandosi al passamano di legno e sporgendosi di poco, in modo tale che Jungkook potesse sentirlo, siccome doveva essere ancora al piano di sotto, non avendo il tempo di raggiungerlo e dirgli di persona quel che volesse.

Per cui, senza nemmeno aspettare che si mostrasse una volta chiamato il suo nome, il rosso urlò -Kookie, esco un attimo, cercherò di tornare subito.-

E di conseguenza, non potendo attendere l'arrivo di una qualunque risposta, positiva o meno, questo si precipitò all'istante giù, arrivando in meno di un minuto all'entrata principale per poi aprire la porta alle sue spalle e richiuderla con un gesto veloce.

Non appena fatto però, sentendosi di dire un'ultima raccomandazione all'umano, tornò a schiuderla di poco, quel che bastasse da poter avvertirlo esclamare -Non toccare niente!-

Così, quando fu fuori di nuovo, non volendo perdere altro tempo prezioso, senza esitazioni cominciò a camminare a passo spedito, inoltrandosi verso quella parte di mondo imperfetto, se così possiamo definirlo, del tutto estraneo agli occhi del piccolo, che al vederlo con i propri, abituati a un ambiente diverso in ogni sua singola parte, avrebbero provato nient'altro che paura e ribrezzo.

Infatti il maggiore, mentre continuava ad avanzare e si allontanava sempre di più da quel "magico" confine che lui stesso aveva creato, si rese conto che avrebbe dovuto trovare una soluzione anche a quello, e in fretta.

Quanti problemi si erano creati mentre lui ne era al completo oscuro?

Intanto non faceva che maledirsi secondo dopo secondo, irritato dalla sua stessa poca attenzione; come aveva mai potuto non badare a una cosa tanto fondamentale quanto scontata?

Era da un po' in realtà che ci rimuginava su, però non aveva mai davvero preso sul serio in considerazione quell'idea, alquanto insicuro riguardo ad essa.

Ma in fondo era parecchio allettante e inoltre, quando gli si sarebbe presentata di nuovo davanti un'opportunità simile?

In più, non desiderava forse da secoli farlo? Quale occasione migliore?

Sarebbe stato un totale spreco non coglierla.

Ma soprattutto, prima di tutto ciò, c'era da dire che non ce la faceva a trattenersi ulteriormente, era arrivato al limite della sopportazione e di quel passo avrebbe finito con l'impazzire più di quel che già stesse facendo.

Aveva fame, tanta tanta fame.

Lo stomaco non faceva che contorcersi freneticamente, in continuazione, bisognoso di essere saziato da una sola cosa; gli scatti di rabbia diventavano frequentissimi e veniva dannatamente difficile trattenere gli istinti e controllarli; anche gli occhi tendevano ad assumere sempre più spesso quelle sfumature rossastre, scomparendo con ora maggior difficoltà rispetto al passato.

Tae sapeva benissimo cosa volessero significare tutti questi segni, ma fingeva del contrario.

Adesso però? Perché, considerando la precedente teoria, esitare persino quando l'occasione era più propizia?

Non gli importava se era una cosa che non gli sarebbe stata permessa, di questo ne era certo, il problema non era legato a ciò, ormai le regole non erano più un suo problema, non gli interessavano minimamente, specialmente in seguito a tutto quel che era finito col fare.

Chi poteva ancora fermarlo, o anche solamente osare provarci, quindi?

Nessuno, se davvero avesse tramutato in realtà quel che stava escogitando.

Senza nemmeno accorgersene i suoi piedi si muovevano verso una direzione ben precisa, creando un rimbombo sordo all'infrangersi su quel terreno secco e arido, morto come la speranza delle ultime vite che con molta probabilità si erano sventuratamente ritrovate lì, alla realizzazione di ciò che ormai attendeva loro, un po' come era avvenuto a Jungkook.

Ma a lui non avrebbe riservato un destino tanto deplorevole, no.
A lui avrebbe concesso la migliore delle fini, quel che meritava, data la sua speciale natura, un suo unico privilegio che mai più sarebbe stato di nessuno, probabilmente.

Quindi, prima che ancora Taehyung lo capisse, aveva già preso la sua decisione ed era più che pronto ad agire.

Infatti, una volta che fu arrivato a destinazione e che vide di fronte a sé l'edificio imponente, un tempo sontuoso, che per qualche misterioso miracolo ancora si reggeva in piedi nonostante fosse ridotto in uno stato discutibile, subito sogghignò, mentre le vene e tutto il suo corpo già fremevano al solo pensare di ciò che gli aspettava.

Chissà da quanto, inconsciamente, egli si era preparato per assaporare quell'attimo.

-Andiamo, allora.-

Esclamò in seguito come se nulla fosse, avvicinandosi tranquillamente all'entrata del luogo, sorvegliata da due uomini con le loro naturali sembianze.

Accorgersene Tae fu ancora più felice di prima, era ora che le cose si facessero un minimo interessanti.

Non appena il rosso fu accanto ai due demoni, intenti a proteggere la struttura e non permettere a possibili intrusi di addentrarvisi, questi con sguardo diffidente e già pronti ad agire domandarono all'altro chi fosse e cosa volesse di preciso, ma come risposta non ottennero che una fastidiosa risata, una di quelle così nitide e allo stesso tempo cupe da farti rabbrividire, prima che sulla schiena del giovane apparissero quelle sue ali nere come la pece, che ormai da tempo non si erano mostrate a nessuno, ma che comunque continuavano a mantenere il loro abituale splendore.

Fu questione di minuti, bastarono un paio di "semplici" mosse al più giovane per sbarazzarsi dei due che, non essendo preparati a una circostanza simile e contemporaneamente non abbastanza forti da poter avere qualche minima speranza, alla fine si ritrovarono in fin di vita a terra, con chissà quante ossa rotte e la morte trepidante pronta a prenderli a sé.

-Ah, che delusione! È stato anche troppo facile, mi aspettavo di meglio.-

Mugugnò dopo Tae, pulendosi le mani con un gesto veloce sfregandole tra loro, quasi avesse appena compiuto l'azione più semplice del mondo, passando poi con i piedi sopra i corpi delle guardie immobili, come star a significare quanta poca importanza desse all'esistenza altrui.

Non volle nemmeno toccare quelle anime ignobili anzi, al solo pensiero, piegandosi sulle ginocchia verso il suo delitto per constatarne le qualità, ma non trovando nulla che facesse al caso suo, alzando di poco il braccio flaccido di entrambi, fece apparire sul suo volto un'espressione disgustata; erano troppo vecchie, scadenti e non sarebbero servite a saziare neppure un minimo la sua fame diventata implacabile.

Superato il primo ostacolo, il ragazzo come se niente fosse attraversò il passaggio ora libero e si ritrovò all'interno di un luogo che conosceva fin troppo bene, che tanto odiava, a cui collegava solo ricordi tremendi.

In un momento ogni cosa si dipinse di nuovo nella sua mente, ogni azione passata, ogni sofferenza trascorsa si rifece viva dentro di sé, nitida nell'esatto modo in cui era stata quando per la prima l'aveva precipita, e ciò non fece che aumentare a dismisura la sua sete di vendetta già non poca.

Il cielo avrebbe iniziato a infrangersi in mille pezzi, la terra a tremare, gli uccelli a intonare un canto di disperazione fuggendo via, lontano quanto maggiormente fossero in grado le loro ali di portarli, se solo avessero potuto prevedere quel che tra poco sarebbe successo.

🌱

mi diverto con poco.

Monster; v k o o kDove le storie prendono vita. Scoprilo ora