Capitolo 3

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JASON P.O.V.

"Fra dieci minuti suona la campanella"    sentii qualcuno dire, alzai lo sguardo dal telefono e mi guardai intorno nella classe annoiato, fra poco sarebbe iniziata la lezione e lei non era ancora arrivata, che coglioni. Qualcuno si sedette pesantemente sulla sedia accanto a me.

"Ehi Der"    mormorai continuando a cazzeggiare col telefono, stavo battendo il mio record in un gioco di macchine.

"Come va bro?"    chiese semplicemente, mi strinsi nelle spalle e lui specificò

"Con la ragazza?"    Ah...

"Ci sto lavorando, ieri mi ha rifiutato di nuovo, oggi potrei ottenere un'uscita"    mormorai distaccato, lui scoppiò a ridere.

"Io ieri mi sono fatto la Ruddley"     si vantò fissando la sua compagna di banco che in quel momento era impegnata in una conversazione con metà classe femminile.

"Scommetto che sta raccontando tutto alle sue amichette "     ridacchiò divertito e compiaciuto continuando a fissarla.

"Probabile"     borbottai spegnendo il telefono,

"Tutto bene?"    lui mi fissò un secondo e chiese. No, non era per un cazzo tutto bene.

"Non riesco a capire perchè con lei non ci riesco" ammisi frustrato, sistemandomi il ciuffo con una mano.

"Ma si alla fine tanti te la scoperai, andiamo sei Jason Thompson, e Jason Thompson con una ragazza può fare solo sesso, ora smettila di preoccuparti e portatela a letto"    lui mi rispose sbuffando.

Certo la faceva facile lui, ma Mad era totalmente diversa dalle altre che mi ero portato a letto. Quando provavo a baciare una ragazza, quella impazziva, lei invece si arrabbiava, quando facevo e dicevo pensieri perversi, le ragazze si eccitavano, lei mi insultava, quando proponevo un'uscita ad una ragazza, quella accettava contentissima, lei invece mi rifiutava...

"Arriva"    sussurrò il mio amico, allontanandosi, alzai lo sguardo e la vidi entrare di corsa con le cuffie nelle orecchie e l'iPod in mano.

"Non sono in ritardo vero?"    chiese col fiatone, non era difficile immaginare che avesse fatto di corsa da casa sua a scuola, sorrisi e scossi la testa.

"Che ascoltavi?"    chiesi non riuscendo a trattenermi e avvicinandomi.

"Jason Derulo"     mi guardò dubbiosa e mormorò quando si sedette ed io sorrisi, mi piaceva quel cantante.

Strano da dirsi, ma avevamo qualcosa in comune, non eravamo totalmente diversi allora... Glielo feci notare e lei sbuffò.

"La tua canzone preferita di lui?"    continuai curioso, mise l'iPod nella tasca dei jeans e rispose

"Marry me... La tua?"     Marry me?! Faceva sul serio?! Dio, quanto era sdolcinata quella canzone.

"Talk dirty"     risposi ridendo, lei mi guardò confusa, evidentemente non capiva cosa ci trovassi di divertente. Insomma, proprio nel momento in cui pensavo che potessimo avere qualcosa che ci avvicinasse, ecco subito che ci allontanavamo, la sua canzone preferita era dolce e smielata, la mia pervertita e stupida, possibile che pure nella musica fossimo così diversi?!

"Lo sai che oggi dovrai accettare di uscire con me, vero?"    chiesi, andando con un sorrisetto provocante direttamente al sodo, alzò gli occhi al cielo e già per la terza dannata volta mi rifiutò.

"No, non ci penso neanche"    i miei occhi divennero due fessure, non accettavo di ricevere un altro no, doveva essere mia, punto. Niente alternative. Cercai di sciogliermi e dopo qualche secondo ce la feci.

Tu mi porti fuori dai miei incubi.  Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora