Chapter Twent-four

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Non poteva essere reale, non riuscivo a crederci, non poteva essere davvero lui.
Abbassai il volume della musica per ascoltare ciò che accadeva al piano di sotto.
Probabilmente la mia psiche mi aveva lanciato un brutto scherzo dato che non poteva essere la sua voce, l'avevo sicuramente immaginata.

≪ Pensi che non ti avrei trovata eh?
Peni che sia stupido? Che non sia preparato ad eventuali occasioni?
Non puoi sgattaiolare fuori dal mio
letto la mattina presto senza dirmi niente come farebbe la classica puttana di turno okay?
Non puoi portarti via mio figlio senza chiedermi neanche il permesso.
Senza neanche degnarti di dirmi dove siete diretti. ≫

≪ Vuoi fare veramente il moralista?
Vuoi davvero venire a parlarmi di nostro figlio?
Non te n'è mai importato nulla di nostro figlio.
Nostro figlio, o meglio, mio figlio, per te era solo un trofeo da esporre alle cene di lavoro, ma di lui, di come stesse, di cosa gli piacesse fare, di cosa sarebbe voluto diventare nella vita, cosa avrebbe voluto fare nella vita, non te n'è mai importato nulla.
Non sei mai andato a vedere i suoi disegni esposti sui corridoi della scuola.
Non ti sei mai interessato di nulla, t'interessava solo ed esclusivamente che fosse come lo volevi tu.
Tu, nostro figlio l'hai eliminato e al posto suo hai messo una brutta copia pronta a soddisfare i tuoi desideri.
Quindi, non ti devo niente.
Non ti devo dire dove porto mio figlio, non ti devo niente di niente, ed ora sei pregato di uscire da casa mia, dalla mia vita e dalla vita di mio figlio. ≫

Okay, questo non poteva assolutamente essere tutto frutto della mia mente, stava accadendo realmente, in quel preciso istante.
Volevo fare di corsa le scale e mettermi davanti a mia madre così che quell'uomo non potesse farle nulla.
Dirgli di andarsene via e non provare mai più a rifarsi vivo perché gli avrei spaccato la faccia e non mi sarei fermato finché la sua testa non fosse diventata una poltiglia di sangue e carne irriconoscibile.

Ma, le mie gambe me lo impedivano. Non riuscivo a muovermi, era come se fossi immobilizzato, come se qualcuno di astratto mi impedisse di fare ciò che volevo.
Sentii un tonfo, un qualcosa sbattere e subito dopo dei passi salire le scale.
Era incredibile la velocità e la forza con cui i battiti del mio cuore battevano sulla cassa toracica.

Qualcuno aprii di scatto la porta ed io mi girai per vedere chi fosse.
Era lui; la psiche non mi aveva giocato un brutto scherzo, era davvero lui, lì, dal vivo.
Nessuna fotocopia, nessuna immaginazione, nessuno scherzo.
Era tutto reale, ed io volevo solo sparire.
L'uomo scoppiò a ridere di una risata fragorosa, quasi scenica, assordante.
Si colpì la mano sul ginocchio ripetutamente mentre rideva, sapevo che stava per dirmi qualcosa di negativo, qualcosa di derisorio, qualcosa che mi avrebbe ferito, detto con l'intento di ferirmi.

≪ Non ci credo, come ti sei ridotto, ahaha, ah. ≫ esclamò teatralmente asciugandosi una lacrima provocata dalle troppe risate.
≪ sei così patetico, guardati. ≫

Sentii il sangue ribollirmi nelle vene, chiusi le mani a pugno e mi strinsi con forza, fino a farmi uscire sangue dal palmo.
≪ perché sei qui? ≫ dissi con tono ringhiante.
≪ come perché? Per portarti a casa. ≫
≪ ci sono già a casa. ≫
≪ no, questa non è la tua casa, e non voglio sentire storie, tu verrai via con me. ≫
Ad un tratto mi alzai, riuscii a liberarmi da me stesso.
≪ Io non verrò da nessuna parte con te, chiaro?
Ora esci da questa casa e non provare a tornarci mai più. ≫
≪ sennò? Sennò che mi fai? ≫ disse ridendo di nuovo, nello stesso modo di prima, il che mi fece salire i nervi a mille.
≪ Mi avventerò su di te, e ti farò male. Tanto male.
Non credi nel karma, ma fidati che inizierai a crederci, perché tutto il male che hai fatto a me e a mamma ti sarà dato in dietro, male dopo male.
E anche di più, così, per sfizio. ≫
≪ hahaha figlio mio, quanto sei divertente, come se tu potessi farlo.
Dai su, prendi la tua roba che tra tre ore abbiamo il volo. ≫

Fragili come petali di rugiadaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora