Capitolo 31

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MADISON P.O.V.

" Te l'avevo promesso ieri " mormorò orgoglioso Jas, cingendomi la vita con le braccia e riempendomi di dolci baci. Guardai il tramonto di fronte a noi e non potei fare a meno di sorridere.
Non avrei mai pensato che sarei potuta stare così bene con un ragazzo, al di fuori dei miei fratelli, ma mi sbagliavo.
Io amavo Jason e in quel momento volevo dirglielo. Lì, di fronte al mare calmo del promontorio e al cielo arancione, volevo urlarlo a tutti, ma non potevo nè dovevo.
Voleva che facessimo le cose con calma perché 'Se si affrettano le cose, poi non sono più belle' mi aveva detto e non so come avrebbe reagito ad un ti amo.
" Grazie, è davvero bellissimo " bisbigliai a bassa voce, quasi impaurita di rovinare la calma e la quiete che ci circondavano. Era un posto magico, ormai ne ero convinta.
" Tu sei bellissima e... sono davvero felice che tu sia la mia ragazza " rispose timoroso lui e sorrise impacciato. Non era abituato alle dichiarazione d'amore, ma questa era perfetta. Non chiedevo di più.
Mi morsi la lingua per non urlargli in faccia tutti i miei sentimenti e mi limitai ad abbracciarlo, stretto. Questo era il mio paradiso.

"Non penso sia una buona idea, insomma Madison è nostra ospite, credo che noi dovremmo... " protestò Carl qualche ora dopo, nel salotto della casa, ma venne bruscamente interrotto da Jason.
" No, è mia ospite e gradisce stare in questa fottuta casa. Voi se volete uscire a cena fatelo pure, noi restiamo qui "
Arrivate le otto di sera eravamo tornati a Gold Sand e, dopo una sciacquata veloce nelle docce delle spiaggia per togliere la salsedine, eravamo tornati a casa e qui il padre di Jason si era impuntato sul fatto che dovessimo uscire a cena, ma suo figlio era molto più testardo di lui.
" Carl, tesoro, è inutile, conosci tuo figlio. Andiamocene oppure arriviamo in ritardo " intervenne Margaret, prendendo suo marito a braccetto e sbuffando.
" Va bene, torniamo prima delle due, promesso" si arrese lui, aprendole la porta principale e uscendo dopo di lei, nello stesso istante in cui il moro a fianco a me borbottava " Non ce ne frega un cazzo ".
Mi chiesi cosa sarebbe successo da quel momento fino alle due di notte e sentii una strizza allo stomaco.
"Due pizze margherita grazie " ordinai al fattorino tramite il telefono.
" Saranno lì tra 20 o 30 minuti " mi avvisò apaticamente e attaccò.
Ripetei l'informazione a Jason che annuì, perso nei suoi pensieri.
" Devo chiamare Des " borbottò, nello stesso istante in cui io pensavo di dover chiamare Erik, per provare ad aggiustare le cose.
Sbloccai il telefono mentre lui si allontanava e mi sorpresi, trovando un sacco di notifiche. In effetti, a parte la chiamata di mio padre, non avevo guardato il telefono per nulla. La maggior parte erano messaggi della mia famiglia o di Megan, alcuni da parte di Emily e Tyler, che apprezzai molto, il resto erano tutte chiamate perse da Erik. Dannazione, mio padre aveva proprio ragione quando diceva che si era arrabbiato e un senso di colpa invase il mio stomaco. Avrei dovuto dirglielo prima di partire, dirgli che sarei partita con Jason, invece mi ero solo limitata a dirgli che sarei stata fuori città nel week-end.
Mi arrivò un nuovo messaggio e mi distrassi su Whatsapp, rispondendo a tutti. Inviai l'ultimo messaggio a mio fratello nel momento in cui Jason tornò in sala, con un sorriso dolce stampato sul volto, e maledissi me stessa. Ora di certo, non potevo più chiamare Erik!
" Tutto okay, piccola? " mi chiese, cingendomi i fianchi e attirandomi a sé. La sua espressione preoccupata era semplicemente adorabile e tutto il disagio che provavo in quel momento svanì come per magia.
Annuì e bisbigliai
" Più che bene " rivolgendogli un sorriso e baciandolo sulla guancia.
"Mangiamo in cucina o in sala? " chiese Jas con due bicchieri di vetro in mano, riflettei un secondo e scelsi
" In sala, così ci guardiamo un film intanto ". Concordò con un cenno e alzai gli occhi al cielo quando tirò fuori una birra dal frigorifero.
" Qual'è il problema Madison? Tu hai la tua Coca Cola " sbuffò, appena notò la mia reazione, metà divertito e metà incuriosito.
" Mi chiedo solo come fai a bere così tanto alcol e non avere nemmeno un accenno di pancia o chissà cosa " borbottai invidiosa, osservando quanto perfettamente aderisse la maglietta bianca al suo corpo muscoloso e slanciato. Non che io fossi grassa, ma per avere quel fisico dovevo fare i miei sacrifici, come tutti.
" Sono troppo sexy per permettermi di ingrassare " si vantò divertito per poi passarsi una mano sul busto, eccitandomi e facendomi ridere.
" Idiota " lo schernii, andando ad aprire la porta alla quale avevano appena suonato.
Il mio 'idiota' sfilò dalle mani del fattorino le pizze e io pagai, facendo protestare Jason.
" Non ho pagato nulla fino ad adesso, perciò smettila " risposi, lasciandogli un bacio a fior di labbra e sedendomi sul divano, mentre lui chiudeva la porta. Si acciambellò al mio fianco e iniziammo a mangiare, guardando un programma televisivo stupido, ma esilarante.
"Jason Thompson ti ordino di smetterla, non mi fai seguire il film " ridacchiai due ore dopo, cercando di spostare la sua bocca dal mio collo e le sue mani dal mio bacino.
" Io ti sto solo coccolando un po' e tu nemmeno mi degni di uno sguardo " protestò e mi morse piano il lobo dell'orecchio, facendomi venire i brividi.
Un sospiro esasperato uscii dalla mia bocca e borbottai
" Ma cosa vuoi? " sforzandomi di non ridere a causa del solletico sul collo provocato dalla sua leggera barbetta.
" Mi sembra ovvio, te e solo te " sorrise prima di scoccarmi un'altro bacio.
Mi arresi e spensi la televisione, facendogli comparire un magnifico sorriso compiaciuto sul viso.
" E comunque devi farti la barba " risi, passandogli dolcemente una mano sulla mascella.
Un altro suo sorriso, questo smagliante e incantevole. Non resistetti e premetti le labbra sulle sue, cercando subito la sua lingua. Non mi fece attendere e in un secondo, mi ritrovai stesa sul divano con Jason sopra di me che mi baciava con passione.
" Non sarebbe meglio sul letto? " ansimai senza fiato appena si staccò. Annuì e mi prese in braccio, senza smettere di baciarmi. Mi portò in camera, sbattendo contro il muro parecchie volte e quasi inciampando sulle scale, il tutto accompagnato da una sfilza di imprecazioni tra un bacio e l'altro. Entrammo e mi appoggiò con delicatezza sul letto, togliendosi i jeans che indossava e riprendendo subito a baciarmi.
Una parte del mio cervello iniziò a maledirsi per non aver chiesto a Megan un utile discorso " pre-sesso " visto che era proprio quello che volevo fare con lui, ma smisi di pensarci appena due sue dita entrarono dentro di me.
Quando mi aveva tolto i pantaloncini e spostato le mutande? Non me ne ero accorta.
Nel giro di qualche minuto mi ritrovai ad ansimare e gemere mentre lui pompava dentro e fuori da me.
" Sei uno spettacolo quando gemi grazie a me " mi sussurrò lui, all'orecchio e strinsi i denti per trattenermi dall'urlare. Una pressione sempre più forte si stava facendo spazio dentro di me, quando all'improvviso sparì tutto. Cosa cazzo? La risata divertita e fragorosa di Jason mi rese chiaro tutto.
" Bastardo " lo insultai, tirandogli una pacca sul petto. Sorrise deliziato e ghignò
" Vendetta, pura vendetta ". Cazzo. Cazzo, cazzo, cazzo.
" Non puoi lasciarmi così " piagnucolai, rendendomi conto che quelle erano state le sue stesse parole di qualche ora prima.
" Io avevo una giusta causa, mi stava chiamando mio padre! " continuai con le braccia incrociate sotto il seno e il broncio sul viso. Fece per parlare, ma lo interruppi
" E in ogni caso io non volevo questo " arrossendo. Il divertimento sparì dai suoi occhi e mi guardò confuso.
" Cosa volevi allora Mad? Questa volta ti soddisfo, promesso " uhm, come dirglielo?
" Te " risposi semplicemente, prendendogli l'orlo della maglietta e sollevandolo. Mi aiutò a togliersela e sorrise dolce
" Ma io sono tuo, piccola "
Ancora non capiva. Sentii il mio viso diventare rosso e mormorai,
" Ti voglio in ogni senso " guardando distrattamente le mie mani che giocherellavano tra loro nervose.
Non rispose e alzai finalmente la testa per osservarlo. Indecisione. Preoccupazione. Timore. Desiderio. Tutto in un unico sguardo. " Sei sicura Madison? " chiese infine, mantenendo gli occhi puntati su di me.
" S-si, lo voglio e voglio sia con te " balbettai imbarazzata.
Era ancora pieno di dubbi e per nulla sicuro come me, glielo leggevo in faccia.
" Una volta fatto non si torna più indietro " sbuffò nervoso. Non capivo davvero il suo nervosismo, quale diamine era il problema?! Forse avrei dovuto spiegargli che teoricamente non ero vergine, anche se non avevo mai fatto sesso...
" Stai cercando di dissuadermi? " mi rabbuiai e notai il mio tono di voce ferito e capriccioso. Mi sentivo così in fin dei conti. Non capivo la sua esitazione e la detestavo, perchè io lo volevo accidenti.
" No, Madison, credimi piccola, non c'è niente di più che vorrei se non sbatterti in questo letto, ma... " iniziò a dire e lo interruppi brusca, senza badare alla sua scelta di parole
" Allora fallo cazzo, cosa stai aspettando? "
Era una situazione quasi comica. Da quando in qua ero io quella che voleva quel genere di cose e lui quello spaesato?
" Non dirmi che non hai un preservativo " lo presi in giro, cercando di alleggerire la tensione. Sorrise divertito e e si allungò verso il primo cassetto del comò a fianco a letto, aprendolo e mostrandomi due scatole piene. Okay, quello non era un problema.
" Non pensarci troppo, certe cose vengono naturali " ridacchiai, ripetendo il succo di ciò che mi aveva detto lui moolto tempo fa quando eravamo al Valley Camping & Caravan Park per il campeggio di classe. Lo attirai a me, baciandolo insistentemente e i suoi muscoli si rilassarono. Finalmente si era arreso dannazione.
Con un movimento frettoloso mi liberò della mia maglietta e anche del reggiseno, assaporando ancora la sensazione di pelle contro pelle.
Mi sdraiai sotto il suo peso e cacciai una mano nel cassetto, alla ricerca di una bustina mentre il nervoso iniziava a bruciarmi in pancia, mescolato al forte amore che sentivo per lui in quel momento. Gliela passai e, senza esitazioni, presi l'orlo dei suoi boxer e glieli abbassai.
Si infilò il preservativo veloce e mi guardò intensamente.
" Madison devo dirti una cosa prima " mormorò facendomi spazientire.
" Ci tieni a me? " chiesi senza battere ciglio.
Annuì e aggiunse a bassa voce
" Tengo a te come non ho mai tenuto a nessun altro" e sentii una fitta al cuore.
" Mi basta questo, nient'altro importa " sorrisi dolcemente, attirandolo a me nuovamente e mordendogli un labbro. Un ultimo sguardo incerto e mi sfilò le mutandine, sdraiandosi sopra di me e riempendomi di teneri baci.
Intrecciai le dita alle sue e lui entrò in me in un unico movimento che mi mozzò il fiato. Faceva male e bruciava cazzo, peggio di quanto avevo immaginato, ma molto meno rispetto a quello che avevo provato all'orfanotrofio.
" È così fottutamente bello esserti dentro. Tutto bene? " bisbigliò Jas, la voce tesa nello sforzo di controllarsi e restare fermo . Non risposi per paura di mettermi a piangere dal male e annuii, sentendo che entrava più profondamente.
Perchè cazzo la gente faceva sesso se faceva così male?! Era tutti masochisti, ne ero certa.
" Madison stai piangendo porca puttana " disse all'improvviso spaventato e scossi la testa.
" Io.. sto bene, è... normale. Non fare caz... zate e muoviti " riuscii a dire nonostante i singhiozzi. La dolorosa sensazione di bruciore non se ne andava.
" Sei sicura che posso muovermi? " chiese e percepii l'eccitazione mista alla preoccupazione nel tono della sua voce. Si stava trattenendo. Annuii e lui mi baciò mentre iniziava a ruotare i fianchi contro di me.
Mi morsi la lingua per non urlare e mi concentrai solo su di lui. Su quanto lo amassi, su quanto fosse bello in quel momento con i muscoli tesi e il piacere sul volto, sulla sua mascella serrata e gli occhi chiusi e tremanti, su quanto fosse piacevole la sua lingua calda legata alla mia e su quanto mi sentissi un tutt'uno con lui in quel momento, e il dolore diminuii leggermente.
"Cazzo... è fantastico piccola " gemette, affondando il viso nel mio collo e baciandomi ripetutamente ogni centimetro di pelle che raggiungesse.
" Dimmi se... devo fer... marmi " bisbigliò tra un gemito e l'altro. Non lo feci e restai a guardarlo, serrando di tanto in tanto i denti a causa del dolore che diminuiva lentamente sostituito dal piacere. Avevamo entrambi il fiatone e un leggero strato di sudore si era formato tra i nostri corpi nudi attaccati.
Ad ogni bacio e spinta, volevo di più e sempre di più. Il dolore se n'era quasi totalmente andato, ma non riuscivo a pensarci, Jason sapeva distrarmi completamente con i suoi movimenti lenti ed estenuanti. Sapevo fosse difficile per lui questo ritmo, lo capivo dalle occhiate vigili che mi lanciava di tanto in tanto, e apprezzato il fatto che si stesse contenendo per me.
Gemetti sotto un'altra spinta e buttai la testa all'indietro, conficcando le unghie nella sua pelle nel tentativo di non cadere nell'oblio del piacere. Ero dannatamente vicina, lo sapevo, ma soprattutto lo sentivo e anche lui lo era.
" Sto per... ve-venire " sbottò, stringendomi a sé ancora di più e aumentando la velocità dei movimenti. Questi erano sempre misurati, ma più esigenti ed esasperati alla ricerca del sacrosanto orgasmo.
Una sequenza di gemiti mi assicurarono che Jason fosse venuto e a quel suono, lo raggiunsi subito in quello stato di estasi pura. Inarcai la schiena e strinsi forte il lenzuolo sotto le mia mani, aspettando pazientemente di tornare in me. Sentii la testa del moro appoggiarsi nello spazio tra il mio collo e la mia spalla e il suo respiro affannoso sulla mia pelle.
"Com'è stato? Stai bene? " chiese appena si fu calmato un pochino, poggiando un gomito sul materasso e guardandomi sorridente. Sprizzava felicità da ogni poro della pelle e mi chiesi se anche io apparissi così, perchè di fatto lo ero. Non mi ero mai sentita così piena di gioia e serenità.
" Non ho parole per descriverlo " dissi sinceramente e mi si bloccò il respiro quando con un movimento veloce uscì da me, togliendosi il preservativo e riappoggiandosi sopra il mio corpo nudo. Strinsi le cosce, nervosa a quella nuova e fastidiosa sensazione di vuoto e sbuffai. Mi sentivo tutta intorpidita come se qualcuno mi avesse rotto tutte le ossa, soprattuto nella parte inferiore del corpo.
" Il miglior sesso della mia vita " sorrise, tra un bacio e l'altro. Alzai gli occhi al cielo e ridacchiai
" Stronzate ".
Non ero stupida, sapevo che era stato con molte altre ragazze, tutte con molta più esperienza di me, era semplicemente logico che questo fosse nulla in confronto, ma per me, be' per me era stato il massimo.
Rimangio tutto quello che ho detto sull'inutilità del sesso, pensai tra me e me divertita.
" Non è una stronzata. Tutti mi hanno sempre detto che quando fai sesso con qualcuno... con qualcuno per il quale provi sentimenti forti è tutto diverso, che è meglio di qualsiasi altra troia esperta e cazzo c'avevano ragione " mormorò serissimo, per poi ridere e aggiungere.
" Mi sa che dovrò chiedere scusa a qualcuno, visto come li ho presi per il culo per sta roba fino ad adesso " ma la mia mente era concentrata su altro. Le sue parole si stavano ripetendo mille volte nella mia testa.
" Qualcuno per il quale provi sentimenti forti " aveva detto.
Deglutii nervosa e sentii ogni difesa emotiva e razionale crollare dentro di me.
" Jason ti devo dire una cosa " mormorai meccanicamente.
" Dimmi tutto, dolcezza " mi rassicurò lui, accarezzandomi gli zigomi con un'infinita dolcezza e guardandomi con uno sguardo strano... Era pieno di cosa? Amore?
Il mio di certo.
" Jason io ti amo " riuscii a dire.



Tu mi porti fuori dai miei incubi.  Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora