"A che scopo esisterei, se fossi tutta contenuta in me stessa? I miei grandi dolori, in questo mondo, sono stati i dolori di Heathcliff, io li ho tutti indovinati e sentiti fin dal principio. Il mio gran pensiero, nella vita, è lui. Se tutto il resto perisse e lui restasse, io potrei continuare ad esistere; ma se tutto il resto durasse e lui fosse annientato, il mondo diverrebbe, per me, qualche cosa di immensamente estraneo: avrei l'impressione di non farne più parte. Il mio amore per Linton è come il fogliame dei boschi: il tempo lo trasformerà, ne sono sicura, come l'inverno trasforma le piante. Ma il mio amore per Heathcliff somiglia alle rocce nascoste ed immutabili; dà poca gioia apparente ma è necessario. Io sono Heathcliff! Egli è stato sempre, sempre nel mio spirito: non come un piacere, allo stesso modo ch'io non sono sempre un piacere per me stessa, ma come il mio proprio essere."
(Emily Bronte, "Cime tempestose".)
Mario
Mario aveva sempre pensato di amare Alice. Dopotutto era sua moglie, la madre di sua figlia, la donna con cui stava passando la vita. Era un amore sano, maturo, consapevole, protettivo. Era un amore diverso. Che non aveva mai avuto niente a che fare con quello provato per Claudio. Claudio era quell'amore che ti stravolge la vita, che te la cambia, senza il quale non riesci a vivere. Quell'amore che nonostante gli anni, il tempo, la vita, ti ti porti dentro per sempre. Quell'amore unico e irripetibile che ti prende l'anima. Che il resto, il tempo, può passare e tu puoi stargli lontano mesi, giorni, anni. Tanto da lui tornerai sempre. E anche se così non fosse Mario sa che Claudio farà sempre parte di lui. Sarà sempre la parte più bella e dolorosa della sua vita, della sua anima. Di questo ne è certo.
Salta letteralmente in aria, facendo finire la farina da tutte le parti e sporcando l'intera cucina, quando Claudio gli pone le mani gelate sui fianchi. Si è svegliato stranamente prima di lui e, dopo averlo ammirato per diversi minuti perso nel sonno, si è alzato con la voglia di preparargli una colazione speciale. Ora lui è qui, appena sveglio, che ride come un pazzo quando Mario si volta spaventato con la mano sul cuore e il viso tutto sporco di farina.
"Clà! M'hai fatto prendere un colpo!"
Claudio continua a ridere con le lacrime agli occhi mentre Mario prova a rivolgergli uno sguardo arrabbiato. La verità è che si ritrova a sorridere nel vederlo così bello e rilassato di prima mattina. Così felice di averlo lì. E si ritrova a pensare a quanto gli piacerebbe. Averlo così a ridere a pochi centimetri dalle labbra ogni mattina. A quanto vorrebbe vivere finalmente questo amore totalizzante. Non piccoli sprazzi di vita, come quelli avuti fino ad ora. Una vita intera. E probabilmente neanche questa gli basterebbe da passare con Claudio.
"Sei tutto sporco di farina, dovresti vederti!" Esclama l'altro, tra una risata e l'altra. E Mario non resiste più. Si avvicina con il volto al suo, strofinandogli il naso e il mento sulle guance, lentamente, con estrema dolcezza. Un po' per vendicarsi e un po' perché non ce la fa più a vederlo così bello di fronte a lui e a stargli lontano. Claudio si bea di quel tocco leggero, lasciandosi andare a un sospiro quando Mario si sposta sulle sue labbra, schiudendole per lasciargli un bacio lento e caldo. Si stacca da lui ormai senza fiato e lo osserva compiaciuto, sorridendo appena.
"Ecco, ora sei tutto sporco di farina anche tu!" Esclama, prima di voltarsi e tornare alla colazione. Claudio gli cinge i fianchi da dietro, lasciandogli piccoli baci sul collo.
"Cosa prepari?" Gli sussurra all'orecchio, facendolo rabbrividire.
"Pancakes a forma di cuore." Claudio torna a ridere.
"Che?" Gli chiede poi divertito. Ora Mario vorrebbe sotterrarsi per la vergogna.
"È San Valentino. Non rompere." Gli risponde, felice di essere con le spalle rivolte all'altro, che così non può notare il suo rossore.
"Come siamo romantici Serpa!" Esclama Claudio, guadagnandosi una piccola spinta da un Mario visibilmente imbarazzato.
Restano così, stretti, mentre Mario prova a cucinare e Claudio non glielo permette, stringendolo forte da dietro, assaggiando di tanto in tanto gli ingredienti disposti sulla cucina, accarezzandogli la schiena e lasciando baci caldi sulla sua pelle morbida. Alla fine Mario inaspettatamente riesce a mantenere il controllo e a finire di preparare la loro colazione.
Posa i piatti sul tavolo, invitando Claudio a sedersi e mangiare. E lo vede. Che Claudio è felice come un bambino, mentre si porta la forchetta alla bocca con una quantità enorme di cibo. È felice come lui.
"Sono buonissimi!" Esclama con la bocca piena. Mario resta diversi minuti in silenzio prima di parlare.
"Clà...ci pensi mai?" L'altro si ferma, poggiando la forchetta sul piatto, preoccupato.
"A cosa?"
"A come sarebbe...se tutti i giorni fossero così?" Ora Claudio è immobile, ritorna a guardarlo con un'intensità che non gli ha mai visto prima negli occhi.
"Sì ci penso. E credo che sarebbe riuscire ad avere finalmente la felicità. Il lieto fine che meritiamo. Ma che tu ti ostini a non volere." Ritorna con gli occhi sul piatto. Ricomincia a mangiare in silenzio, con la mano di Mario stretta nella sua.Cinque anni prima...
"Mario, vuoi rispondermi?" Valentina è esasperata, mentre Mario guida con la sua Smart nelle strade di Verona, non prendendola in considerazione.
"Che c'è Vale?" Sembra essersi finalmente risvegliato dallo stato di trance in cui era caduto.
"Mi spieghi perché mi hai costretto a uscire questa sera e soprattutto perché stiamo andando in discoteca? Ti ho provato a dire mille volte che sono stanca, ho provato fino a tardi, non mi va di ballare ancora." Esclama scocciata.
"Ok, scusa amò. Ti riporto a casa e vado solo." Prova a invertire la marcia, ma Valentina lo blocca.
"Ma smettila, non ti ci lascio solo." Resta zitta un attimo ad osservarlo. Mario è distrutto, lo sa bene. Ha due grandi occhiaie, segno che da giorni non riesce a dormire, e i capelli in disordine. Non sente Claudio da due settimane, da quel litigio. E sta letteralmente impazzendo.
"Vale, smettila di fissarmi!" Si sente a disagio, sotto lo sguardo indagatore dell'amica.
"Mario..." Valentina sembra incerta, come se non riuscisse a trovare le parole adatte.
"C'entra qualcosa il fatto che Claudio vada ogni venerdì in quella discoteca? Perché sai, oggi è venerdì e..." Mario ora ride, cercando di nascondere il pallore sul suo viso, che spera l'amica non noti.
"Claudio? Cosa c'entra Claudio scusa?" Chiede quasi arrabbiato, mentre Valentina scuote la testa.Non può averlo capito. È impossibile.
Quando entrano nel locale già colmo di gente Mario cerca di scrutare ogni più piccolo angolo, anche se la poca luce gli rende la cosa difficile. L'amica intanto lo osserva senza dire una parola. Lo fa sentire nudo, scoperto. Mario sa che ha capito. Lo conosce meglio di chiunque altro. È quando Mario crede che Claudio non ci sia, quando si avvicina al bancone con Valentina per prendere da bere, che lo vede. Claudio. Il suo Claudio. Con le labbra premute su quelle di un altro, con le mani di un altro ad accarezzargli la schiena, a premere su di lui. Quei due corpi attaccati l'uno all'altro. I capelli di Claudio accarezzati da altre mani. Resta a fissarlo per minuti interi. Immobile. Non riesce neppure a sbattere le palpebre. Valentina intanto ha visto Claudio e osserva preoccupata l'amico. È quando Claudio si stacca per riprendere fiato da quelle labbra che lo vede. I loro occhi si incontrano. Quelli di Claudio verdi. Duri. Freddi. Di ghiaccio. Quelli di Mario neri. Caldi come lava. Arrabbiati. Claudio non lo degna neppure di un ulteriore sguardo. Ritorna a baciare quelle labbra che non sono le sue. E questo non è mai successo prima. Che Claudio lo ignorasse. Che preferisse qualcun altro a lui. Non è mai successo. Mario sente le gambe improvvisamente fragili, come se non fossero in grado di reggere il suo peso. La testa gira, la vista si annebbia. Deve uscire fuori da questo posto. Si avvia correndo all'uscita, mentre una lacrima di rabbia sfugge al suo controllo. Una rabbia mai provata prima. Un dolore sconosciuto.
Cosa mi sta succedendo?
Valentina lo ferma, ormai fuori da quel posto, afferrandogli un polso.
"Mario, cazzo guardami! Cosa ti sta succedendo?" Mario vede gli occhi preoccupati dell'amica, si riesce a vedere attraverso il suo sguardo. Il volto pallido, le occhiaie, le mani fredde. È come se riuscisse a percepire per la prima volta il proprio dolore. Come se finalmente ne capisse la causa. Come se avesse appena avuto una rivelazione sconvolgente."Credo di essermi innamorato di lui."
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Quello Che Rimane
أدب الهواةMario e Claudio si incontrano per caso ad una cena. Una cena che dovrebbe portare Mario a conoscere la donna della sua vita. Ma il destino cambia tutto. Il destino li porta ad odiarsi. Il destino li porta a legarsi irrimediabilmente. E come fai a ro...