Archie's point of view:
Era identica ad Edith.
Stesso colore di capelli, stesse lentiggini sparse sul volto, stessa timidezza.
Chissà se aveva anche la sua stessa voce, i suoi stessi comportamenti, le sue stesse reazioni.
Chissà se era davvero mia figlia.
Chissà come sarebbe andata da quel momento in poi.
Era tutto un grande "chissà", un grande "forse", solo una cosa era certa; nulla sarebbe stato più come prima.
È incredibile come una chiamata possa cambiare l'intera vita di una persona.Era così bella, bella da togliere il fiato, come sua madre.
Avrei voluto dirle qualcosa, anche un semplice "ciao", ma le parole mi morivano in gola, era come se le mie forze fisiche ed intellettuali avessero deciso di abbandonarmi un secondo dopo l'altro.
Una donna dai capelli biondi e dall'altezza fornitale dai tacchi venne in mio soccorso risvegliandomi dal mio apparente trance e salvandomi dall'imbarazzante situazione nella quale mi trovavo bloccato e dalla quale non sapevo come uscire.
≪ Signore, le dispiace seguirmi nel mio ufficio? ≫
La seguii senza proferire parola.Eireen's point of view:
Era lì, davanti a me, ed io a stento riuscivo a respirare.
Come avrei potuto raccontargli tutto?
Come avrei potuto raccontargli del perché non sapeva fossi sua figlia, del perché mi ritrovassi in una casa famiglia; del perché e come era morta mia madre?
A stento riuscivo a guardarlo in faccia.Federico mi strinse forte a se e mi diede un leggero bacio sui capelli.
Mi scese qualche lacrima, ma fortunatamente nessuno oltre a me e lui se ne accorse.
Mi mancava così tanto.48 ore dopo:
Il test del DNA era arrivato;
era mio padre.
Archie Willam Basili, era mio padre, e non sapevo se essere felice di saperlo oppure no.La mamma aveva sempre scritto cose meravigliose su di lui, ne era completamente innamorata; ma se così meraviglioso non fosse stato?
Se fosse cambiato?
La gente cambia, cambia di continuo, senza nemmeno accorgersene, senza nemmeno prendersi la briga di avvisare.
Probabilmente Archie non era più quello di una volta, ed io non avrei mai potuto conoscere quel ragazzo su cui mia madre scriveva poesie su poesie e lettere su lettere, perché inevitabilmente non esisteva più.Mi alzai in piedi ed iniziai a camminare nervosamente da un vertice all'altro della stanza.
Improvvisamente sentii la porta della stanza aprirsi e sobbalzai spaventata.
Mi girai immediatamente per vedere chi fosse, era Archie che mi veniva in contro con gli occhi lucidi e lo sguardo pieno di gioia.
Gli rivolsi uno sguardo assente e vuoto.
Dovevo essere felice, era mio padre. Il mio vero padre, e mi stava venendo incontro per abbracciarmi, ma le sue mani sul mio corpo non le volevo.
Mi spostai e mi sedetti lentamente sul letto cercando di non crollare sulle mie stesse gambe.
Si fermò di colpo e mi guardò con aria delusa e dispiaciuta.
Cosa si aspettava? Che ci saremmo intesi fin da subito? Che io mi sarei ciecamente fidata di lui e che avremmo vissuto tutti felici e contenti come nelle fiabe?
No, non mi era possibile anche solo immaginarlo.
Ogni volta che sentivo nominare da qualcuno la parola "padre" o "papà" mi veniva in mente un mostro, e la pelle si riempiva di brividi, e di lividi.Venne verso di me nonostante lo volessi il più lontano possibile.
≪ Hai ricevuto i risultati del test? ≫≪ Sì, me li hanno annunciati poco fa. ≫
≪ okay ehm, sai che non potrai più stare qua e dovrai... ≫ non terminò la frase così lasciandola in sospeso.
≪ Vivere con te? Sì, ne sono a conoscenza. ≫
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Fragili come petali di rugiada
Teen Fiction{ IN TOTALE REVISIONE, NON COMPLETA. } Eireen Hill, una ragazza persa nel suo mondo, considerata strana e sfigata, con problemi di autostima, nel bel mezzo dell'adolescenza; con mille domande in testa e poche risposte in tasca. Una bambina cresciuta...