Questo lo dedico a Michi
e ai suoi insulti. 😂"Forse non siamo capaci di amare proprio perché desideriamo essere amati, vale a dire vogliamo qualcosa (l'amore) dell'altro invece di avvicinarci a lui senza pretese e volere solo la sua semplice presenza."
("L'Insostenibile leggerezza dell'essere", Milan Kundera.)
Claudio
"Come si sta senza Mario?"
Se Claudio dovesse rispondere a questa domanda la sua risposta sarebbe diretta, immediata. Non avrebbe bisogno di nessuna riflessione. Perché senza Mario si sta male. È come quando vivi e ti sforzi di essere felice, sentirti completo, ma non ce la fai. È come quando ti dici che basta, devi andare avanti, che tanto è tutto inutile, che tanto soffri soltanto. Ma poi ti rendi conto che in fondo no, non ci riesci. Perché l'altro ti è entrato dentro talmente tanto, ti è entrato nell'anima. Si dice che l'anima pesi ventuno grammi. Da quando Claudio conosce Mario la sente un po' più pesante. Quando qualcuno diventa parte di te non te ne puoi liberare e basta. Non senza perdere un pezzo di te. E Claudio questo ormai lo sa, lo ha accettato. Così si ritrova ad attendere quei pochi giorni al mese in cui ha l'opportunità di passare il proprio tempo con Mario. Li brama, li cerca, come fossero acqua in mezzo al deserto. Come fossero linfa vitale. Attende quei momenti in cui può finalmente averlo intorno, sentirne la voce, inalarne l'odore, vederlo, sentirlo di nuovo un po' suo. Nonostante la distanza che hanno deciso di imporsi, nonostante un rapporto che non ha niente di fisico. Ma a Claudio non serve averlo suo nella carne per sentire quanto Mario gli appartenga. Quanto quel filo che li lega sia forte e saldo, quanto quel filo abbia la consistenza di una corda sicura, che non si spezzerà mai. Che resisterà a tutti gli urti inflitti dalla vita.
Claudio fa ingresso nel suo locale aggiustandosi distrattamente il ciuffo. È la sera di San Valentino. Il locale è pieno. Claudio, nonostante gli anni passati, non riesce mai a fare a meno di stupirsi per la bravura di Mario nel suo lavoro. Riesce a organizzare delle feste che richiamano praticamente tutta Verona. Lo vede in fondo, in un angolo, intento a leggere qualcosa su un foglio che tiene tra le mani. Finché alza lo sguardo e lo vede. Gli rivolge uno di quei sorrisi belli da togliere il fiato, di quelli che solo Mario sa fare. Di quelli che coinvolgono anche gli occhi, facendogli formare tante piccole fossette attorno ad essi.
"Clà hey! Credevo non venissi questa sera! Hai visto che serata?" Claudio non può fare a meno di sorridere, perché Mario è entusiasta e felice come un bambino il giorno di Natale.
"Sei sempre bravo, PR." Gli dice, fingendo un tono professionale e facendolo aprire a una fragorosa risata.
"Ma che fai qui? È San Valentino, credevo fossi con Marco."Marco? Quello che ho lasciato mesi fa perché sono innamorato di te?
"No, lui...doveva lavorare anche lui questa sera." Improvvisa, dicendo la prima stronzata che gli viene in mente. Ed è una stronzata sul serio, perché Marco lavora in un supermercato. E non lavora certo la notte. Mario sembra crederci, perché annuisce, prima di puntare di nuovo lo sguardo su quella che sembra essere la lista della gente che partecipa alla festa. Claudio lo osserva, osserva quella pelle morbida, ancora più scura e perfetta nella penombra del locale, quella barba, quegli occhi grandi. E non ce la fa. Ha bisogno di sentirlo vicino.
"Ti va di ballare?" Gli chiede, urlando per sovrastare il caos della musica. Mario alza gli occhi. Lo scruta per un po', come se volesse cercare di capire le sue intenzioni, prima di lasciarsi andare a un sorriso.
"Certo!" Esclama, lasciandosi prendere la mano da un Claudio visibilmente felice e facendosi trascinare in mezzo a quei corpi sudati e accaldati che si muovono a ritmo di musica. Sono al centro della pista, lì dove la confusione è un po' minore. Claudio che stringe le mani sui fianchi di Mario e Mario che le porta attorno al collo di Claudio.
"È bello averti qui." Claudio gli si avvicina, fino a sfiorargli l'orecchio con le labbra, per fargli sentire quelle poche parole. Mario sembra quasi tremare al suo tocco, ma forse è solo una sua impressione. Gli sorride con dolcezza.
"È bello essere qui."
Restano così, stretti in silenzio, per tanto, forse troppo tempo, le braccia a stringere l'altro, i cuori a toccarsi, le labbra di Claudio a lasciare piccole scie di baci sul collo dell'altro, il corpo di Mario che lo cerca e gli si fa più vicino per sentirlo meglio, per sentire tutto di quel momento, il frastuono che li circonda ma che loro sembrano non sentire.
"Andiamo via? Andiamo a casa?" Claudio lo chiede così, strigendolo forte a sé, con le labbra sul suo collo morbido e il fiato caldo che batte sulla pelle dell'altro. Mario si scosta leggermente, guardandolo poi negli occhi.
"Clà, ma a casa tua non c'è Marco?"
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Quello Che Rimane
FanfictionMario e Claudio si incontrano per caso ad una cena. Una cena che dovrebbe portare Mario a conoscere la donna della sua vita. Ma il destino cambia tutto. Il destino li porta ad odiarsi. Il destino li porta a legarsi irrimediabilmente. E come fai a ro...