Capitolo 1

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MADISON P.O.V.

"Non farlo ti prego." sussurrai disperandomi,cercando con lo sguardo una via di fuga, ma non c'era.

Non potevo scappare, mi aveva intrappolato in quel maledetto angolo della stanza, ero destinata e lo sapevo. Sapevo perfettamente quello che mi sarebbe toccato nei prossimi minuti, sapevo che quella brutta cosa era successa ad altre ragazzine dell'orfanotrofio , non ero di certo la prima, eppure continuavo a supplicarlo invano.

"Ti prego, ti prego, ho solo dieci anni, ti prego non farlo." mentre le sue mani grosse e sporche mi immobilizzavano.

"Zitta!" urlò, scuotendomi forte ed inizia a piangere.

"Ti prego." lo supplicai un'altra volta guardandolo negli occhi.

Lui scosse la testa e scoppiò a ridere, se solo avessi potuto penso che avrei vomitato o strillato, ma non potevo, mi teneva una mano sulla bocca. Lo fissai terrorizzata per qualche minuto mentre rideva, era tutto sporco, persino i suoi vestiti, ma era normale, i controllori del nostro orfanotrofio erano tutti sporchi e pericolosi.

Halina, una mia cara amica, mi diceva sempre: <<Occhi bassi e testa china quando passi di fronte a loro.>> Avevo sempre seguito il suo consiglio eppure quel giorno Lui aveva scelto me per divertirsi.

Morsi forte con disgusto quella mano lurida che mi tappava la bocca e iniziai a strillare.

"No. No. No. No." mentre cercava di togliermi la vestaglia, l'unico vestito ammesso all'orfanotrofio. Ritirò la mano e bestemmio a gran voce, spaventandomi ancora di più.

"Come ti sei permessa tu?!" strillò sputandomi addosso, mi rannicchiai ancora di più piangendo nell'angolo, ma non servì a nulla, perché una dolorosa sberla arrivo ugualmente sulla mia faccia, stordendomi.

"Stupida mocciosa, non farlo più o giuro che ti ammazzo" mi urlò in faccia, poi tirò fuori dalla giacca un fazzoletto, e pulendo il sangue che fuoriusciva dalla sua mano.

"Ora vedi di stare ferma." ordinò, riponendo la stoffa nella tasca e mettendosi di fronte a me, mi prese per un braccio e improvvisamente mi ritrovai in piedi.

Non serviva più piangere o dimenarsi, era troppo forte ed io troppo spaventata e piccola per opporre resistenza. Mi afferrò per i fianchi avvicinandomi a lui, e mi tolse la vestaglia con un gesto rapido e brusco.

"Brava non ti agitare, non è meglio così?" mi chiede ridendo.

Butta tutto ciò che rappresenta i miei vestiti dall'altra parte della stanza mentre io non risposi, mi limitai a fissarlo, ero decisamente sotto shock e forse mi ero anche arresa al mio destino.

"Bene vedo che hai perso la lingua, spesso vi succede, ma ne sono contento. Sai prima mi hai spaventato quando piangevi perché ci sono ragazzine che piangono per tutto il tempo e neanche mi diverto tanto, poi per fortuna hai smesso e ora sono sollevato." continuò tranquillo, come se avesse annunciato il menù della cena, non risposi.

"Non riesco a farti parlare eh?! Meglio passiamo ai fatti." aggiunse ridendo e mi sfilò anche le mutande, spogliandomi completamente.





"Madison! Madison! Mad avanti svegliati!" sentii qualcuno chiamarmi, aprii gli occhi terrorizzata e urlai.

"Va tutto bene piccola." mi rassicurò mia madre, abbracciandomi stretta.

Tu mi porti fuori dai miei incubi.  Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora