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Claudio

"Ci sarai domani al compleanno di Vale?"
Claudio legge e rilegge quel messaggio, stringe forte il cellulare. Le mani sono tremanti, i polpastrelli sono diventati pallidi, tanta è la forza che ci sta mettendo. Ha quasi paura di romperlo quello stupido telefono. Ha quasi paura di rompersi.

Che cosa vuoi da me? Con quale diritto ricompari nella mia vita così, come se niente fosse? Come se non mi avessi già lasciato da solo una volta? Come se non fossero tre fottuti anni che non mi dai tue notizie?

Poco dopo aver ricevuto quel messaggio, che gli ha cambiato la giornata e forse anche un po' la vita, Claudio ha chiamato Valentina. Le ha chiesto se Mario ci sarebbe stato l'indomani. Le ha chiesto il motivo di quel messaggio inaspettato. Le ha chiesto per quale ragione lei lo abbia invitato. Per quale ragione Mario Serpa debba tornare prepotentemente nelle loro vite. Dopo averli lasciati in quel modo.
"È il mio migliore amico, Clà. Mi manca." Si è sentito rispondere dalla ragazza, come in un sussurro.
"Comunque puoi stare tranquillo. Alice mi ha detto che non verranno. Mario non ci sarà."

E così si ritrova alla festa per i trent'anni di Valentina. Valentina che era la persona di Mario. Valentina che è stata l'unica ad accoglierlo tra le braccia quando Mario lo ha lasciato e ha scelto una vita in cui Claudio non era compreso. Si trova lì nel suo stesso locale. Lì dove lui e Mario si incontrarono per la prima volta sei lunghi anni prima. Lì dove tutto ebbe inizio. E non è solo. È con Marco. Marco è un bravo ragazzo. Marco è il suo fidanzato. Ma Claudio non lo ama. Perché Marco non è Mario.
Si reca a stringere forte Valentina per augurarle buon compleanno. Lei ricambia l'abbraccio. Ma è tesa. Il sorriso forzato, lo sguardo dispiaciuto. Preoccupato.
"Che hai Vale?" Le chiede. Ma il cuore batte già troppo forte. Claudio ha già capito. Claudio lo sente che quel filo si è ricongiunto. Il filo che li tiene legati, quello del destino. Sente la sua presenza, sente il suo profumo. Si volta. Mario è lì. Invecchiato. E bellissimo con quella barba folta e gli occhi neri come la pece.
"Ciao Clà!" Sussurra semplicemente, rivolgendogli un piccolo sorriso. Claudio si allontana a passi svelti.

Vaffanculo Mario Serpa! Tornatene da dove sei venuto!

Sei anni prima...

Claudio stringe quel cellulare tra le mani. Osserva quel numero.

Che cavolo ti prende Claudio? Ti prendi una cotta come uno stupido quindicenne? Come se non avessi mai visto un ragazzo così bello? Ne hai avute decine di ragazzi così. E lui è etero! Etero etero etero! E sta con una delle tue migliori amiche.

Per la prima volta nella vita Claudio Sona si trova in difficoltà. Per la prima volta nella vita vuole qualcuno così intensamente da sentirsi mancare il respiro. Per la prima volta nella vita vuole qualcuno che sa non avrà mai. Però lo sguardo di Mario...quello non è uno sguardo disinteressato. Claudio riconoscerebbe quello sguardo ad occhi chiusi per quante volte gliel'hanno puntato addosso. È lo sguardo di uno che ti vuole. Che è attratto da te.

Fanculo! Io lo chiamo.

La telefonata parte nel momento in cui Claudio se ne pente. Ma non ha neppure il tempo di premere il tasto che gli permetterebbe di interrompere quella follia. Perché lui risponde al primo squillo.
Secondi di completa apnea. Claudio non ricorda più neppure come si faccia a respirare.
"Pronto?"
"Ciao PR!"
"Ciao stronzo arrogante!" Claudio non riesce a trattenere un sorriso spontaneo.
"Hey, li tratti così tutti quelli che ti contattano per lavoro? Non sei professionale per niente!" Lo sente sbuffare rumorosamente.
"Che vuoi Claudio?"
Te. Risponderebbe così, di getto. Senza mezze misure. Poi si rende conto che è la prima volta che Mario lo chiama per nome. E il suo nome pronunciato da lui ha tutto un altro suono.

Dio, continuo a comportarmi come un quindicenne con i brufoli!

"Ti ho contattato per organizzare qualcosa qui all'Urban. Ti andrebbe di passare?"
"Quando?"
"Adesso."
Silenzio dall'altro lato. Passa un tempo che a Claudio pare un'eternità. Arriva a credere che Mario abbia chiuso la chiamata. Poi la risposta arriva. E il cuore di Claudio ricomincia la sua corsa.
"Arrivo." Dice soltanto prima di riattaccare.
Così Claudio si ritrova ad aspettarlo. Gira per il suo locale, mette ordine, prepara un aperitivo per lui. Non sa che fare. Non riesce a capire il motivo di tanto nervosismo. Non riesce a capire perché gli sembri un'eternità il tempo che passa prima che Mario metta piede nel locale. Invece è passata solo mezz'ora.
"Ciao." Gli sente dire dopo aver varcato la soglia.
"Ciao." Risponde semplicemente lui. Gli fa cenno di sedersi. E si sente di nuovo quello sguardo puntato addosso. Quegli occhi neri come la notte. Quel profilo che sembra disegnato. E sì, Claudio ne ha avuti tanti di uomini belli. Ma questo PR antipatico e irritante li batte tutti. Di nuovo si fa spazio in lui quella sensazione. Quel vuoto allo stomaco e il battito cardiaco accelerato. E la voglia di averlo. Solo suo. Almeno una volta.
"La vuoi smettere?" Il tono scocciato di Mario interrompe i suoi pensieri scomposti.
"Che?" Claudio non capisce cosa intenda.
"Piantala di fissarmi!" Glielo urla quasi in faccia, esasperato.
Claudio sorride. E finalmente sembra riprendere possesso della sua sfacciataggine.
"Che c'è? Ti imbarazzo?" Gli chiede. Un sorriso divertito si fa spazio sul suo volto. Mario abbassa lo sguardo. Claudio però riesce a vederlo lo stesso. Il rossore sulle sue guance.
"No, è solo che non capisco perché mi fissi in quel modo." Lo sente balbettare, in evidente imbarazzo. E Claudio decide che è arrivato il momento di essere diretto. Come è sempre stato. Perché lui se ne frega delle coseguenze. Perché se lui pensa una cosa la dice. Senza giri di parole.
"Ti fisso in questo modo perché sei di una bellezza che ti stende. Nel vero senso della parola." Mario alza gli occhi e li spalanca letteralmente. Incredulo.
"Ma che cazzo dici?" Gli chiede poi, visibilmente alterato. Claudio alza le spalle, poi beve un sorso d'acqua.
"La verità."
Mario è in difficoltà. Lo vede da come si muove a disagio su quella sedia.
"Ma tu non sei fidanzato con Giulia?" Gli chiede poi, guardandolo come se fosse pazzo. E Claudio non ce la fa a non scoppiare a ridere per la seconda volta nel sentire quelle parole.
"PR, sono gay! Non ci vuole un genio per capirlo!" Gli dice poi, quasi tra le lacrime.
"Ah..." fa Mario. Non sembra per niente sorpreso però.
"E tu invece?" Claudio non ce la fa a non metterlo in difficoltà.
"Io cosa?" Chiede Mario, visibilmente perplesso.
"Stai con Alice."
"Sì, sto con Alice. Non sono gay, se è quello che ti stai chiedendo."
Claudio sorride e scuote la testa.
"Che c'è?" Gli chiede poi Mario, alterato.
"Niente solo...non si direbbe."
"Non si direbbe cosa, scusa?"
"Che tu non sia gay."
"Stai scherzando?"
"No. Insomma i miei sguardi...tu li ricambi, Mario." Mario abbassa lo sguardo.
"Ti sbagli." Sussurra poi.
"No, io non credo." Afferma Claudio convinto. Basta questo. Mario si alza all'improvviso. Fa per andarsene ma Claudio gli afferra la mano. Lui la ritrae, come scottato.
"Te ne vai?" Claudio ora si sta pentendo della sua mancanza di tatto. Ma lui è così. Non può farci nulla. Lui è di ghiaccio.
"Sì!" Afferma sicuro l'altro.
"Non andartene, dobbiamo parlare della serata." Claudio ha paura che la sua sia suonata come una supplica.
"Contattami via telefono. Ora ho un impegno." Dice l'altro irremovibile. Poi scappa via.

Quello Che RimaneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora