Capitolo 41

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MADISON P.O.V.

" Papà posso chiederti una cosa? " mormorai nervosa, scrutando attentamente la sua espressione per capire il suo umore attuale. Sembrava tranquillo e rilassato come sempre e forse, forse, ciò che stavo per fare avrebbe avuto i suoi frutti.
" Lunedì ehm, c'è ancora quella gita con i Darlinston? " chiesi finalmente e giocherellai con il cibo nel mio piatto intanto che aspettavo ansiosamente che lui finisse di masticare prima di rispondermi.
" Ma certo e già che hai tirato fuori la questione dovrei dirvi qualcosa. Partiremo verso le dieci e staremo lì per ben tre giorni, le previsioni meteo sono ottime! Non temere, Mercoledì sera saremo a casa e potrai uscire con tutti i tuoi amici " disse allegro, corrugò un secondo la fronte e aggiunse
" Non vorrai darci buca, vero? "
Ehm... SÌ.
Sentii gli occhi di tutta la mia famiglia, eccetto quelli di Theo, puntati addosso mentre scuotevo la testa e abbozzavo uno dei sorrisi più falsi in tutta la mia vita. Sinceramente avevo sperato che si fosse dimenticato o che il meteo alla televisione annunciasse un'improvvisa tempesta così da annullare tutto, ma niente da fare.
" Caro, alloggeremo nella solita vecchia casa? " domandò ancora mia madre e Thomas si lasciò scappare un risolino entusiasta, era chiaro che non vedeva l'ora di partire.
La "solita vecchia casa" era davvero la solita vecchia casa. Ogni volta che andavamo a pescare andavamo sempre nello stesso posto - Bob era una persona abbastanza metodica - e affittavamo sempre per quei pochi giorni una villetta vicino alle rive del lago.

Era abbastanza grande, con tre camere da letto nel piano superiore, due bagni, una sala relax e uno sgabuzzino, mentre nel piano terra c'erano due camere, una grossa sala, una cucina e una sala da pranzo.
" Certo, cara. Sarà bellissimo come sempre " annuì mio padre raggiante per poi rivolgersi a Theo e ridacchiare
" Tu non farti strane idee e non invitare nessuno qui mentre siamo via, sono stato ragazzo anch'io, sai? "
Lui alzò gli occhi al cielo e si affrettò a finire la cena, probabilmente non volendo altre raccomandazioni sulla questione.
" Mad, sbaglio o è domani la festa a casa di Jessica Speedy? " chiese poco più tardi mia madre mentre eravamo arrivati ormai al dolce, gelato al limone. Feci un cenno con la testa e sentii mio padre schiarirsi la gola, segno che stava per dire qualcosa che non gli piaceva o lo metteva in imbarazzo.
" Ci sarà uhm anche Jason? "
Alzai gli occhi al cielo e feci un altro cenno, ignorando la sua espressione di disapprovazione. Okay, Jason non era di certo il ragazzo perfetto da presentare ai genitori, ma sinceramente questo mio padre non poteva saperlo, lui non lo conosceva nemmeno un po' rispetto a quanto lo conoscevo io.
" Sai, stavo pensando che potremmo invitarlo a mangiare ancora qui a casa? Che ne dici di Sabato? E magari potrebbe venire anche Megan " continuò Johanna sorridente, ricevendo uno sguardo incredulo e arrabbiato da suo marito.
" Megan non può " rispose automaticamente Theo, ancora apparentemente scocciato per il nostro battibecco riguardo al mio ragazzo.
" Perché il ragazzo mai dovrebbe venire un'altra volta? " protestò invece mio padre seccato, facendo alzare gli occhi al cielo sia a me che a mia madre.
" Jason " lo corressi gelida.
" Si chiama Jason ".
" È uguale " bofonchiò l'altro, scrollando le spalle, e aggiunse sprezzante
" In ogni caso non capisco perché dovrebbe venire nuovamente. L'abbiamo già conosciuto e so già che genere di persona è ".
" Perchè " intervenne Johanna seria
" Per tua figlia sarebbe importante e perchè, sempre per lei, lui è importante " scuotendo la testa tra sè e sè. Oh, grazie mamma.
Probabilmente era l'unica in quella famiglia che non odiasse il ragazzo che amavo e amo, tranne forse Thomas, ma in quel momento lui era troppo preso dal gelato per far caso alle nostre 'conversazioni da grandi', come le chiamava lui.
" Se pensi di conoscerlo e avere una minima idea su chi sia lui, ti sbagli di grosso " sbottai acidamente, alzandomi dalla sedia e andando a grandi passi in camera, senza prestare attenzione ai miei genitori che mi chiamavano.
Nel giro di qualche minuto un timido colpetto risuonò alla porta e, certa che fossero loro, gridai dal mio letto in cui ero seduta con il broncio come una bimba di quattro anni
" Non voglio parlare con nessuno, andatevene via "
Sentii una risata familiare e la voce di mio fratello maggiore ordinò
" Sfigata, fammi entrare ". Tolsi velocemente qualche lacrima di frustrazione che mi era scappata e gli aprii, ritrovandomi tra le sue braccia subito dopo.
" Papà ha fatto un po' lo stronzo, mi spiace anche se Jason non mi sta a genio, tu lo ami " sospirò staccandosi, strabuzzai gli occhi incredulo e mi gli rivolsi un sorriso gigante.
" E da dove viene tutta questa saggezza? " lo stuzzicai sospettosa, scoppiò a ridere, lasciando cadere la testa all'indietro e ammise " Megan mi ha, ehm, quasi ucciso telefonicamente quando le ho raccontato quello che ti ho detto ieri. ".
Si mordicchiò il labbro nervoso e non potei fare a meno di ridere con e di lui.
" Sei perdonato " gli sorrisi infine.
" Megan ti è così dannatamente leale, non mi stupirei se un giorno mi mentisse per coprirti " brontolò il moro, mentre un sorrisetto divertito compariva sulla mia bocca.
Chi gli diceva che non l'aveva già fatto? E Megan l'aveva già fatto.
" Sì " risposi semplicemente, rivolgendogli un ultimo sorriso riconoscente e stendendomi sul letto.

Tu mi porti fuori dai miei incubi.  Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora