Mario
Certi legami ti spezzano. È così. Credi di trovare la tua metà, l'altra parte della mela, colui che ti completa. Credi, hai la folle, sciocca impressione di essere finalmente completo. Perché ti leghi a qualcuno. Perché quel qualcuno diventa parte di te. In realtà non è così che funziona. In realtà il legame è solo l'inizio della fine. Segna il punto di svolta. Il momento in cui capisci di non bastarti più. Il momento in cui capisci di essere strettamente dipendente da qualcuno che non sei tu. Il tuo ossigeno e la tua morte. Perché cosa capita se quel qualcuno a cui ti leghi se ne va? Succede che perdi una parte di te. E puoi vivere senza un'altra persona. Ma non potrai mai vivere senza una parte della tua anima. Ecco perché trovare la propria metà è un vero schifo, il momento che segna la fine della tua indipendenza. Perché quando la perdi, quella metà, non puoi più vivere. Così ti limiti a sopravvivere. E sopravvivere è un vero schifo.
"La pianti per favore?" Alice sbuffa, scuotendo un braccio di Mario, esasperata. Mario sembra quasi svegliarsi dal torpore in cui era caduto. Si volta lentamente verso di lei. È ancora bella Alice, nonostante le piccole rughe agli angoli della bocca e intorno agli occhi. È ancora lei. Ma è spenta. Come questa enorme casa, come lui.
"Come scusa?" Le si rivolge con un filo di voce. Sa il motivo delle lamentele di Alice. Ma preferisce far finta di niente.
"Stai sempre per i cazzi tuoi, Mario! Sei assente!" Lo rimprovera lei con occhi arrabbiati. Lui si limita a scuotere le spalle e a rivolgerle un'espressione dispiaciuta.Sono assente perché vivo una vita che non è la mia, Alice. Sono assente perché non so che fare. Sono assente perché nostra figlia, che amo più di me stesso, è l'unica cosa sulla faccia della terra a tenermi ancora legato a te. Sono assente perché lui mi manca.
Alice continua a guardarlo con aria interrogativa, come se non lo capisse. Come se lui fosse solo un estraneo.
"Ha chiamato Valentina." Dice poi, prendendo distrattamente un libro dal comodino.
"Cosa voleva?" Le chiede Mario titubante.
"Vorrebbe che tornassimo a Verona per il suo compleanno. Ci saranno tutti. Vorrebbe conoscere Sofia."
Ci saranno tutti.
È l'unica cosa a cui riesce a pensare Mario, prima di rivolgere una domanda di cui già conosce la risposta.
"Cosa le hai risposto?"
Alice butta il libro a terra senza aver letto neppure una pagina, affonda la testa nel cuscino. Poi spegne la luce. Le sue parole sono un soffio. Ma sono dure, sicure. Decise.
"Le ho detto che io a Verona non ci tornerò mai."Sei anni prima...
"Allora Mario, tu cosa fai nella vita?" Alice è curiosa. Vuole sapere. Valentina è felice. Il suo amico ha fatto colpo. Ma questa non è una novità. Mario fa sempre colpo. Mario è bellissimo e sa di esserlo.
"Sono PR." Risponde lui, con lo sguardo immerso nel piatto davanti a sé. Non ha intenzione di alzare gli occhi e incontrare di nuovo quel verde. Ha paura di ciò che gli provoca. Una risata però lo costringe ad alzare gli occhi sorpreso. E di nuovo gli sguardi si incontrano. E i brividi tornano. Ancora più intensi di prima.
Claudio ride divertito, sotto il suo sguardo perplesso.
"La cosa ti diverte?" Sì ritrova a chiedergli, con tono serio. Lui gli sorride prima di rispondere. Gli sorride e il mondo comincia a girare troppo forte.
"Non è un vero lavoro." Dice poi, continuando a ridere divertito.Perfetto, è un coglione. Almeno ora non dovrò fare più fatica a guardare la sua faccia di cazzo.
"Clà!" Lo rimprovera l'altra ragazza, quella che dovrebbe essere la sua ragazza. Giulia.
"E tu che lavoro faresti, sentiamo..." Gli dice Mario tutto d'un fiato, con tono visibilmente infastidito.
"Io sono il proprietario di questo posto." Gli risponde lui, indicando con le braccia attorno a sé. Il posto in questione è l'Urban, uno dei locali più famosi di Verona. Incredibile certo, che la testa di cazzo ne sia il proprietario. Ma Mario odia essere trattato in quel modo, odia la gente che si crede il centro del mondo. Odia quelli come Claudio.
"Beh, allora mi sa che dovrai contattarmi per organizzarti qualche festa delle mie, perché ultimamente il tuo locale non va più così di moda. È un consiglio da amico eh, sia chiaro!" Gli dice, scatenando una risata orgogliosa di Valentina. Poi si alza con il pacchetto di sigarette tra le dita e rivolge un sorriso ad Alice. Esce dal locale. Ha bisogno di prendere un po' d'aria. Ha bisogno di una pausa da quegli occhi. Da quell'essere odioso che proprio non riesce a togliersi dalla testa. Sente il campanello che indica che la porta di ingresso è appena stata aperta di nuovo. Si gira. Lui è lì. Di nuovo quel verde. Claudio lo guarda divertito, prima di prendergli la sigaretta che tiene stretta tra le labbra e fare un tiro. Un vuoto allo stomaco colpisce Mario. Una sensazione mai provata.Che cazzo ti prende Serpa? Pure le farfalle nello stomaco adesso?
Gli rivolge un sorriso che spera trasmetta sicurezza. E odio.
"Il proprietario dell'Urban scrocca le sigarette?" Gli chiede poi con sarcasmo. Claudio ride, alzando le braccia in segno di resa. E Dio, la sua risata! È la cosa più bella e più irritante che Mario abbia mai sentito.
"Ok ok scusa, ehm...Mario, giusto? Non volevo offenderti. Magari ti contatto anche per qualche festa." Continua a ridere, dandogli una pacca sulla spalla.Che coglione!
Mario si allontana, come scottato, come se quella mano sulla sua spalla bruciasse. Come se quel contatto fosse il più intimo della sua vita. Claudio sorride divertito, prima di continuare.
"Comunque non sono uno che scrocca sigarette eh...mi andava solo di sentire il tuo sapore."
Mario resta fermo, gli occhi sgranati.Lo stai facendo per provocarmi brutto stronzo? Lo stai facendo perché hai visto che sto in crisi perché i tuoi occhi sono i più belli che io abbia mai visto?
Perché lo stai facendo?Claudio gli rivolge un sorriso, prima di abbassare lo sguardo alle sue labbra. Mario deglutisce vistosamente. Claudio se ne accorge. Sorride ancora.
"Stai conoscendo Alice? È carina. Ed è una brava ragazza, la conosco. Ha costretto me e Giulia a venire per non sentirsi troppo in imbarazzo. È abbastanza timida." Mario annuisce. Ma il cervello è scollegato. Non riesce a non pensare alle parole di Claudio.Voleva sentire il mio sapore.
"Anche la tua fidanzata, Giulia, sembra carina. Di certo è molto più simpatica di te." Gli dice scocciato, cercando di apparire il più sicuro possibile. Cercando di fermare il tremolio nella voce che spera Claudio non percepirà. Ma Claudio ride. Ride come se avesse sentito la cosa più divertente del mondo, come se gli avessero appena raccontato la barzelletta del secolo.
Che cazzo c'è ora da ridere?
Mario non capisce che cosa lo attragga tanto di una persona così incredibilmente odiosa e piena di sé. Eppure...eppure ride e scopre tutti quei denti bianchi e perfetti. Eppure ride e gli si formano le fossette attorno agli occhi. Eppure ride e cattura la lingua in mezzo ai denti mentre riprende fiato tra una risata e l'altra. Eppure ride e Mario non lo sa. Ma in fondo sta pensando, nella parte più nascosta della sua mente, che non ci sia niente di più bello al mondo di Claudio Sona che ride.
"Ragazzi, è arrivata la pasta!" Giulia esce fuori per avvertirli, prima di riavviarsi al tavolo. Claudio smette di ridere. Butta la sigaretta per terra. Poi si avvicina a Mario e con un sorriso ancora divertito in volto lo invita ad entrare.
"Andiamo PR, la mia fidanzata ci chiama." Gli dice all'orecchio, soffiando appena. È vicino, troppo vicino. E Mario non può fare a meno di pensarlo.Anche il suo profumo è perfetto.
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Quello Che Rimane
FanfictionMario e Claudio si incontrano per caso ad una cena. Una cena che dovrebbe portare Mario a conoscere la donna della sua vita. Ma il destino cambia tutto. Il destino li porta ad odiarsi. Il destino li porta a legarsi irrimediabilmente. E come fai a ro...