Capitolo 18

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Skyler era ancora in piedi davanti al tavolo da caffè e si teneva la testa fra le mani con le dita affondate tra i capelli scuri. Fissava verso il basso il grosso libro pieno di documenti davanti a sé.

C'era ogni sorta di informazione su Theodore Banks tanto da far invidia agli archivi statali di Washington e a quanto pareva ce ne erano altrettanti in giro per la casa e nello studio.

Non poteva credere a tutto quello che era riuscita a recuperare e alla quantità di materiale che aveva a disposizione.

Uno di quei documenti era datato 15 aprile 1970 e testimoniava il fatto che Tennesse era sulle traccie di Banks da quando era poco più di un adolescente. Skyler sapeva che il suo padrino aveva prestato servizio nella CIA per molti anni ma non immaginava che avesse iniziato così presto. Ora comprendeva il motivo per cui lui era sempre preoccupato per la sua salute e per la vita che era costretta a tenere perché era un agente, perché sapeva cosa significasse.

Iniziò a vedere Tennesse sotto una luce nuova.

Ma non era questo ad averla colta di sorpresa bensì ciò che i documenti raccontavano.

La storia della vita di Skyler era già accaduta, si trattava di un susseguirsi di eventi che si erano già manifestati settanta anni prima con Theodore Banks.

Lui era un agente speciale che combatteva contro i suoi nemici in un mondo a sé stante. Non nel web, logicamente, perché non esisteva ancora ma nei sottomarini e si impegnava per evitare che le armi biologiche venissero lanciate contro le popolazioni, esattamente come faceva lei.

Le loro storie si assomigliavano molto e Skyler non poteva credere che la sua vita fosse già stata scritta. Teneva lo sguardo sconvolto sul tomo dalle pagine ingiallite e assimilava lentamente le ultime novità.

Purtroppo non c'erano informazioni riguardanti il motivo per cui il vecchio si era dileguato nel nulla, ne quali fossero stati i suoi spostamenti o cosa ne fosse stato del fratello minore che aveva lasciato in America.

Lei non poteva accettare l'ipotesi di lasciare la città dove era cresciuta e i gemelli.

Non avrebbe permesso che la storia si ripetesse con lei. Doveva trovare l'artefice di tutto ciò, scoprire chi era il mittente dei messaggi e perché il virus digitale si stava diffondendo con tanta rapidità e coinvolgeva persone intorno a lei.

- Beh... è un analogia davvero strana. - commentò Daianne piegata in avanti con i gomiti poggiati sulle gambe.

- Ma davvero? - le rispose Cole sarcastico e lei lo fulminò con lo sguardo.

Austin invece prestava attenzione solo su di lei infreddolita e sotto shock. Ne aveva passate di tutti i colori negli ultimi giorni e si sentiva un po' in colpa per aver fatto tutto tranne che aiutarla.

Si alzò e Skyler seguì i suoi movimenti con gli occhi. Il ragazzo si diresse verso il termostato posizionato sul muro adiacente alle scale e ruotò la rotella per accendere i termosifoni.

Si sentì la caldaia schioccare dalla cucina e il riscaldamento avviarsi.
Poi proseguì in cucina come fosse a casa sua.

Skyler socchiuse gli occhi e assottigliò le labbra in segno di disapprovazione.

Nel mentre Daianne e Cole continuavano a punzecchiarsi verbalmente e lei non aveva abbastanza forza d'animo per rimanere lì ad ascoltarli.

Si guardò i piedi nudi notando che la punta degli alluci avevano assunto un colore bluastro per il freddo pungente che le colpiva le piante. Forse le conveniva andare a mettersi degli indumenti più caldi e confortanti.

Skyler - Una contro la fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora