Imagines 1

Travel

"Ma che cavolo è successo in questa stanza?"chiedo entrando in camera del mio amico Shawn.

È messa sottosopra: i vestiti sono tutti ammucchiati sopra il letto, fogli con testi di canzoni e plettri sono sparsi sulla scrivania e sul pavimento.

"Sto facendo la valigia"si limita a rispondere.

"Sembri peggio di una donna"rido e mi avvicino a lui per aiutarlo.

Infiliamo un paio di magliette e dei pantaloncini e pantaloni dentro una valigia capiente, poi io gli aggiusto il letto.
Quando mi avvicino alla scrivania per riordinare i fogli Shawn mi blocca e in un secondo li raduna tutti e li infila in un raccoglitore.

"Non si spia"dice.

Annuisco alzando le mani.

"Quando ti deciderai a farmi leggere una tua canzone?"gli domando mentre raccolgo dei calzini caduti per terra.

"Quando troverò una casa discografica"risponde.

"Ok"sbuffo.

Finiamo di preparare la sua valigia e raduniamo anche i miei bagagli.
Dobbiamo partire per un viaggio che all'inizio era con i nostri genitori, ma che poi ci hanno lasciato fare da soli.
Andremo in California, negli Stati Uniti. Avrei voluto andare alle Hawaii ma i miei e i genitori di Shawn non ce l'hanno consentito.

"Sentite voi due, è tutta la notte che girate per la casa e io non riesco a dormire"sussurra Aaliyah, la sorella minore di Shawn poggiandosi sull'uscio della porta.

"Tra cinque ore abbiamo l'aereo quindi lasciaci in pace"sbraita Shawn spingendola delicatamente fuori dalla stanza.

La ragazzina sbuffa e torna nella sua camera.

Passa un'ora e io e Shawn decidiamo di partire adesso. Non vorremmo perdere l'aereo.

Chiamiamo Nash, un nostro amico e gli chiediamo se è già pronto e può passare a prenderci. Lui annuisce e in qualche minuto arriva sotto casa di Shawn. Suona il clacson della sua macchina e noi scendiamo le scale con le valige in mano. Le carichiamo nel baule e dopo entriamo in casa un'ultima volta per salutare i genitori di Shawn e Aaliyah.
Dopo di che entriamo in macchina di Nash e ci avviamo verso l'aeroporto.
Nel frattempo io chiamo i miei genitori per dire loro che siamo appena partiti.

"Nash accendi la musica"dice Shawn al ragazzo moro seduto affianco a sé.

"La musica alle quattro di mattina no, grazie"ribatto io.

Nash non mi ascolta e la accende lo stesso. Io sbuffo e mi tappo le orecchie con le dita. Amo la musica ma odio ascoltarla appena sveglia e al sorgere del sole.

"Comes to you, comes to you"cantano i due ragazzi seduti nei sedili posteriori.

"Nash, mi spiace ma non sai cantare"commento ad alta voce, visto che loro hanno alzato il volume della musica.

"Beh perché Shawn sì?"mi chiede facendo il finto offeso.

"Shawn ha una bellissima voce, tu no"rispondo ovvia.

Il mio migliore amico sorride fiero girandosi verso di me e mi ringrazia.

Arriviamo finalmente in aeroporto e scendiamo dall'auto, salutando Nash dopo aver preso le valige dal bagagliaio.
Entriamo nella struttura e controlliamo l'orologio: abbiamo tre ore finché non arriva l'aereo.
Allora decidiamo di fare un giro per negozi. Entriamo subito dentro il Mc Donald's, in cui ordiniamo la colazione alle casse automatiche. Io scelgo dei pancake allo sciroppo d'acero, un muffin e un Cappuccino mentre Shawn un muffin e un caffè.
Paghiamo e ci sediamo in un tavolo.

"Shawn una domanda: preferisci me o i muffin?"gli chiedo e lui sgrana gli occhi.

"Domanda interessante. Se tu sei un muffin scelgo te e se invece non lo sei scelgo i muffin"risponde.

"Purtroppo non lo sono Mendes"obbietto.

"Allora scelgo i muffin, oppure te. Non lo so, mi metti in confusione".

"Io ho detto che hai una bellissima voce".

"Ok scelgo te. Ma i muffin li amo lo stesso"sbuffa.

Finiamo di mangiare e usciamo dal Mc per poi passeggiare per l'aeroporto.

Noto subito il negozio di Victoria Secret e decido di entrarci.
Inizio a guardare borse e completini intimi ma rimango esterrefatta dai prezzi: una pochette piccolina costa 400 euro! Mi chiedo chi la comprerebbe.

"Sage possiamo andare?"mi chiede Shawn stanco di girare per l'aeroporto.

"Aspetta"dico io facendo il gesto con la mano.

Lui sbuffa pesantemente e continuiamo a passeggiare per dieci minuti finché non mi stanco anche io e ci sediamo in una panchina.

Passano le ore e, dopo aver passato tutti i controlli saliamo sull'aereo.

"Vi preghiamo di allacciare le cinture, l'aereo sta per decollare"ci avvisa una voce robotica.

Ci allacciamo le cinture e in quello stesso momento decolla il veivolo.

"Che ascolti?"mi chiede Shawn notando che mi sono infilata le cuffiette alle orecchie.

"Senti"gli porgo una cuffietta e lui se la infila nell'orecchio sinistro.

"A.D.O.R.O"esclama accorgendosi che sto ascoltando Bad Liar di Selena Gomez.

Io appoggio la mia testa sulla sua spalla e mi riposo.
Il viaggio durerà quattro ore e ho tutto il tempo per dormire.

"Sai che hai la testa pesante piccola Sage?"mi chiama molte volte piccola Sage. Abbiamo tutti e due la stessa età e siamo nati lo stesso giorno ma io sono nata quindici minuti dopo di lui.

Le nostre madri erano in sala parto insieme e quando mia madre ha visto che Shawn era già nato ha pensato che io non volessi nascere e che lei sarebbe rimasta altri giorni o anche settimane lì in ospedale a soffrire.

"La testa pesante?!"rido.

"Allora perché mi chiami piccola Sage?"ribatto.

"Perché sei piccola"risponde toccandomi il naso con il dito indice.

"Non sono piccola!"dico con voce da bimba di quattro anni.

"Sì, sei piccolina"dice prima di stringermi forte a sé.

Vorrei dirgliene di tutti i colori ma non riesco mai se mi abbraccia in quel modo.
Lui l'ha sempre vinta, perché i suoi abbracci sono il paradiso!

"Vedi. Non riesci a ribattere"ridacchia.

"Zitto e abbracciami più forte".

Shawn mi stringe più forte e rimaniamo così abbracciati per due minuti che sembrano non finire mai.

"Dillo che adori me e i miei abbracci".

"Sì, lo ammetto"mi arrendo.

"E tu dillo che adori la Piccola Sage".

"Sì, lo ammetto"cede anche lui.

"Ti voglio tanto bene!"esclamo stampandogli un bacio sulla guancia.

"Anche io"e mi abbraccia più forte.

"Mi prometti una cosa?".

"Cosa?".

"Che non te ne andrai mai?".

"Prometto"sorride.