Capitolo 35

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MADISON P.O.V.

Mi svegliò un rumore assordante e inconsapevolmente tastai intorno a me alla ricerca della mia sveglia, ma non trovai nulla se non qualcosa di freddo. Era un pavimento? Il suono non smetteva ed iniziava a martellarmi le tempie, non ne potevo più. Lanciai qualche imprecazione e aprii gli occhi, tirandomi su col busto e sedendomi. Una fitta sotto il seno mi colpii e boccheggiai dal male. Automaticamente guardai verso la zona in cui mi faceva male e notai solo in quel momento che indossavo una maglietta larga, maschile, impregnata del profumo di Jason, ne ero certa. Quando l'avevo messa? Non mi ricordavo nulla. Mi guardai intorno intimorita e riconobbi il salotto della casa di Diana, la madre di Jas. Che diavolo ci facevo qui e perché avevo un vuoto di memoria così grande?! Proprio in quel momento si spense il rumore insopportabile e sentii dei passi leggeri avvicinarsi. Alzai lo sguardo confusa e incontrai quello preoccupato di Jason.
" Tutto bene? " mi chiese nervoso, passandomi il mio telefono.
« cinque chiamate perse da Theo
tre chiamate perse da Meggie » diceva il blocca schermo e sbuffai. Per qualche strana sensazione, mi sentivo come in un mare di guai.
Feci per alzarmi e arrivò un'altra fitta alla costola, ma che diamine? Una smorfia di dolore comparve sul mio visto mentre mi massaggiavo la zona dolente, ma non cambiò nulla. Un bruciore continuo mi pizzicava la pelle.
" No " ammisi frustrata, riuscendo a sedermi sul divano.
" Ti fa tanto male qui? " chiese ancora ansioso e mi toccò nell'esatto punto in cui mi sentivo bruciare. Fremetti e annuii, troppo presa dal dolore per chiedermi come cavolo sapesse dove mi facesse male.
" Devo parlarti di una cosa " mormorò infine, passandosi una mano tra i capelli.
"Dimmi " sospirai, la voce troppo roca visto che mi ero appena svegliata.
" Più che dirtela, posso mostrartela " sbuffò, prendendomi di sprovvista e alzandomi la maglietta. Feci per protestare e chiedergli cosa cazzo stesse facendo, quando mi accorsi di quel coso. Una macchia di inchiostro nero, sopra la mia pelle, ma non era una macchia. Era un cuore, non colorato all'interno, spezzato a metà dal segno dell'infinito e sotto, sotto c'era una frase.
" With me is where you belong " lesse il moro, sfiorando la mia pelle rossastra e non perfettamente liscia a causa della recente incisione.
Quando mi ero fatta quel tatuaggio?! E perché non mi ricordavo niente?! Oddio, mi ero seriamente fatta un tatuaggio?
" Ce l'ho identico " aggiunse, alzandosi la maglietta e mostrandomi lo stesso tatuaggio nello stesso punto.
Non riuscivo a dire niente, ero letteralmente sotto shock, insomma come cavolo era successo?!
" Non ri-ricordo nulla " riuscii a dire alla fine, balbettando. Jason mi guardò comprensivo e disse
" Nemmeno io a dire il vero. Mi ricordo che siamo arrivati al Blue Trip e che abbiamo bevuto qualche drink, per poi iniziare a ballare e... Basta, dopo ho un vuoto "
Merda. Santa merda, mi ero ubriacata. Avevo perso totalmente la testa.
" Come siamo arrivati qui? Io dovevo dormire a casa di Megan questa notte " quasi piagnucolai e lui scosse la testa desolato.
" Mia madre mi ha svegliato cinque minuti fa, adesso è in cucina e ci sta preparando la colazione " continuò, facendomi arrossire. Chissà cosa avrà pensato Diana, insomma mi ero addormentata nel suo salotto, nemmeno sul divano, ma sul pavimento!
" Non ti preoccupare per lei " aggiunse, leggendomi nel pensiero, e mi scoccò un bacio sulla fronte. Controllai l'orario sul telefono, erano le sette e mezza. Decisamente presto per essere Sabato, ma non avevo sonno, sentivo solo un mal di testa infernale.
" Mi fa male la testa, tua mamma potrebbe darmi qualcosa? " sbuffai, chiudendo gli occhi e appoggiandomi a lui. Mi accarezzò dolcemente e ordinò di aspettarlo lì mentre si allontana. Non mi sarei mossa ugualmente, stavo troppo male. Tornò dopo poco, con un bicchiere pieno e una pastiglia bianca che mandai giù insieme ad un sorso d'acqua. Lo ringraziai e tornai a guardare la mia costola, ormai macchiata per sempre dall'inchiostro nero.
" L'hai detto a tua madre di questo nostro... tatuaggio? " chiesi, avendo quasi paura nel pronunciare quell'ultima parola.
" No " rispose secco, lasciandosi cadere accanto a me sul divano color panna, e sospirai di sollievo. Non volevo che nessuno sapesse di questa pazzia, doveva rimanere una cosa tra me e lui. Glielo spiegai e si limitò ad annuire.
" Tutto bene? Mi sembri arrabbiato " domandai timida, guardandolo negli occhi.
Aggrottò la fronte e non mi rispose, guardando per terra. Perché non mi guardava? Mi avvicinai, ignorando il bruciore sotto il seno sinistro, e gli presi il volto tra le mani, costringendolo a guardarmi. Era turbato, glielo leggevo in faccia, ma non capivo perché.
" Spiega " ordinai ostinata e mi acciambellai sulle sue gambe per stare più comoda.
" Non voglio che questo tatuaggio sia un peso per te e non voglio che pensi sia un errore " si decise finalmente a parlare, lo sguardo ferito e il tono di voce lento, lasciandomi a bocca aperta.
"È vero, eravamo ubriachi quando l'abbiamo fatto e non mi ricordo un cazzo, ma mi piace. Mi piace l'idea di essere tatuato sulla tua pelle per sempre e che tu lo sia sulla mia. È stata una cazzata, solamente perché l'abbiamo fatto mentre non eravamo sobri, ma sono felice di averlo e adesso come adesso, se ne avessi la possibilità, non me lo toglierei mai perché è vero. Mi sento bene con te, mi sento come a casa. Appartengo a te, ne sono sicuro " prese una piccola pausa e sussurrò sulle mie labbra
" With me is where you belong " per poi lasciarmi un dolce bacio che ricambiai, inizialmente ancora sorpresa dalle parole, poi mi sciolsi e misi in gioco tutto l'amore che sentivo scoppiarmi nel cuore.
Amavo follemente e incondizionatamente Jason Thompson, ormai ne ero sicura. Mi staccai contro voglia dalla sue labbra, ma dovevo. Non gli avevo ancora risposto.
" Provo gli stessi sentimenti Jas, non mi sento così bene con nessuno tranne che con te e trovo bellissimo quello che hai detto, ma devi capirmi. Non ho mai preso in considerazione l'idea di farmi un tatuaggio e all'improvviso mi sveglio e ho questo. Io... Non so nemmeno cosa dire ai miei genitori se lo vedono e sono terrorizzata perché so che prima o poi lo vedranno " mormorai, sentendo l'ansia prendere il controllo delle mie emozioni. E se quest'anno mio padre e mia madre decidevano di andare al mare durante la solita vacanza familiare estiva?! Come facevo a mettermi in costume senza che lo vedessero? Mi avrebbero ucciso. Oppure se per caso mentre mi spogliavo in camera entrava Theo?! O se mettevo delle magliette larghe?
Altra domanda, come avevamo pagato i tatuaggi e chi ce li aveva fatti? Sapevo che la mancanza di igiene poteva causare infezioni e anche altro.
" Madison smettila di preoccuparti " mi riprese e mi accarezzò dolcemente sulla guancia, riuscendo a calmarmi un pochino.
"Hai ragione, prima o poi la tua famiglia lo vedrà, forse si arrabbierà un po', ma poi passerà. Hai diciotto anni e sei una ragazza indipendente, non possono segregarti in casa a vita per un tatuaggio "
Ma tu non conosci mio padre, cantilenò la mia coscienza e le urlai mentalmente di zittirsi. Ero già nel panico di mio, ci mancava solo quella stronza.
" Ma cosa devo fare adesso con questo? Mi fa male " mi allarmai, rendendomi conto che io non sapevo proprio nulla di tatuaggi. Perché lui non si lamentava? Non gli faceva male?
" Calmati piccola " ripeté, baciandomi sulla fronte e io annuii.
" So quello che bisogna fare, è la stessa procedura che ho fatto con la D che ho sulla spalla. Inizialmente non possiamo prendere il sole in questo punto per un po', minimo una o due settimane e dopo se ci vai, devi metterti la crema alta. " Feci un cenno nervoso, fino a qui non c'erano problemi. Dovevo stare a Londra ancora per qualche settimana, forse una o forse più, poi, non sapevo esattamente quando nè dove, sarei partita con lui.
" Adesso, e lo facciamo subito dopo colazione, dobbiamo pulire il tatuaggio con acqua tiepida e sapone neutro. Per il resto, bisogna continuare con la vasellina fino a che la pelle torna perfettamente liscia. È semplice " concluse tranquillo. Lo invidiavo, in quel momento avrei voluto anche io un po' di pace, feci per parlare, ma il mio stomaco brontolò rumoroso.
" Hai fame, andiamo in cucina " mormorò, facendomi alzare gentilmente e prendendomi per mano. Non sciolse quel contatto neppure in cucina quando sua madre e sua sorella mi sorrisero.
" Mi sei mancata Mad " esclamò subito la piccola, saltando giù dalla sedia e venendomi incontro. Mi abbracciò e trattenni la smorfia di dolore quando sfiorò la mia 'zona delicata'. "Des, Madison ha un po' mal di pancia, attenta" mentii Jason e il dolore sparì insieme alla sua stretta. Sorrisi alla bambina e la rassicurai.
"Non ti preoccupare, mi sei mancata anche tu " sorridendole. Ricambiò il sorriso e rimasi incantata, era davvero adorabile. Forse perché assomigliava a suo fratello o forse perché aveva quel tocco di innocenza e spensieratezza che solo i bambini sapevano avere.
Diana si avvicinò e mi scoccò un bacio affettuoso sulla guancia, sorprendendomi e facendomi arrossire, mentre suo figlio controllava quello che aveva cucinato.
" Jason mi ha detto che ti senti in imbarazzo per la tua presenza qui, ma non ti preoccupare. Sono felice che tu sia con noi oggi e sono felice che lui abbia trovato finalmente qualcuna... adatta alla sua personalità e carattere ecco " continuò dolce. Non sapevo esattamente cosa rispondere e farfugliai un grazie, afferrando il piatto pieno di cibo che mi stava offrendo. Bacon e uova strapazzate, il mio stomaco sussultò. Avevo davvero tanta fame.
" J dopo andiamo al parco? Ma solo io e te e Madison, la mamma no " ridacchiò Destiny, mentre prendevo un sorso di aranciata e Diana le fece una linguaccia.
" Bel modo di trattare tua mamma " la rimproverò, ma l'altra non la degnò, fissava suo fratello che guardava indeciso me.
" Abbiamo da fare. Madison deve tornare dalla sua mamma e dal suo papà e io vado a casa di Derek " disse infine e la delusione spuntò sul viso della piccolina. Era così adorabile con quel broncio, mi ricordava il bellissimo ragazzo al mio fianco. ' Deve tornare dalla sua mamma e dal suo papà ' quelle parole si ripeterono nella mia mente e mi tornò nuovamente il panico. Megan aveva detto qualcosa ai miei genitori? Poco prima quando ero sul divano con il telefono acceso, avevo visto che verso l'una le avevo inviato un messaggio, di cui non ricordavo nulla, con scritto che forse non tornavo e di non dirlo a Theo.
Sperai con tutto il cuore che avesse fatto ciò che gli avevo chiesto e mi affrettai a finire la ricca colazione cucinata da Diana.

Tu mi porti fuori dai miei incubi.  Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora