Capitolo 2

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JASON P.O.V.

"Ti ho detto che lei è diversa" ripetei innervosito per la centesima volta al mio migliore amico mentre salivamo sul bus.

Mi sedetti su un seggiolino e incrociai comodamente le gambe su quello di fronte a me, Derek si misi affianco a me e scosse la testa.

"Stronzate" borbottò, aumentando il mio nervoso.

"Cazzo Der, non sono stronzate, non so perché ma lei è strana, prima in classe ho fatto per baciarla e sai come ha reagito?" cosse la testa e sbottai frustrato "Mi ha rifiutato e si è pure incazzata mi stava per arrivare uno schiaffo e tutto solo perché ci avevo provato"

Il suo sguardo sorpreso e la sua risatina di certo non mi aiutavano , mi sentivo già uno sfigato perché una ragazza mi aveva rifiutato... Scossi la testa ancora incredulo, ricordandomi la scena di lei che mi rifiutava e mi venne da sotterrarmi sotto terra dall'imbarazzo, perché quella ragazza mi aveva detto di no?! Mi fissai nel finestrino, cazzo ero un figo, ma cosa aveva in testa Madison?!

"Io non la capisco" mormorai facendo ridere ancora di più il mio migliore amico.

"Da quando in qua ti importa cosa pensano le ragazze? L'importante è che scopano bene, no?!" mi stuzzicò ancora di più. Certo quello era l'importante ma Madison era strana, mi incuriosiva, volevo sapere perché mi aveva rifiutato e cosa le passava per quel cervellino.

"Non possiamo fare un' eccezione alla scommessa? Dai Der ti prego, con lei è impossibile" lo supplicai.

"No, col cazzo proprio, io per sta merda di scommessa mi sono fatto la Hoston e tu sempre per sta cazzo di scommessa ti porterai a letto la Light che ti piaccia o no" mi disse incredulo, scuotendo la testa e sghignazzando.

Scommessa di merda, non avevo scelta. Maledissi quel giorno del primo anno al liceo in cui io e Derek avevamo stretto una sorta di scommessa o patto; ci saremmo fatti ogni compagna di banco che avremmo avuto, escluse certe che non erano alla <<nostra altezza>> diciamo, chi non ci sarebbe riuscito avrebbe perso. Avevo mantenuto quella scommessa per tre fottuti anni, la avevo amata, grazie a quel patto mi ero fatto più ragazze di non so chi, eppure adesso mi ritrovavo a maledirla, come era possibile?!

"Hai ragione" dissi lentamente, quando il bus si fermò di fronte a casa mia, scendemmo e andammo verso casa mia.

" Davvero?!" mi riprese, annui, mentre cercavo le chiavi di casa nello zaino.

"La White sarà mia, non sa contro chi si è messa, non ho intenzione di perdere per lei" borbottai risentito.

Me la sarei scopata, punto. Era la scommessa, era la mia legge e avevo intenzione di mantenerla, infondo alla fine cedevano tutte.

"È pure figa, non ti puoi neanche lamentare" continuò lui, annuii e lo zittii mentre aprivo la porta, certe cose era meglio tenerle fuori da casa.

"Jason?" sentii mia madre chiamarmi.

"Siamo io e Der, ma'." urlai per farmi sentire, chiudemmo la porta e ci fondammo in camera mia.

"Call of duty?" propose lui, estraendo il videogame dalla mia libreria, annuii sorridente e accesi la Play, quando due timidi colpetti risuonarono alla porta.

"Sì?" chiesi, sperando che non fosse mia madre che mi dicesse di studiare.

"Posso entrare J?" Sospirai di sollievo e aprii la porta a mia sorella.

"Ciao mostriciattolo" dissi sorridendole, prendendola in braccio e portandola dentro, ignorando le lamentele del mio migliore amico. Destiny mi assomigliava molto, anche lei aveva i capelli scuri e lisci, due occhioni blu, era solo un po' più paffuta rispetto a me, ma credo che tutti i bambini di quattro anni lo fossero.

Tu mi porti fuori dai miei incubi.  Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora