Papà?

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<<ciao>> corsi a braccia aperte. C'era un tipo, era davanti a Damon.  Pensava che stessi correndo verso di lui.

Stritolai Damon.

<<mi sei mancato da morire>> sibilai.

Quello si girò perplesso.

<<ciao>> disse quello.

<<salve>> feci un gesto con la mano. <<sono Omar, ma mi puoi chiamare Amun... >> disse. <<sei mio padre?>> inclinai il capo.

<<esatto...>> sorrise a trenta due denti. <<potevi fare di meglio>> gli diedi una pacca sulla spalla e andai ad abbuffarmi di muffin.

<<è sempre così... ehm... loquace>> sentii un commento di Amun. <<si... quasi sempre>> rispose in tono Damon.

<<credo che sia il caso di farla ambientare di nuovo nella sua terra>> disse ancora quello. <<no, non è il caso>> risposero in coro i miei due omaccioni. 

Perchè prendevano decisioni al posto mio, non era corretto... Mica io decidevo al posto di Damon se fare o non fare un operazione, o al posto di Luxus nel comprare o non comprare le scarpe da ginnastica o quelle da becchino... 

Ma in fin dei conti l'unica cosa che avevo in comune con quello erano gli occhi e forse, nha... nient'altro che gli occhi.

Andai sul retro, c'era un tipo strano.

<<ciao>> disse. <<ti dispiace, sono nel mio angolino... vuoi andare via grazie...>> feci segno di sloggiare.

<<e io che avrei voluto risparmiarti>> sospirò. <<risparmiarmi?>> chiesi. <<si, non senti il mio odore?>> fece da rimando. <<si, devi fare una doccia>> risposi. 

<<mocciosetta!>> mi attaccò. <<ci risiamo>> sospirai.

Mentre mangiavo i muffin schivavo quel omuncolo, e quando lo vidi fermarsi lo guardai quasi divertita. <<già stanco?Tocca a me allora>> sorrisi. Col piede gli diedi un calcio allo stomaco e poi uno al mento, un calcio gancio alla tempia, e in fine una gomitata all'indietro sul naso.

<<Flora ci ha perso la mano con i muffin>> lo lasciai ricadere a terra. 

<<Silver c'è il gelato>> sentii Damon chiamarmi.

<<arrivo!>> corsi verso Damon. 

Mentre quel tipo mi fissava stupefatto. 

Mi voltai un attimo, <<prima che entro, striscia nella foresta e restaci la prossima volta che ti vedo sei finito>> lo fulminai con lo sguardo. 

Quello deglutì e gattonò verso la foresta. <<più veloce, vite( in francese: vite = veloce) vite!>> battei le mani e lui gattonò ancora più rapidamente.

<<gelato>> corsi da Damon.

<<piccola... ti sei graffiata?>> chiese Damon. <<non chiamarmi piccola... potrei farti il culo con tutte le scarpe>> incrociai le braccia al petto... <<veramente->> <<sch.... non puoi ribattere>> lo zittii andando da mio padre. 

<<senti ti do una possibilità, consigliami i migliori muffin di Flora e ti aggiudichi una chiacchierata con me, ma solo una>> volevo patteggiare. <<quelli con la glassa rosa, a cena parleremo, non voglio obbiezioni>> mi ammonì dolcemente. 

<<ehm... okay, comunque ho chiuso per sbaglio una gallina dentro l'armadietto delle scope... voleva pizzicarmi>> sorrisi in modo ebete. 

E vidi una scena famigliare, un pover'uomo che si stampa la mano sulla fronte, capendo che genere di individua aveva davanti. 


Il demone lupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora