Capitolo 17

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MADISON P.O.V.


"Non voglio che ti senta obbligata però, se non vuoi o non ti senti pronta, non devi fare niente piccola "    si affrettò ad aggiungere preoccupato, corrucciandosi un attimo dopo senza motivo,

" Io voglio farlo "     mentii; in realtà non volevo, però ne sentivo la necessità : era una cosa che dovevo provare e dovevo provarla con lui.

"Va bene "     mormorò, mentre le mie mani si avvicinavano timidamente alla sua cintura. 

"Segui l'istinto, non pensarci, fidati è una cosa che ti viene naturale "    mi consigliò, riprendendo a baciarmi avidamente sul collo, da quando in poi fare certe cose a un ragazzo in un fottuto bosco alle undici di sera era naturale?

Chiusi gli occhi, cercando di seguire il suo consiglio, e gli slaccia la cintura. Tastai un po' più sotto, sfiorando la sua ben evidente erezione, gli aprì la cerniera dei pantaloni, abbassandoglieli.
Sentii qualcosa pizzicarmi il collo, ma non ci badai troppo agitata come ero, si trattava sicuramente dell'ennesimo succhiotto, magari un suo tentativo inutile per distrarmi da quel che stavo per fare.

Sfiorai col dito il tessuto dei boxer, evitando accuratamente la zona centrale, e lentamente glieli abbassai, di poco, ma il necessario.

<<Non guardare giù, non guardare giù>>   urlava inutilmente una vocina nella mia testa, ma lo sguardo cadde ugualmente. Sentii le fitte al collo e la sua presa sui miei fianchi aumentare quando gli afferrai il membro e iniziai a fare un movimento continuo su e giù.

"Ricordati di spostarti quando vengo "    gemette, buttando la testa indietro ed iniziando ad ansimare, mentre continuavo il mio lavoretto.

"Più veloce "    mi supplicò con una delle voci più sexy che avessi mai sentito, lo accontentai, aumentando la velocità e il lavoro di polso, sentendo le sue mani irrigidirsi e chiudersi in pugni contro la mia schiena.

Era una sensazione bellissima e soddisfacente vederlo in quello stato di piacere per merito mio, oltre che ad essere estremamente eccitante. 

"Mad, merda, sto per venire, ferm... "     esclamò, ma le parole gli morirono in gola non appena sentì l'orgasmo coglierlo, facendogli cacciare un urlo strozzato.

"Spero di avere dei fazzolettini nella tracolla "     ansimai schifata, riferendomi alla mia mano sporca e tirando fuori dalla piccola borsa un pacchetto di fazzoletti che tenevo per emergenza. Mi ripulì la mano, osservandolo rimettersi a posso boxer e pantaloni, fece per dire qualcosa, ma in quel momento un fascio di luce ci colpì.

"Che ci facevate voi due qui? "    chiese una voce adirata estremamente familiare,

"Luke spegni quel coso "    sbottai accecata, sbattendo gli occhi, ormai abituati al buio del bosco.

"Beh indovina Darlinston, cosa stavamo facendo? "    ringhiò Jason lanciandogli un'occhiataccia di fuoco,

"Noi stavamo solo parlando "    mentii, prendendo la mano del moro e trascinandolo via.

"Qualche volta quel figlio di puttana finirà in un brutto guaio e non ci saranno nè Derek o professori nè nessun altro a fermarmi "    sbottò arrabbiato, dando un calcio ad una radice di un albero e facendola volare via di qualche metro.

"Lascialo perdere "     bisbigliai, fissandolo negli occhi, il buio non mi permetteva di vedere il suo solito blu oceano che mi incantava, ma la lucidità dello sguardo era inconfondibile ed affascinante come sempre.

"La fai facile tu, ma se una pervertita maniaca mi perseguitasse, non ti darebbe fastidio? "   chiese metà divertito e metà seccato, ignorai il fatto che avesse paragonato Luke ad un pervertito maniaco e osservai

Tu mi porti fuori dai miei incubi.  Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora