Prologo

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Nadia e Mikael Shane erano terrorizzati, guardavano a occhi sgranati il ragazzo che avevano di fronte stretti uno all'altro. Svolgevano un lavoro duro, riservato e spesso pericoloso ma mai avrebbero immaginato di trovarsi il lavoro a casa. Erano consapevoli che il lavoro che svolgevano comportava delle conseguenze ma si erano sempre sentiti al sicuro e tutelati, motivo per il quale raggiunta una certa età e stabilità avevano messo su famiglia, comprato una casa di proprietà in un buon quartiere e vicina a delle ottime scuole ma non avevano mai avuto paura di dover affrontare il pericolo tra quelle mure considerate inviolabili.

Fin da giovani Nadia e Mikael avevano nutrito interessi nei confronti della tecnologia e del suo sviluppo, si erano conosciuti per caso in chat quando entrambi frequentavano l'università scoprendo di essere iscritti agli stessi corsi. Da lì fu facile per loro incontrarsi tra i corridoi e le aule tra una lezione e l'altra per scambiarsi pareri o commentare le lezioni e tra una parola e l'altra scattò la scintilla. Erano abili con i computer ma divennero dei maghi con l'avvento dei cellulari. Una volta laureati decisero di andare a convivere in un piccolo appartamento vicino alla campagna dove avrebbero vissuto nella tranquillità e dove gli fu facile adibire una delle stanze del piccolo appartamento a esclusivo utilizzo di apparecchi elettronici. Grazie ai buoni voti ottenuti agli esami e al voto finale di laurea in ingegneria molti informatici richiedevano la loro presenza nei team di programmazione, soprattutto perché nelle lettere di raccomandazione degli insegnanti venivano decantati come i migliori programmatori dell'ultimo decennio.

Inizialmente accettarono qualche piccola mansione vicino a casa per mettere da parte qualche soldo in vista di un progetto più grande, finché raggiunto l'obiettivo, iniziarono a rifiutare diverse proposte di lavoro anche importanti che però non avrebbero permesso agli Shane di coronare il loro sogno: vivere in Italia.

All' età di ventotto anni andarono a vivere definitivamente nella penisola mediterranea, una volta stabilitisi, cominciò la loro vera carriera finché non furono nominati gestori dell'apparato pubblicitario e del marketing di una delle più qualificate e celebri imprese italiane.

Ciò che cambiò irreversibilmente le loro vite accadde quando una sera rimasero in ufficio fino a tardi per perfezionare il loro ultimo progetto. Portavano sempre con loro i loro computer personali seppure ne avessero a disposizione diverse decine, in un momento di pausa decisero per sfizio dia navigare nel deepweb. Mikael ne era sempre stato affascinato e ogni tanto si faceva un giro tra i suoi segreti.

Nadia stava versando l'ennesima tazza di caffè al marito quando lo vide bloccarsi improvvisamente davanti lo schermo, gli occhi spalancati.

- Cosa c'è, caro? - chiese preoccupata posando la tazza e avvicinandosi.

- Credo di aver commesso un errore. - bisbigliò lui meccanico. - Sono entrato nel server della C.I.A. -

Nadia non ebbe nemmeno il tempo di schiudere le labbra per replicare che sentirono il campanello trillare.

- Non può essere. - sussurrò  con un filo di voce.

Si allontanò dal marito sentendo il suo sguardo ancorato alla schiena e si diresse verso il citofono con il cuore in gola. Strinse le dita affusolate intorno all'apparecchio, deglutì per inumidire la gola improvvisamente secca e con l'altra mano si sfiorò il ventre appena accennato.

- Signora Shane? Devo parlare con lei e suo marito. -

Una voce maschile rispose dall'altro capo del citofono, suonò calda e rassicurante, forse fu per quello che Nadia sbloccò il portone e acconsentì a far salire quell'uomo fino al terzo piano dell'edificio. Trascorsero pochi minuti prima che un uomo bianco poco più vecchio di loro facesse capolino dalla porta dell'ufficio vestito in giacca e cravatta.

Skyler - Una contro la fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora