Capitolo 12

1.7K 169 59
                                    

I raggi solari, che filtravano dalla finestra lasciata semi aperta, illuminavano la stanza in cui Lorenzo mise piede. La casa in cui Mattia abitava non era molto grande. Una sala, una cucina piccola, una stanza da letto ed un bagno. Le pareti bianche riflettevano la luce del sole, creando dei bellissimi giochi di luce. Nella sala, accanto al divano dal colore chiaro, c'era appoggiata sul suo piedistallo la chitarra classica, che tante volte Lorenzo aveva visto suonare. Le pareti erano tappezzate di foto di Mattia assieme ai suoi genitori e ai suoi amici ed un articolo di giornale: parlava dell'apertura del suo locale. Lorenzo si avvicinò al tavolo di legno al centro della stanza, su cui c'erano dei fogli sparpagliati. Uno di questi era uno spartito. Mattia si avvicinò al tavolo in gran fretta e, raccogliendo velocemente tutti i fogli, li ripose su di una mensola.

«Vuoi un caffè?» chiese a Lorenzo, che perplesso rimase a guardarlo senza dire niente per qualche minuto.

«No, non preoccuparti...» Lorenzo si avvicinò lentamente a Mattia. Serio in volto, accarezzò la guancia di Mattia. Non appena Lorenzo lo toccò, Mattia sussultò e indietreggiò. Abbassò lo sguardo, mentre Lorenzo continuava ad accarezzargli la guancia. Mattia pose subito fine a quel tocco insistente, allontanandosi e andando verso l'attaccapanni.

«Accomodati pure. Il cappotto puoi lasciarlo sul divano...» disse, mentre toglieva il suo e lo posava sull'attaccapanni. Lorenzo ne imitò i movimenti e, spogliandosi del cappotto che posò sul divano, si allentò la cravatta al collo.

«Devo chiamare qualcuno per far sistemare il locale. Maledizione, mi costerà tantissimo» disse Mattia, mentre si dirigeva in cucina. In due bicchieri verso dell'acqua fresca, che portò nella sala e li poggiò sul tavolo. Lorenzo ne afferrò uno e ne bevve un sorso.

«Posso darti i soldi che ti servono» disse Lorenzo, posando il bicchiere sul tavolo. Mattia sussultò alle parole che aveva appena sentito.

«No, non li accetterei mai. Ma... grazie» Mattia accennò un lieve sorriso.

«Permettimi di aiutarti. Ne sarei felice. Ho lavorato come un pazzo in questi anni e ho abbastanza soldi. Per me non è un problema» Lorenzo si avvicinò nuovamente a Mattia, che indietreggiò ad ogni passo che Lorenzo compiva per raggiungerlo. Posò il bicchiere vuoto sul tavolo e Lorenzo ne approfittò per afferrare la mano del ragazzo.

«Lorenzo... cosa fai?» Mattia non ricevette nessuna risposta da Lorenzo, il quale circondò con un braccio la vita del ragazzo, attirandolo a sé. «Aspetta...» Lorenzo baciò Mattia, che tentò di resistergli posando entrambe le mani sul petto di Lorenzo. Cercò di allontanarlo da sé, ma non ci riuscì. Sembrava che le forze lo avessero abbandonato. Chiuse gli occhi e si fece trasportare dai sentimenti che provava per lui. Il cuore aveva vinto quella battaglia e la ragione aveva perso. Buttò le braccia al collo di Lorenzo e rispose a quel bacio con altrettanta passione. Lorenzo strinse sempre di più Mattia a sé. Voleva sentire il suo corpo, voleva che aderisse perfettamente al suo. Cercava la sua lingua, la trovò, deliziosa. Si staccò dalle sue labbra ansimando. Guardò il viso di Mattia ed i suoi occhi verdi, pieni di desiderio. Gli baciò una guancia, poi scese sul mento e poi sul collo, mentre Mattia fece scivolare via la giacca di Lorenzo. Con un gesto rapido Lorenzo si sbarazzò degli occhiali, gettandoli sul tavolo. Riprese poi a baciare Mattia, con la stessa passione e lo stesso trasporto. Ad ogni tocco di Lorenzo, Mattia sussultava di piacere. Era convinto che i sentimenti che Lorenzo provava in quel momento erano solo curiosità e nient'altro. Nonostante questo, si lasciò baciare e toccare da lui. Non ne poteva fare a meno. Si sentiva debole fra le sue braccia. Il suo cuore batteva all'impazzata ad ogni bacio e ad ogni tocco di Lorenzo. Non gli sembrava vero. Poteva baciare l'uomo di cui era innamorato da anni e che non era mai riuscito a dimenticare. Gli sembrava uno dei suoi soliti sogni ad occhi aperti. Lorenzo allargò la cravatta al collo e la tolse del tutto, lasciandola cadere sul pavimento. Sbottonò velocemente la camicia e Mattia l'aiutò a toglierla. Accarezzò il suo petto nudo ed il viso di Mattia s'infiammò. Sfiorò con le labbra la pelle calda di Lorenzo, inalando il suo dolce profumo. Tempestò di baci la sua pelle. Mattia prese per mano Lorenzo e lo condusse rapidamente in camera ed entrambi si sedettero sul letto. Mattia nervosamente, si lasciò sfilare la felpa grigia che indossava. Subito si coprì con le braccia e, nervoso, abbassò lo sguardo.

«Perchè ti stai coprendo?» sussurrò Lorenzo baciando il collo di Mattia e accarezzando la sua schiena nuda.

«Ah...» Mattia gemette al tocco leggero di Lorenzo sulla sua schiena. «Io... non so se ti ecciteresti... non sono una donna, perciò...»

Lorenzo non diede la possibilità a Mattia di finire la frase. Lo baciò e lo sospinse all'indietro, cosicché Mattia si sdraiò sotto di lui.

«Stupido. Sono già eccitato» disse afferrando entrambe le braccia del ragazzo e portandole al di sopra della testa. Si avventò poi sul petto di Mattia, baciandolo e leccandolo. Il ragazzo gemette più volte, tanto era il piacere che sentiva. Lorenzo lo liberò dalla presa. Mattia abbracciò ansimante Lorenzo, il quale sprofondò il viso nella sua spalla.

«Ti amo, Lorenzo... ti ho sempre amato» Lorenzo dapprima sgranò gli occhi, poi, sollevando il viso, incrociò i dolci occhi di Mattia e lo baciò con passione ancora una volta.

*   *   *

Con il braccio sotto la nuca, Mattia guardava fuori dalla finestra. Il sole ormai alto nel cielo, illuminava tutto il paesaggio che si stagliava davanti ai suoi occhi. Sorrideva felice. Aveva fatto l'amore con Lorenzo e ancora non riusciva a crederci. Lorenzo circondò con un braccio la vita del ragazzo, baciandogli la spalla.

«A cosa pensi?» gli chiese Lorenzo, posando il viso sul suo petto.

«Penso a quanto sono felice adesso. Vorrei che questo momento non finisse mai» rivolse lo sguardo a Lorenzo e ne accarezzò il viso. «Non pensavo che saresti stato così... bravo».

«Mi sono documentato» l'espressione di Lorenzo era così seria, che Mattia non poté fare a meno di ridacchiare.

«Sei il solito secchione!» esclamò Mattia, deridendo Lorenzo, il quale sorrise imbarazzato.

«Vorrei sapere di più di te... cosa ti è successo in questi anni?» Il sorriso di Mattia si spense pian piano ed i ricordi incominciarono ad affollare la sua mente.

«Ho cambiato città. Ho cambiato scuola. Avevo diciannove anni quando mio padre è morto. Lui era un carabiniere ed è morto facendo il suo lavoro. Gli hanno sparato ed è morto sul colpo» Lorenzo puntellò la mano sul materasso, così da potersi mettere seduto sul letto.

«Mi dispiace» disse Lorenzo, accarezzando la mano di Mattia.

«Dopo di che ho iniziato a lavorare in un ristorante. Facevo il cameriere ed è lì che ho incontrato Paolo. Abbiamo lavorato un sacco e abbiamo risparmiato tantissimo per poter aprire un ristorante insieme...» Mattia interruppe il suo dire, perdendosi nei ricordi. «Avrei voluto continuare a suonare e cantare, ma la vita non va mai come vorremmo» anche Mattia imitò i movimenti di Lorenzo, mettendosi seduto sul letto. «Non mi pento però di aver iniziato una mia attività. Mi piace lavorare nel ristorante assieme a Paolo» Mattia sorrise lievemente.

«Siete stati amanti? Tu e Paolo...» chiese Lorenzo, guardando attentamente il volto di Mattia.

«No, siamo solo amici» Lorenzo sospirò sollevato e Mattia ridacchiò divertito.

«Avrei voluto non aver perso tutto questo tempo senza vederti» disse Lorenzo, circondando le spalle di Mattia con un braccio. Il ragazzo arrossì violentemente, mentre si faceva cullare dall'abbraccio di Lorenzo. In quel momento, però, il cellulare di Lorenzo prese a squillare insistentemente.

«Scusami, rispondo» Mattia annuì. Il fruscio delle coperte, disturbarono il suono della suoneria del cellulare. Lorenzo s'infilò i boxer e rovistando nelle tasche dei pantaloni, riuscì a trovare il cellulare.

«Pronto? Si. Ah, ho capito. Li metta sulla scrivania, ci penserò domani. Ma come? Eh va bene ho capito...Arrivo fra poco» disse Lorenzo, chiudendo la chiamata. «Mi dispiace, devo tornare in ufficio. Devo firmare dei documenti e rivederne altri. Scusami».

«No, tranquillo, capisco» Mattia sorrise e Lorenzo iniziò a rivestirsi.

«Sarei rimasto con te tutta la giornata. Mi sarebbe piaciuto tanto» confessò Lorenzo, mentre si rimetteva i pantaloni. Una volta abbottonati, si inginocchiò sul letto e raggiunse Mattia. Accarezzò la sua guancia e lo baciò sulle labbra. In breve tempo si rivestì completamente. Mattia, con solo l'intimo addosso, lo accompagnò alla porta e lo salutò con un altro bacio. Appoggiò la schiena alla porta e si portò entrambe le mani sul viso.

«Che cosa ho fatto...» disse nel silenzio della stanza.

OneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora