Capitolo 40

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JASON P.O.V.

" Definitivamente penso davvero che sia stata la miglior scopata di sempre " esultò Derek nel pomeriggio di quel mercoledì, facendomi alzare gli occhi al cielo. Era almeno da trenta minuti che riempiva la mia camera e la mia pazienza con le sue stronzate su ciò che aveva fatto ieri notte, ormai avevo capito.
" E la ragazza poi, si chiama Thea, è davvero fantastica. Meglio di Victoria, te lo giuro, sapeva fare una cosa con la lingua... Ah devo rivederla " continuò, ignorando i miei sbuffi, alzai un sopracciglio e rimasi zitto. Thea? Sapeva il suo nome?
" Da quando chiedi il nome alle tue puttane da discoteca? Non ti limiti a scoparle? " ghignai, convinto di farlo ridere, ma si rabbuiò e borbottò
" Lei non è una puttana da discoteca, coglione. Non sai quando ci ho messo per rimorchiarla, cazzo. Non me la voleva proprio dare, ma ha cambiato idea al quinto drink " facendomi ridere. ' Puttane da discoteca ' era un soprannome usato da me e Der per riferirci alle ragazze incontrate in discoteca che non si facevano problemi a, ehm, come dire, farci felici, ecco.
" Vuoi seriamente dirmi che era una brava ragazza e l'hai fatta ubriacare? " sghignazzai incredulo, scuotendo la testa.
" Certo, idiota. Era distrutta, poverina, continuava a piangere e blaterare a proposito di qualche stronzata riguardo il suo ex-ragazzo che l'aveva tradita e, lasciami dire amico, quello lì è una testa di cazzo assoluta. Voglio dire, mai vista una ragazza così figa nonostante il trucco sbavato e l'aria innocente.
Ho dovuto aspettare ben due ore prima che si fidasse e si lasciasse offrire un drink, ma ti assicuro che ne è valsa la pena " ghignò soddisfatto, per poi aggiungere ridendo
" Avresti dovuto vederla questa mattina quando si è svegliata in camera mia. Era letteralmente fuori di testa, ma sono riuscito ad ottenere il suo numero, anche se poi mi ha mandato a fanculo e se ne è andata quando le ho chiesto di darmi un buon giorno speciale "
Era una cosa positiva il fatto che non mi mancasse per nulla tutta quella merda? Probabilmente lo era, ma era tutto così strano e nemmeno mi piaceva. Forse per il matrimonio andato a puttane, in ogni senso, dei miei genitori o forse perché semplicemente ero fatto così, odiavo terribilmente l'idea di appartenere ed essere legato a qualcuno di fondamentale per la mia vita, ma ora come ora, almeno su questo dovevo essere onesto con me stesso e ammettere che Madison per me era un'eccezione. Il tatuaggio sul mio costato infondo, ne era la prova.
" Non pensi che dovresti trovare qualcuno di fisso prima o poi nella tua vita? Giusto per avere un po' di stabilità " mormorai perplesso, senza capire se quella domanda fosse rivolta più a Derek o a me stesso. Eravamo nella stessa merda alla fine dei conti, con l'unica differenza che io stavo provando ad uscirne pulito.
" Io ho persone fisse nella mia vita. La mia famiglia e i miei amici, di che cazzo altro dovrei aver bisogno? Amico, non so chi sia stato a metterti queste puttanate in testa, ma non provarci con me " sorrise ironico e scosse la testa.
" A volte penso seriamente che mio cugino Tyler abbia una cattiva influenza su di te, poi realizzo che è stata Madison a stregarti completamente " aggiunse, lasciandomi a bocca aperta per qualche secondo.
" Lei non mi ha streg... " cercai di protestare, ma mi zittii improvvisamente realizzando di star mentendo.
" Non posso farci nulla " mi arresi, scrollando le spalle e facendolo scoppiare in una risatina isterica.
" Ormai sei perso, amico " pronunciò come se stesse annunciando un funerale e ancora una volta, rimasi zitto.
" Parlando di Tyler, ieri l'ho visto ed era la depressione in persona, sai cosa succede? " domandò all'improvviso, scossi la testa confuso e lui scherzò
" Emily si è rifiutata di dargliela " facendomi alzare gli occhi al cielo.
" Non penso gliela chieda " dissi poi dubbioso, perché cazzo stavo parlando di questa merda senza nemmeno Ty presente?
Derek sembrò pensare la stessa cosa perché ci scambiammo uno sguardo un po' perplesso e un po' schifato e scoppiammo a ridere come due coglioni assoluti.

« Prime due settimane di Agosto, che ne dici di un bel viaggetto in Grecia? Ho trovato una casa perfetta a Santorini, fidati e lascia fare tutto a me. È una sorpresa piccola, non ti dirò nulla ༞ » digitai qualche ora dopo, sdraiato sul divano del salotto di casa di mia madre. Solo l'idea che tra soli due giorni sarei dovuto stare su quello di mio padre, mi nauseava abbastanza, ma dovevo. Era la prima volta che sarei tornato di nuovo per il week-end da lui dopo la piccola vacanza al mare e sinceramente non volevo.
Odiavo mio padre, tanto quanto lo amavo perché infondo, era mio padre e nonostante la persona di merda che era, in me c'era ancora quel Jason bambino che quando faceva goal ad una partita di calcio automaticamente guardava il suo papà per ricevere uno sguardo pieno di orgoglio. Quel papà che però, era morto molto anni fa e ora rimaneva solo il suo corpo e la sua Barbie del cazzo che a quanto pare se ne fregava se il suo caro marito scopava con altre, visto che stavano ancora insieme.
« Sei pazzo, ma mi fido perché ti amo. Non vedo l'ora di partire e anche di vederti domani. A che ora passi a prendermi? »
Anche quella di domani era una sorpresa, anche se dovevo ammettere che per quest'ultima l'idea era stata di Tyler. Decisamente io non sarei mai riuscito a programmare qualcosa di così fottutamente perfetto e smielato da far schifo, ma ero sicuro che Madison ne sarebbe andata pazza. Quel posto poi... Magico, ecco cos'era.
« 1:00 a.m, ti porto fuori a pranzo, fuori in ogni senso, ma non ti dico nient'altro. » risposi, per poi aggiungere, ridendo " Vestiti come ti pare, so che è attualmente il tuo problema più grande »
Ragazze, sotto quel punto di vista, erano tutte uguali.
« Colpevole ahah ༟ » lessi e scoppiai a ridere, ricevendo uno sguardo curioso e divertito da mia mamma.
" Jason? " mi richiamò con un tono indeciso, alzai lo sguardo dallo schermo del telefono e la trovai sorridente.
" È da tanto che non ti vedo così felice, figlio mio, e hai quel sorriso "
Quel sorriso? La guardai confuso e lei si lasciò scappare un'altra risata piena di gioia,
" Ma certo figliolo, quel genere di sorriso. Quel sorriso che aveva tuo padre il giorno del nostro matrimonio e quello che ha ogni uomo e donna innamorati. Non pensare che non me ne sia accorta, ti ho cresciuto io, ricordalo. Forse però l'unico che non se n'è ancora accorto sei tu, apri gli occhi J " chiarì poi, tornando in cucina e lasciandomi con un vortice di emozioni nel mio petto.
Innamorato?


Tu mi porti fuori dai miei incubi.  Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora