Cap 18°

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Ero dentro una cuccetta.

 Faceva molto freddo, e stavo congelando.

Lux entrò dentro la stanza con in mano un piumone ben piegato.

Si sedette accanto al letto dove al momento ero drizzata a sedere.

<<sei arrabbiata... lo so... ma...>> cercò di dire. <<arrabbiata è dire poco!Ma hai visto che posto è, ha l'odore di un ospedale, ed è tutto così cupo mischiato ad un clima ospedaliero!>> sbraitai.

 <<tutto ciò che odi quindi!>> sbottò.

 <<si è un posto orripilante!Poi c'è un freddo cane!>> ringhiai mettendomi in piedi. <<per chi credi che sia questo?>> agirò un po il piumone.

<<sai dove puoi metterti quel piumone!?>> sbottai. 

<<vuoi davvero congelare?>> domando. <<se c'è una cosa che so di te, forse l'unica e che ami avere il controllo su tutto, e il controllo su ciò che è tuo, quindi non seguirò il tuo ordine>> sorrisi malefica.

<<vuoi farti del male per ferirmi!Tu...>> <<io cosa...?Non vedo l'ora di morire assiderata!Meglio di essere prigioniera di un bastardo, traditore da quattro soldi come te>> lo zittii.

 Lasciò cadere il piumone a terra, mi bloccò i polsi al muro disse <<sciocca!Odio il tuo ragionamento, è...>> <<lasciami!>> lo zittii piantandogli un calcio sul piede.

 <<non mi toccare!>> ringhiai, mi lasciò andare uscendo dalla stanza con il suo solito stile formale, e autorevole allo stesso tempo.

 <<dentro l'armadio c'è una felpa, se senti freddo e ti decidi a collaborare prendila, sono a tua disposizione se hai bisogno d'altro>> sospirò arreso.

 <<vaffanculo!>> urlai.

<<ti ho sentito>> mi ammonì da dietro la porta.

<<era il mio intento!>> sbottai ancora.

Mi posai sul letto, ero stanca di discutere con quello stronzo traditore.

Pochi minuti dopo ecco che Lux tornò a rompere le scatole.

<<che vuoi ancora?!>> sbraitai.

<<cosa ti porto per cena?Cosa preferisci? Carne o digiuno? A seconda di come ti comporterai vedremo>> sorrise famelico.

<<cosa vuoi da me?>> lo guardai dritto negli occhi.

<<collabora e fa tutto quello che ti dico...>>  aveva un sorrisetto molto malizioso stampato sul viso.

<<maiale!>> gli diedi uno di quegli schiaffi che lascia il segno, davvero. La mia mano era stampata sulla sua faccia per non parlare della testa girata verso destra e il crac del suo collo, che al momento era musica per me.

Il portello scorrevole si aprì.

Uno degli uomini che teneva bloccato Damon fino a circa cinque ore prima, era entrato. Che cazzo volevo pure quello?!

<<capitano, scusi se la disturbo però... abbiamo un problema con i comandi>> il tipo sembrava imbarazzato. 

 <<sto arrivando>> il soldato uscì senza perdere tempo.

<<scusi se la disturbo...? Loro credono che sia la tua ragazza o il tuo passatempo?>> inarcai un sopracciglio. <<pensano che tu sia il mio gioca->> gli piantai un altro schiaffo, non facendogli finire la frase.

<<porco maiale!Vattene subito!>> lo cacciai via.

<<grazie... sei sempre dolcissima e delicata>>  usava il sarcasmo più marcato che avessi mai sentito.

<<fai la brava niña>> era dolce e gentile con me anche quando gli facevo male. Se era un modo per farsi perdonare dopo avermi voltato le spalle, beh, non riuscirà a piegarmi.

Appena sentii che del tutto si era allontanato dalla cuccetta, ecco che osservai da vicino il pannello che comandava il portello.

Ero troppo stanca e spazientita per aprirlo e staccare i fili.

Diedi un pugno secco.

<<CAZZO!>> sbottai, la faccia di Luxus e il pannello avevano la stessa durezza.

A mano aprii il portello, veramente a piede. 

Gli diedi un calcio da record.

Vidi di fronte a me un uomo di circa quarant'anni, non era vestito come un militare ma come un avvocato.

<<tu sei il regalino che si è fatto l'agente Lassiter , dimmi almeno ne vale la pena...>> domandò scrutandomi da cima a fondo.

 <<c'è un epidemia di perversione? Si levi dalla testa le sue fantasie malate... sa che le dico, preferisco essere uccise che rimanere qui>> sbraitai. 

Nemmeno men'ero accorta ma mi ero appena trasformata in lupo, mi feci largo per tutto il corridoio.

 Alcune guardie cercavano di colpirmi, con armi da fuoco, ma senza prendermi, almeno credo.

Arrivai al portello di lancio, tornai umana e afferrai un paracadute.

<<fregata?>> sibilai.

Ero circondata, ed ero anche nuda cavolo!

O mi salvo e mi copro o mi ammazzano ma prima mi copro, c'è un freddo boia.


Il demone lupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora