Capitolo 2

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Skyler piombò nel bel mezzo della desolazione. Intorno a lei c' era il nulla eccetto per degli edifici fatiscenti che una volta dovevano essere stati grattacieli e la polvere che le sferzava le gambe come piccoli spilli. L'aria era calda e le appesantiva i polmoni. Osservò il paesaggio desolato e coperto di cenere e sabbia che la circondava per capire dove fosse finita. Poi qualcuno avviò il gioco.

- Benvenuto in Call of Duty. Vuoi giocare? - domandò una voce metallica e il logo del gioco apparve nel cielo sopra alla sua testa a caratteri cubitali.

Skyler alzò il viso imprecando. Non era il momento della giornata adatto per entrare in un video game ambientato in una guerra.

Si mise a correre per rifugiarsi dietro a delle macerie. Gli aerei bombardieri apparvero come proiezioni spettrali in quella coltre grigia che era il cielo e la sorvolarono mentre i soldati iniziavano a comparire sul campo di battaglia e a spararsi l' un l' altro. Dal suo nascondiglio vide un uomo indossare una tuta mimetica e l' elmetto imbracciare un fucile e premere il grilletto, sentì uno scoppio e un tonfo sordo quando un avversario cadde sotto gli spari. Il frastuono dei fucili e degli allarmi antiaereo le martellavano le orecchie in modo insopportabile. I soldati si urlavano ordini in lingue differenti mentre continuavano a sparare e a darsi la caccia. Doveva allontanarsi, quella non era la sua battaglia. Doveva trovare weapon33 ma il gioco le aveva imposto un codice di abbigliamento che non le permetteva di passare inosservata. Indossava una tuta mimetica esattamente come tutti gli altri soldati, un elmetto e aveva a disposizione un mitragliatore con un numero limitato di cartucce. Era Blake a fare in modo che i suoi abiti fossero conformi alla realtà in cui veniva trasferita cosicché riuscisse a passare inosservata ma non riteneva potesse esserle di supporto in quel momento.

Skyler non restò a guardare altre teste saltare in aria e si mosse svelta per allontanarsi verso la direzione opposta allo scontro. Si infilò in uno dei tanti vicoli fatiscenti correndo in mezzo all'aria polverosa. La canna del mitra le picchiettava l'addome all'altezza delle costole causandole qualche fitta nei punti dove Daianne l'aveva colpita. Strinse i denti per continuare a correre ma doveva ammettere che forse sarebbe stato meglio rinunciare all'incarico. Il petto si abbassava e si alzava velocemente nel tentativo di risucchiare più aria pulita possibile sebbene tutto intorno a lei fosse grigio.  I rumori degli scontri si stavano via via affievolendo, segno che la distanza tra lei e le armi aumentava. Sarebbe stato più facile cercare il suo obiettivo.

Rallentò per dare tregua al suo corpo e riprendere a respirare regolarmente, si chinò sulle ginocchia e strizzò gli occhi per aiutarsi a controllare il fastidio al fianco. Quando si raddrizzò percepì uno scricchiolio a pochi metri da lei, si voltò immediatamente per trovarsi faccia a faccia con un personaggio del gioco. Si trattava di un militare che da come era vestito doveva appartenere ai ranghi alti dell'esercito. Skyler non aveva modo di evitarlo.

- Ah, perfetto! Oggi non me ne va bene una. - brontolò tra sé e sé.

L'estraneo correva nella sua direzione e si fermò davanti a lei, sollevò il fucile e portò lo sguardo sulla traiettoria del mirino dondolando su sé stesso come faceva ogni personaggio virtuale.

- Dove vai? La battaglia è dall'altra parte. Sei un disertore! - scandì con voce atona, metallica, pre programmata, seguendo le parole del copione che era stato battuto per lui.

Il cuore di Skyler accelerò. Se veniva ferita nel gioco, veniva ferita anche nella realtà e sarebbe stata fuori combattimento per un pezzo.

- Io credo che sia tu il disertore altrimenti sapresti che sono stata mandata in una missione speciale dall' altra parte della città. - affermò e impugnò il mitragliatore portandolo all'altezza della sua testa, in mezzo agli occhi.

Skyler - Una contro la fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora