Capitolo 52

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MADISON P.O.V.

L'avrei rivisto, di lì a pochi minuti saremmo stati di nuovo nella stessa stanza.
E non riuscivo ad ammettere a me stessa che mi era mancato da morire. Continuavo a ripetermi che da Erik ero stata bene, che mi aveva fatto bene questo periodo lontano da casa. Ma non era vero.
Mi sentivo sempre come se avessi una parte mancante, e infondo lo sapevo che era la mia lontananza da Jason la causa di questo malessere.
Poi se vogliamo aggiungere il fatto che, il mio migliore amico era ancora innamorato di me, e che l'avevo baciato mi sentivo ancora peggio.
C'era questo senso di colpa che mi attanagliava lo stomaco, mi sentivo come se avessi tradito Jason.
Dall'altra parte però pensavo che dopo tutto ciò che aveva combinato lui, un bacio dato senza pensarci troppo non era nulla di che.
Speravo solo di non aver fatto soffrire troppo Erik. Anche se appena entrati in casa mia, aveva subito salutato tutti con un gran sorriso.
I miei genitori era stati felicissimi di vedermi, gli ero mancata, e loro a me.
Avevano fatto tanto per me e io potevo solo ringraziarli per avermi salvato la vita.
Thomas si era attaccato alle mie gambe e non le aveva lasciate fino all'ora di cena.
Anche io avevo sentito la mancanza del mio piccolo mostriciattolo. Theo invece mi aveva sorriso e abbracciato ed io mi ci ero rifugiata in quelle grandi braccia, che mi avevano sempre consolata e sostenuta.

Mi stavo preparando per il diploma di mio fratello, mi guardavo allo specchio incantata, nel mio vestitino aderente a fiori, era arricciato sui lati e con uno scollo a cuore. Le maniche erano a tre quarti e le spalline erano a sbuffo. Era ricoperto da un leggero strato di tulle che lo rendeva più delicato. Ai piedi avevo un paio di tacchi beige che rendevano il tutto più elegante e avevo lasciato i capelli mossi, al naturale, proprio come piacevano a J. .
Non riuscivo a non pensarlo. Mi amava ancora? Aveva smesso davvero di fumare marijuana? Gli ero mancata quanto lui era mancato a me?
Ero un po' in ansia.
Qualcuno bussò alla mia porta, dopo aver dato il permesso per entrare in camera mia con un flebile "avanti" vidi sbucare la testa di Erik.
"Ei piccola tutto ok? Sei pronta?" mi chiese incerto.
"Sisi tutto bene. Si quasi pronta, mi metto un filo di trucco e scendo" gli dissi con una finta aria tranquilla.
"Vuoi che ti aspetti qui? Comunque sei bellissima" si complimentò.
"Nono scendi pure arrivo, grazie Erik.."
gli risposi in imbarazzo.
"Ok" mi rispose solo ed uscì dalla mia stanza.
Mi girai e continuai a guardarmi, quando finalmente trovai un po' di sicurezza mi misi un po' di mascara e un leggero lucida labbra, pensando che a Jason non sarebbe piaciuto, diceva sempre che era troppo appiccicoso. Nonostante non volessi pensare a lui era un pensiero costante.
Mi guardai un'ultima volta, presi la borsa e mi incamminai per le scale.
Quando arrivai al piano inferiore si girarono tutti a guardarmi. Mi stupì di vedere Megan, ma poi pensai a Theo e non mi sembrò più tanto strano. Mamma quasi si commosse e mi pregò di fare una foto con il neo-diplomando.
Dopo le foto di rito e qualche lacrimuccia da parte di mia madre, finalmente riuscimmo a infilarci in macchina e a dirigerci a scuola.

Avevano adibito tutto il campo esterno per la cerimonia. C'era un grande palco in legno quasi in mezzo al campo da calcio, con un grosso leggio al centro e varie sedie che facevano da contorno. Probabilmente per il corpo docenti.
Davanti al palco erano presenti più di un centinaio di sedie bianche in ferro, diverse da quelle per gli insegnanti che al contrario erano in legno, messe lì per i diplomandi e le loro famiglie.
I posti erano riservati e i nostri erano in quinta fila abbastanza in avanti contando che le prime tre erano usate solo dagli studenti.
Il tutto era decorato da drappeggi e fiocchi con i colori della scuola, c' era una bella atmosfera.

Una mezz'oretta dopo il nostro arrivo finalmente il preside e i docenti presero posto e la cerimonia iniziò.
Appena il preside finì il suo discorso di commiato iniziarono a chiamare gli alunni in ordine alfabetico.
Dopo un tempo che sembrò infinito chiamarono Theo, noi tutti ci alzammo e lo applaudimmo, lui prese il suo meritatissimo diploma e ci sorrise.

Tu mi porti fuori dai miei incubi.  Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora