°10 Cap.

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Stavo osservando la stanza in cui mi trovavo, aveva tre pareti e quella a sinistra era in vetro scorrevole, con la tapparella. C'era un tavolino e una sedia, oltra lapoltroncina accanto al letto. Il colore delle pareti erano una celeste e le altre due verde acqua. Il letto era così alto che ci arrivavo a stento a sedermici sopra o a salirci direttamente.

E se non lo avete ancora capito, è un ospedale/prigione, quella in cui mi trovo, io odio gli ospedali c'è odore (puzza) di disinfettante e di candeggina, poi i medicinali e lo spirito, sembrava che danzassero nel arria soffocandomi.

<<ehi...>> nella stanza entrò Luxus, aveva il camice eccetera. <<anche tu un chirurgo?>> chiesi pensando a Damon, <<no, io sono specializzato in neurologgia, non in chirurgia...>> spiegò, <<ah... meglio così, perchè sinceramente ne ho piene le tasche di chirurghi>> sbuffai, <<perchè non riposi un po?Hai una comozzione celebrale, poteva andarti peggio se colpivi il muro>> si sedette di fianco a me. <<che ironica la vita, prima eri tu il cattivo della storia... ora ai miei occhi lo è Damon...>> mi lasciai ricadere sui cuscini. <<è stato un incidente>> fece il moro entrando non dalla porta, ma dalla finestra.

<<il bersaglio era lui, io ti ho detto di levarti, di andare via ma tu...>> prese un respiro profondo lui. <<io ti ho supplicato di fermarti, era stupido, una stupida gelosia, ma non capisci perchè in fin dei conti sei un microcefalo, che posso aspettarmi da te...>> urlai contro Damon, mi faceva male la testa. <<va fuori o chiamo la sicurezza, che per tua informazzione è interamente formata da vampiri, tu marmocchia dormi e fa la brava bambina>> ci ammonì Luxus. Damon saltò dalla finestra.

<<è stupido, sa che esistono le porte!?>> sbraitai, <<siamo al primo piano, e poi questo è mio territorio>> concluse uscendo dalla stanza.

Primo piano... lavora testolina. Saltavo la finestra e andavo dal mio vecchio branco, non sapevo dove andare, Damon era come inesistente al momento, Luxus manco lo conoscevo, mi restavano i miei genitori. Se ancora potevo chiamarli tali. In fin dei conti Damon mi ha strappata dalla mia famiglia quando ero piccola, mi ha portato via la mia famiglia non era giusto nei miei confronti...

Mi misi in piedi, e mi levai quella vestina da internata e mi rimisi i miei vestiti. Andai verso la finestra, stavo per aprirla quando Luxus rientrò nella stanza. <<ma dai>> sbraitai, <<volevi scappare?E dove volevi andare con una commozzione celebrale?>> chiese divertito, <<lontano da te, da Damon e da chiunque altro>> sbuffai, <<il tuo branco è in avascoperta... non c'è nessuno, vuoi scassinare una casa per caso?>> fece serriamente, <<be io qui non ci resto, e da Damon non ci vado>> sbrontolai, <<vieni da me Brontola...>> alzò gli occhi al cielo, <<ora?>> feci entusiasta, <<prima ti firmo il permesso poi andiamo, dimmi dobbiamo prendere i tuoi vestiti da Damon?>> mi chiese, <<no, ho abbastanza roba in quel borsone>> indicai il borsone che sicuramente Damon quando mi hanno portata in ospedale, aveva preparato per me, c'erano otto cambi, ma scherziamo?Quanto dovevo stare in ospedale un mese?

Un ora dopo finalmente eravamo in macchina, era un PK, qualcuno che mi capica c'era finalmente. A me piacciono le jeep, e i PK. Non le auto d'epoca deccappotabili. Per carità una deccappotabile è sempre gradita, ma per tutti i giorni il PK è perfetto.

Viveva in un Loft, in una zona quasi isolata dal resto della città, posto silenzioso, dove se ti vengono i cinque minuti di follia puoi correre verso la foresta che è a due minuti da li e nessuno ti vede.

La struttura era a quattro piani, il piano terra era mezzo atrio, e nel retro c'era lo scivolo per il primo piano cioè dove teneva le macchine. Il secondo e il terzo erano l'appartamento in se, e in fine l'ultimo che era tipo piano degli obbi, metà palestra metà biblioteca. Devo smetterla di cercarmeli ricchi, di vent'anni, e con un dottorato.

Ero in quel appartamento enorme, però mi sentivo un po stralunata, forse era la testa.

<<scusa se faccio l'inopportuna ma... un letto, un cuscino, e una coperta, no perchè sono stanchissima....>> dissi sedendomi sul divano. <<seguimi>> mi sorrise, <<sei abbastanza forte da portarmi tu?Si che lo sei, fai il bravo bambino>> sembravo ubriaca. <<sei una bambina adorabbile>> mi scompigliò i capelli. <<sai quanti anni ho?>> chiesi mentre mi prendeva in braccio. <<troppo pochi>> sorrise. <<esatto>> biascicai in fine. Era bollente, perchè i lupi sembra che bruciano, comunque adesso non ho poteri per il semplice fatto che i miei sono ereditari, se mio padre era morto, io ero un bel lupetto, ma fanculo alla rigenerazzione e ai poteri, preferisco che mio padre sia vivo, un pensiero in meno, in sintesi....

<<questa è la tua camera ok?>> aprì una porta come tutte le altre, cioè in legno, l'interno era normale, be non proprio era bello, ma al momento il mio pirito curioso era frenato dalla stanchezza.

<<fai la brava marmocchia>> disse mettendomi delicatamente sotto le coperte. Poi indò via. Naturalmente non prima del fatidico bacio sulla fronte. Lo faceva sempre anche Damon quando restavo sveglia tutta la notte e poi non riuscivo nemmeno a muovere un muscolo, allora mi prendeva di peso, avvolte anche per i piedi e mi portava in camera, mi fava il bacio sulla fronte e andava via, ma prima diceva <<fa la brava piccola>> forse non era così cattivo in fondo, e forse me l'ero presa per il pugno... oh... poi ne riparliamo ora, notte notte... 

Il demone lupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora