"Tu sei come una terra
che nessuno ha mai detto.
Tu non attendi nulla
se non la parola
che sgorgherà dal fondo
come un frutto tra i rami.
C’è un vento che ti giunge.
Cose secche e rimorte
t’ingombrano e vanno nel vento.
Membra e parole antiche.
Tu tremi nell’estate."Cesare Pavese
Claudio
"Clà, mi stai lasciando?" Marco è deluso. È un bravo ragazzo e a Claudio dispiace, dispiace davvero. Ma dopo la notte passata con Mario non è più riuscito a stare con lui. Marco quella mattina lo ha visto tornare a casa distrutto, gli occhi rossi e gonfi. A niente sono servite tutte le sue domande su dove fosse stato, su cosa avesse fatto, su cosa gli fosse successo. Claudio non ha risposto. Si è gettato a peso morto sul letto e ha dormito ventiquattro ore di fila, fregandosene di Marco, dell'Urban, di Valentina che continuava a chiamarlo. Ha sognato lui, la notte trascorsa con lui. Ha sognato il suo viso rigato dalle lacrime. Ha sognato la vita che non avrebbero mai avuto. Una vita fatta di Natali passati insieme, ad addobbare un albero bianco, a stringersi su un divano troppo piccolo ma troppo grande per loro. Che se fosse ancora più piccolo ci si starebbe meglio perché ci si potrebbe stringere di più. Ha sognato di concerti vissuti insieme, a cantare a squarciagola canzoni che sanno di loro. Di compleanni passati su un treno solo per poter raggiungere l'altro e starci insieme solo per poche ore, anche solo per pochi minuti. Di piatti cucinati male che restano sullo stomaco per giorni, di una vacanza in Puglia solo loro due, lontani da tutto, lontani dal mondo. Di notti ad amarsi di nascosto, anche per poco, anche in un hotel squallido, che non importa dove sei quando sei con chi ami. Di liti, di non voglio più avere niente a che fare con te, mi hai solo fatto male. Ma tanto alla fine non importa se litighi, quando riesci a perdonare. Di spese fatte insieme, di feste, di baci, di amore, di odio, di una casa più grande, di un cane, magari un bulldog francese perché a Mario sono sempre piaciuti, di Sofia che li va a trovare. Di sveglie che non si sentono. O che si fa finta di non sentire. Per continuare ad amarsi un altro po', un po' di più, lontano da tutto. Istanti di vita spesi ad amarsi, a perdersi, a ritrovarsi.
Io potrei essere la tua famiglia Mario, se solo tu volessi essere la mia.
"Sì, ti sto lasciando. Mi dispiace Marco."
"Ma perché? Ho...ho fatto qualcosa di sbagliato?" Il ragazzo è incredulo. Si passa più volte le mani tra i capelli.
"No. Sono io che ho sbagliato. Ti ho tradito con l'unica persona che abbia mai amato nella mia vita due giorni fa." Eccolo di nuovo. Il Claudio di ghiaccio. Il Claudio che si chiude in se stesso per paura di sentire troppo, di provare troppo.
Marco raccoglie tutte le sue cose in fretta, tra lacrime e imprecazioni rivolte a Claudio. Perde poco tempo, non sono molte le cose che ha portato a casa sua. La loro convivenza è cominciata da poco più di un mese.
"Potresti almeno chiedermi scusa!" Gli dice alla fine, già sulla porta, con le lacrime agli occhi.
"Non posso scusarmi di qualcosa che rifarei comunque altre mille volte." Gli risponde alzando le spalle. Freddo.
"Vaffanculo Claudio!" Marco sbatte la porta. Esce dalla sua vita.
Passano solo dieci minuti. Dieci minuti di totale apatia. Claudio è fermo nel corridoio. Alla fine afferra le chiavi ed esce da quella casa anche lui. Va nella discoteca più vicina. Quando vuole divertirsi non va mai all'Urban. In quel posto è il capo. In realtà sono anni che non fa più una cosa del genere. È da quando conosce lui che non fa una cosa del genere. Un brivido gli attraversa la schiena a quel pensiero. Manda giù diversi drink per scacciarlo. Per spegnere tutto. Balla tra tutti quei corpi sudati. Un ragazzo gli afferra la mano. Ballano insieme, strusciano l'uno sull'altro. Claudio lo trascina con sé in bagno. E quanto tempo è passato da quando era il ragazzo di ghiaccio che si scopava il primo sconosciuto che passava? Tanto, troppo.Visto Mario? Riesco ancora a divertirmi. Riesco ancora a scopare con uno di cui non conosco il nome e mi piace. Riesco ancora a non amarti.
"Mi dai il tuo numero?" Chiede il ragazzo, dopo aver rialzato i jeans stretti.
"No."
"Perché?"
"Perché tanto sono innamorato di un altro."
Esce fuori da quello spazio angusto, da quel locale. Ha bisogno di respirare, di aria. Afferra il cellulare. Un messaggio da quel numero che conosce a memoria. Da lui.
"Mi manchi. Ho ancora il tuo profumo sulla pelle."Mi manchi anche tu. Anche se ora sulla pelle ho un odore sconosciuto lo riesco a sentire ancora anche io. Il tuo profumo. Ma questo non te lo dirò, perché tanto sarebbe inutile.
Non risponde.
Sei anni prima...
Sono in una discoteca. Claudio, Valentina, Giulia, Alice. E Mario. Claudio non può fare a meno di guardarlo, di ammirare la sua bellezza, di pensare a quando Mario ha provato a baciarlo. A quando lo ha aiutato a mettersi a letto e Mario ha biascicato ringraziamenti sconnessi stringendosi al suo collo. Mario sta con lo sguardo basso, sembra immerso in chissà quali pensieri.
"Ciao, ti va di bere qualcosa?" Un ragazzo obiettivamente molto bello si è avvicinato a Claudio, poggiandogli una mano sulla spalla. Mario alza lo sguardo, improvvisamente attento. Gli altri del gruppo sorridono complici.
"Non so se sia il caso, sai...sono con i miei amici." Il ragazzo sorride.
"Beh...sopravviveranno anche senza di te." Claudio sta per ribattere, ma la sua voce lo interrompe.
"Non lo vedi che non vuole?" Dice Mario infastidito.Cosa ti infastidisce Mario? Di cosa hai paura? Perché sei geloso? Perché è questo, no? Sei geloso.
All'improvviso Claudio vuole capire. Vuole metterlo alla prova, soppesare le sue reazioni. Vuole spingere Mario a fare qualcosa. A capire che qualcosa c'è. Anche se fa fatica ad accettarlo.
"Sì, magari una birra insieme possiamo berla." Dice quindi, rivolgendo una breve occhiata a Mario e allontanandosi poi con il ragazzo.
Bevono insieme. Poi si lasciano trascinare dalla musica. Inizialmente Claudio si è sentito osservato, lo sguardo di Mario fisso su di lui, di fuoco, a bruciargli la pelle. Ora però non lo trova più. In realtà non vede più nessuno del gruppo. I suoi amici se ne sono andati. Capisce che non ha più bisogno del ragazzo. Luca, gli pare che si chiami. Sta per allontanarsi con una scusa, quando Luca comincia a trascinarlo verso il bagno. È un bel ragazzo dopotutto. E non è la prima volta che Claudio si lascia andare con uno sconosciuto. Lo segue senza opporre resistenza. Ma qualcuno gli afferra la mano. Claudio abbassa lo sguardo. I suoi tatuaggi. Capisce subito che è lui. Stringe di riflesso la sua mano, ma Mario si stacca.
"Dove cazzo vai?" È alterato. Molto più di quanto abbia notato durante la serata.
"Dove hai lasciato la fidanzata PR?"
"L'ho accompagnata a casa." Claudio è sorpreso.
"E perché sei tornato?" Gli chiede. Luca sembra infastidito dalla situazione. Chiama Claudio ma lui non lo ascolta. È perso nel nero.
"Non lo so..." risponde l'altro in difficoltà.
"Mario..."
"Io...non voglio che tu vada con lui." È un sussurro nel caos della musica. Eppure Claudio lo sente perfettamente.
"Ma che cazzo vuoi?" Domanda Luca alterato nei confronti di Mario. Claudio gli si pone davanti. Lo incenerisce con lo sguardo.
"Vattene." Gli dice semplicemente. Luca va via con lo sguardo di uno che crede di avere appena incontrato due pazzi. E magari è così.
Claudio prende Mario per mano. Lui è spaventato, si vede, ma stavolta non va via. Lo trascina con sé tra la folla. Lo porta via da quel caos, fuori, in una strada stretta, isolata. Lo sbatte contro al muro deciso, senza troppa delicatezza. Sono occhi negli occhi, nero nel verde. Si osservano. Claudio si avvicina, porta le loro labbra a sfiorarsi appena, a conoscersi piano. Ma resta fermo, in attesa di un segnale, di un consenso. Restano così, a sfiorarsi, le labbra bollenti, per secondi che sembrano ore. E poi, inaspettatamente, è Mario ad annullare le distanze. Si avventa sulle sue labbra con forza. Claudio traccia il contorno delle sue con la lingua, cercandone poi l'accesso, che Mario subito concede. Si perdono in una danza solo loro, in un intreccio di lingue, labbra, mani. Si perdono in quel momento e si staccano solo per pochi secondi, solo il tempo di riprendere fiato, perché poi Mario si avventa sempre ancora sulle labbra di Claudio, come se non ne avesse mai abbastanza. È il bacio più sconvolgente che Claudio abbia mai dato e ricevuto. È tutto.È incredibile quanto tu mi faccia sentire bene. E strano. È incredibile che ora mi ritrovi qui a baciarti di nascosto come un tredicenne e mi sembri di non aver mai fatto niente di più bello, di non aver vissuto niente di più intenso. È incredibile che mi ritrovi a ringraziare il mondo per aver rifiutato Luca e non essere andato con lui. Perché questo bacio vale più di tutti i corpi, di tutto il sesso del mondo. Perché questo bacio mi sta togliendo la capacità di ragionare, di pensare. E forse va bene così.
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Quello Che Rimane
FanfictionMario e Claudio si incontrano per caso ad una cena. Una cena che dovrebbe portare Mario a conoscere la donna della sua vita. Ma il destino cambia tutto. Il destino li porta ad odiarsi. Il destino li porta a legarsi irrimediabilmente. E come fai a ro...