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"Mattia aveva studiato che tra i numeri primi ce ne sono alcuni ancora più speciali. I matematici li chiamano primi gemelli: sono coppie di numeri primi che se ne stanno vicini, anzi, quasi vicini, perchè fra di loro vi è sempre un numero pari che gli impedisce di toccarsi per davvero. Numeri come l’11 e il 13, come il 17 e il 19, il 41 e il 43. Se si ha la pazienza di andare avanti a contare, si scopre che queste coppie via via si diradano. Ci si imbatte in numeri primi sempre più isolati, smarriti in quello spazio silenzioso e cadenzato fatto solo di cifre e si avverte il presentimento angosciante che le coppie incontrate fino a lì fossero un fatto accidentale, che il vero destino sia quello di rimanere soli. Poi, proprio quando ci si sta per arrendere, quando non si ha più voglia di contare, ecco che ci si imbatte in altri due gemelli, avvinghiati, stretti l’uno all’altro. Tra i matematici è convinzione comune che per quanto si possa andare avanti, ve ne saranno sempre altri due, anche se nessuno può dire dove, finchè non li si scopre.
Mattia pensava che loro due erano così, due primi gemelli, soli e perduti, vicini ma non abbastanza per sfiorarsi davvero. A lei non l’aveva mai detto."
("La solitudine dei numeri primi", Paolo Giordano)

Mario

Il ticchettio dell'orologio. Il tempo che passa. Senza chiedere il permesso, senza nessuna pietà. Passa e basta. Il suono armonioso del respiro di Sofia che si infrange sul suo petto. Che attraversa la carne, più in profondità, fino al cuore. Un bacio posato sui suoi capelli che sanno di borotalco. Un braccio che la stringe, come per proteggerla da tutto. Su questo divano troppo grande. Su questo divano che tante volte li ha visti addormentarsi avvinghiati, la piccola stretta tra le braccia del suo papà, beata in quella sicurezza, i pugni stretti sul suo petto, gli occhi chiusi, il pensiero immerso in sogni sereni. Mario la osserva e se ne innamora anche oggi un po' di più di ieri. È lei la sua cura. Il rimedio alla solitudine. Il rimedio a tutto. Afferra il cellulare, ben attento a non muovere la piccola per non svegliarla. Osserva la data di oggi sul display. Domani. Domani sarà il compleanno di Valentina. Domani potrebbe tornare a Verona, prendere quel treno, andare. Rivederlo. Scrive un messaggio, così di getto, smettendo di pensare. Almeno per un minuto.

"Ci sarai domani al compleanno di Vale?"
Lo invia senza alcun bisogno di selezionare il numero dalla rubrica. Perché quel numero lo sa a memoria. Lo invia a Claudio. Poi spegne il telefono, come se si fosse improvvisamente risvegliato da quello stato di trance. Come scottato.

Che cazzo ho fatto?!!

Sei anni prima...

Mario osserva Alice che canticchia una canzone che passa alla radio. Ride divertito, tappandosi poi i timpani.
"Sei stonata amò!" Lei gli prende la mano e in tutta risposta comincia a cantare a squarciagola.
Stanno insieme da due mesi ormai. Dopo il loro primo incontro hanno continuato a frequentarsi. E a Mario lei piace, piace davvero! È di gran lunga migliore di tutte quelle con cui è andato a letto e ha mollato qualche giorno dopo. Quindi si, Valentina alla fine aveva ragione. Il problema è la notte. Il problema è che da due mesi a questa parte Mario non riesce più a dormire serenamente. Perché due occhi verdi lo tormentano. E quelle labbra carnose. E quel piercing alla lingua. E quella risata. E poi la sua voce. Claudio Sona è diventato un tormento e Mario non sa perché. Non ne riesce a capire la ragione. Non gli è mai successo con nessuna donna. Non gli è successo con Alice. Quel corpo, quegli occhi, sono ormai la sua ossessione. Occupano i suoi pensieri più reconditi. Lo tormentano nel sonno. Non lo lasciano libero. Non gli lasciano la sua solitudine, il suo spazio. Gli levano il respiro.
Con Claudio non si sono più visti. Almeno non fino a stasera.
"Accosta Mario, mangiamo qui! È da tanto che non vedo Claudio." Quel nome. Arriva dritto al petto. È una pugnalata. È un sogno. È un incubo. Il cuore comincia a martellare incessante nel petto.

Cosa cavolo mi succede? È solo un nome. È solo una persona. Ed è un uomo.

"Ali, lo sai che non mi sta molto simpatico." Si limita a dire con un filo di voce. Intanto però il suo corpo ha deciso per lui. Ferma la macchina proprio lì. Di fronte all'Urban.
"Ma prova a conoscerlo! Ti piacerà!" Gli dice convinta la ragazza, mentre gli prende la mano. Si dirigono verso quel locale. Vanno verso di lui. Entrano. Ed è un attimo.
Claudio è lì. Sta preparando un cocktail. Sposta distrattamente il ciuffo ribelle che gli va da una parte all'altra e gli impedisce di svolgere il suo lavoro. Una maglietta a maniche corte, nonostante sia autunno e cominci a far freddo. E tutti quei tatuaggi sulle braccia scolpite. Un miliardo di colori. Serve il cocktail appena preparato con un sorriso al cliente di fronte a lui. Si guarda intorno.

Girati verso di me. Guardami. Mi sono mancati i tuoi occhi.

Ed è un attimo. È come se Claudio lo avesse sentito. Si volta verso di lui. Di nuovo quel verde. Di nuovo quel sorriso. Dice qualcosa al ragazzo dietro al bancone con lui. Poi si allontana da lui. E si avvicina a Mario. Sempre di più. Pochi passi e sentirà di nuovo quel profumo.
"Ali, ciao tesoro! Da quanto tempo!" La abbraccia. Poi si rivolge a lui. Il suo sguardo è tagliente. Mette a disagio. Mario abbassa gli occhi.
"Ciao PR! Mario giusto? O Matteo? Scusa, non ho una buona memoria." Gli rivolge un sorriso di sfida. Mario alza gli occhi e lo guarda male, molto male.

Sei più coglione di quanto ricordassi! Fingi anche di aver dimenticato il mio nome solo per farmi incazzare. O magari è vero. Magari sul serio non ricordi il mio nome. Magari non ricordi nulla di me. E il coglione sono io, che chissà per quale assurdo motivo ti sogno ogni notte. Un pensiero fisso.

"Mi chiamo Mario." Gli risponde semplicemente, scandendo bene le parole. Claudio gli sorride. Sembra voler dire "Sta tranquillo, so come ti chiami. Non mi sono scordato di te." Ma sarà solo un'impressione, si ritrova a pensare Mario. Anche se quel sorriso...quello era un sorriso dolce. Il sorriso di qualcuno a cui piaci.
"Ok, Mario. Allora ragazzi, prendete posto! Oggi offre la casa. PR puoi sederti dove preferisci."
Mario alza gli occhi al cielo, sotto lo sguardo divertito di Claudio e quello comprensivo di Alice. Poi la prende per mano e senza degnare quel coglione pieno di sé di una risposta, conduce Alice al tavolo più vicino. Passano una serata piacevole, lui e Alice. Una serata di tenerezze, carezze, baci a fior di labbra. Eppure Mario sente la pelle bruciare. Sente lo sguardo di Claudio su di sé ogni volta che si avvicina alla sua ragazza. Si sente penetrare fin dentro le ossa da quegli occhi. Si sente nudo. Privo di difese. Si gira a guardarlo e quel verde è ancora fisso su di lui. Non lo lascia. Nemmeno per un secondo. Nemmeno mentre Claudio è impegnato a fare altri cocktail, i suoi occhi sono sempre puntati su di lui. E Mario dovrebbe infastidirsi, dovrebbe prendere e andare via. Eppure quello sguardo non lo infastidisce per niente. Lo imbarazza, si. Gli provoca mille e più brividi alla schiena anche e un vuoto allo stomaco. Ma non lo infastidisce per niente. Passano ore così, a guardarsi, a scrutarsi, a entrarsi dentro.
Vicini, ma non abbastanza da sfiorarsi davvero.
A fine serata lui e Alice vanno via. Si tengono per mano. Alice rivolge un saluto veloce a Claudio prima di avviarsi alla porta.
"PR aspetta!" Eccola di nuovo. La sua voce. E quel modo che ha di chiamarlo che tanto odia. O forse odia il fatto che non lo odia. Proprio per niente.
"Dimmi." Gli dice solo, puntando gli occhi su di lui.
"Mi serve il tuo numero." Risponde semplicemente Claudio, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
"Che? Perché?" Mario spera che non si sia percepito tremore nella sua voce.
"Perché voglio contattarti per oganizzare una serata qui. Sei un PR no?" Gli dice Claudio.
E a Mario sembra di vederlo. Per la prima volta. L'imbarazzo nei suoi occhi. Nella sua voce. Claudio gli porge il cellulare. Mario lo prende. Digita il suo numero. Lo porge di nuovo a lui. Claudio rivolge un sorriso veloce ad Alice. Poi di nuovo a lui.
"Ci sentiamo presto PR."

Quello Che RimaneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora